4. Chiamata dall'inferno

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Macarena

Con il passare della mia prima settimana qui, ho iniziato a conoscere alcuni degli agenti che alloggiano nella struttura proprio come me.

Quello che ha detto Zulema è vero: non c'è spazio per relazioni o amicizie in un contesto del genere.

Ma come sempre, è decisamente più facile a dirsi che a farsi.

Abbiamo tutti del tempo libero tra il completamento di un caso e l'assegnazione di un altro, per cui spenderlo tra noi risulta essere la soluzione migliore.

Che sia per allenarci insieme, o discutere su qualche missione passata nella hall.

Ad essere onesta, credo che qui dentro ci siano molte più relazioni interpersonali di quante me ne potessi aspettare.

A partire dall'agente Vargas, la quale da qualche giorno ormai mi ribadisce di chiamarla Saray.

È innamorata di una nostra collega, Estefanía Kabila, probabilmente da molto più di quanto lei stessa voglia ammettere.

Ho speso del tempo con entrambe, e mi stupisce che ancora non abbiano avuto modo di dichiararsi a vicenda.

Immagino siano le regole di Zulema ad impedirglielo.

Mi hanno accennato di un locale piuttosto riservato a pochi isolati da qui, dove in genere passano i weekend durante i quali non hanno alcun caso di cui occuparsi.

Inizialmente non ci avevo prestato particolare attenzione, ma quando mi hanno proposto di unirmi a loro questa sera, accettare non mi è dispiaciuto affatto.

Dopotutto sono qui da una settimana e non ho fatto altro che lavorare ed allenarmi.

Mi farebbe decisamente bene rapportarmi con qualcuno che non sia Zulema.

Dopo il successo del primo caso non si è fatta più sentire, nonostante avesse detto di volermi operativa il mattino dopo.

Da quel dì sono passati tre giorni, e da lei non ho ricevuto nulla.

Ha la capacità di sparire a suo piacimento pari a quella di un fantasma.

Eppure in qualche modo è come se fosse sempre presente, pronta a tormentarmi l'esistenza.

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Devo dire che le ragazze avevano ragione: il locale è piuttosto discreto e tutto sommato mi sembra un ottimo posto per staccare un po' la testa e divertirsi.

Neanche ricordo l'ultima volta in cui l'ho fatto.

Saray è stata senza dubbio una sorpresa: riesce a passare dall'essere l'imperturbabile vice di Zulema all'anima della serata nel giro di uno shot di tequila.

Abbiamo preso un tavolo, per chiacchierare senza dare troppo nell'occhio.

"Ho sentito che ti sposti parecchio in giro per gli Stati Uniti, lavorando in proprio. Come mai questa decisione?"

Kabila, ormai soprannominata "Riccia" da Saray e quindi da tutti, è estremamente gentile e solare, ma senza dubbio troppo curiosa.

Non ho parlato a nessuno del mio passato, né tantomeno ho intenzione di farlo.

Probabilmente non sanno neanche delle mie origini spagnole.

"Beh sono piuttosto indipendente nel lavoro, senza contare che viaggiare mi piace. Tra l'altro non sono mai stata il tipo a cui piace prendere ordini, per cui questa mi è sembrata la soluzione migliore"

Vedo Saray scrutarmi mentre parlo, e dall'espessione che si impadronisce del suo viso per un attimo mi domando se sappia molto più di me di quanto dovrebbe.

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