15. Di nero e d'inferno

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Macarena

Sento il cuore assumere un ritmo del tutto irregolare mentre Zulema non accenna a liberare il mio sguardo dal suo, di un'intensità tale da riuscire quasi a trasmettermi il caos che vi brucia all'interno.

Prova ad aprire bocca ma le parole restano sospese nel silenzio, incapaci di lasciare la linea sottile delle sue labbra ormai arricciate nel più tormentato dei sorrisi.

"Che ci fai qui? Ti ho già spiegato tutto quello che avevo da dirti, e non ho alcuna intenzione di ripetermi. Se intendi continuare con ques-"

Si avvicina terribilmente in maniera del tutto improvvisa, impedendomi di continuare con il mio soliloquio carico di esasperazione.

Le sue dita mi sfiorano il volto quasi ne volessero imparare nel dettaglio ogni lineamento, con il fine di poterlo ritrarre nella mente.

Riesco a sentire il suo profumo mescolato all'aroma del tabacco e del whiskey, mentre le sue iridi di smeraldo si perdono nelle mie quasi volessero sparirci dentro.

Nonostante i suoi atteggiamenti, nonostante le parole con le quali non esita a ferirmi senza il minimo riguardo, resto del tutto incapace di respingerla in una situazione del genere.

Dopo vari minuti che scorrono con una lentezza straziante, sembra trovare nei miei occhi la certezza di cui ha bisogno per unire, finalmente, le sue labbra con le mie.

Inizialmente il mio corpo reagisce in maniera del tutto spontanea al contatto con il suo, e mi ritrovo ad avvicinarla ancora di più a me portandole le mani dietro al collo, godendomi la sensazione dei suoi capelli d'ossidiana che mi scorrono lentamente tra le dita.

Ma è nel momento in cui mi avvolge le braccia attorno alla vita che, non so con quanta razionalità né con quale estranea forza di volontà, mi ritraggo appena tornando ad incrociare il suo sguardo, senza tuttavia accennare a lasciarla andare.

"Non posso farlo Zulema, non con la consapevolezza che dopo tornerai a fare di tutto per allontanarmi ancora. Non intendo stare al tuo gioco perverso, per cui smettila di farmi questo"

Per qualche assurda motivazione, le mie parole sembrano in qualche modo arrivare a scalfire la corazza di gelo della quale si veste da sempre, e la vedo faticare nel tentativo di esprimersi mentre continua a specchiarsi nelle mie iridi.

Prova a pronunciare parola ma non ci riesce, per cui si prende un momento approfittandone per sistemarmi una ciocca di frangia ribelle dietro l'orecchio.

Non riuscirò mai ad abituarmi a gesti del genere da parte sua.

"Non ho mai giocato con te, Macarena. Per tutto questo tempo, non ho fatto altro che logorarmi nel tentativo di respingere qualsiasi cosa sia che mi vive dentro con il solo fine di riportarmi sempre al tuo fianco. È frustrante, estenuante, straziante a tal punto da non lasciarmi più neanche la forza di opporre resistenza"

Sono io a restare del tutto inerme di fronte a lei adesso, mentre mi ritrovo ad accarezzarle lentamente il collo con entrambi i pollici.

Sembra addirittura rilassarsi ad un tale contatto.

"Che cosa stai dicendo, Zulema?"

Sospira chiudendo gli occhi, per poi riaprirli dopo un istante tornando ad incendiare i miei.

"Sto dicendo che non riesco più ad andare avanti così, a consumarmi dall'interno e ferirti di continuo. Non mi ha portata a niente, semmai ha persino peggiorato la situazione, rendendoci ancora più inevitabili. Voglio provare a vivermi tutto questo, di qualunque cosa si tratti"

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