11. Manipolazione

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Macarena

È risaputo che due amanti non possono esser definiti tali se tra loro non ce n'è uno costantemente pronto a fuggire, ed un altro forte abbastanza da saper rincorrere, incapace di lasciare andare.

Le persone reagiscono differentemente a tutto ciò che si sottrae al loro controllo, e l'amore, sin dai primi accenni, rappresenta il più completo e inevitabile abbandono all'irrazionalità.

I persistenti, coloro che sono in grado di resistere anche allo più sventurato dei sentimenti, faranno tutto ciò che è in loro potere al fine di non perdere l'oggetto del proprio amore, guadagnandosi di diritto l'esser considerati amanti intrepidi.

Un'intrepido è un individuo che non trema dinnanzi alla paura ma al contrario si trova ad abbracciarla, facendone la più grande fonte di energia, e di valore.

La fermezza d'animo è la sua più peculiare caratteristica.

Ma chi l'ha detto che ci vuole più coraggio a saper restare di quanto ne serva a lasciare andare?

D'altronde l'essere umano è naturalmente progettato con il fine di perseguire l'illusione più assurda di tutte: la felicità.

Sulla base di una tale convinzione, quale individuo andrebbe contro al più spontaneo e inevitabile obiettivo della propria esistenza, a causa di una mera vocazione alla fuga?

La risposta risiede all'inizio dell'intera riflessione: quando si è affermato che colui che è intento a fuggire, è considerato amante quanto chi è volto a rincorrere.

Forse, per qualche assurda motivazione che solo l'amore potrebbe giustificare, colui che è disposto a lasciare andare arde di un sentimento ancora più ancestrale, inevitabilmente più intenso di chi risulta incapace di farlo.

Le mie labbra si muovono contro quelle di Zulema, guidate da un desiderio che mai avevo provato prima di adesso.

È come se stessero agendo in maniera del tutto arbitraria.

Mentre mi ritrovo ad affondare ancora di più le dita tra i suoi morbidi capelli d'ossidiana, la sento iniziare a percorrermi infinite scie di brividi lungo l'intero collo.

È la sensazione che più di tutte paragonerei al paradiso terrestre.

Il completo abbandono del controllo, la più profonda accettazione dell'irrazionalità.

Una parte di me resterà per sempre impressa in questa notte, tra gli erranti respiri che si perdono nel vento che ci soffia incauto sulla pelle.

È proprio nel momento in cui non trattengo un gemito di piacere e sento Zulema mugugnare sul mio collo, probabilmente a causa della mia stessa reazione, che lei fa appello a non so quale inspiegabile forma di autocontrollo per allontanarsi da me, restituendomi all'inferno.

La vedo sforzarsi di non incrociare il mio sguardo, mentre con una mano tutt'altro che ferma si sistema i capelli completamente in disordine a causa mia.

Faccio l'unica cosa che la mia mente riesce a consigliarmi in una situazione del genere: provo a baciarla ancora.

Nonostante la consapevolezza che lei stia per allontanarsi più di quanto non abbia mai fatto sia già ben impressa tra i miei pensieri.

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