19. Disillusione

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Macarena

"Ti piace?"

La voce di Zulema mi riporta alla realtà mentre il suo sguardo sembra scrutarmi con il solo scopo di leggermi, arrivando sempre più a fondo.

"Mh?"

"Il pianoforte, non fai che guardarlo"

Ha ragione, non riesco a farne a meno.

Il pianoforte ha un potere unico sulle mie emozioni, quasi ne conoscesse la chiave ad ogni singola nota.

"È lo strumento che in assoluto preferisco"

La mora spegne la sigaretta ormai esaurita nel posacenere prima di annuire, tornando a rivolgermi la sua più completa attenzione.

A spaventarmi è il fatto che continui a lasciarle ogni permesso di scavarmi dentro, quasi volessi darle il potere di sbriciolarmi tra le sue dita senza il minimo riguardo.

"Sai suonarlo?"

"No, ma ho sempre voluto imparare"

La vedo accennare un sorriso mentre si sistema distrattamente la frangia, ed inconsciamente mi ritrovo ad associare un tale gesto al suo bisogno di ragionare e razionalizzare su ogni singola cosa le venga in mente di fare nei miei confronti, quasi necessitasse di valutarne anche la più improbabile delle conseguenze.

Quando si alza dirigendosi verso lo strumento, riesco a percepire il mio corpo agitarsi nella consapevolezza di star perdendo anche quel briciolo di controllo sulle reazioni involontarie che gli era rimasto.

"Vieni o resti lì?"

Mi concedo il tempo di un sospiro prima di seguirla, sedendomi accanto a lei di fronte alla tastiera.

Le nostre spalle si sfiorano appena, portandoci direttamente al naufragio l'una nelle iridi dell'altra.

Restiamo così, in silenzio, per qualche istante che sa di eterno molto più di quanto riesca a perdersi nel tempo.

Zulema ne approfitta per spostarmi una ciocca di frangia più lunga dallo zigomo, sistemandomela dietro l'orecchio come fosse solita farlo da sempre.

Io reagisco abbassando lo sguardo, probabilmente assumendo il colore del velluto che riveste l'interno del copri tastiera.

Quando dopo qualche secondo torno ad incrociare il suo, noto che non ha mai smesso di guardarmi, e che il suo viso è impegnato in un'espressione più seria del solito.

"Cosa vuoi che suoni?"

La sicurezza con la quale mi porge la domanda lascia intendere che la sua cultura musicale è decisamente più vasta di quanto potessi immaginare, per questo non mi faccio problemi a nominarle una delle canzoni che preferisco.

"Clair de Lune"

"Ti piace Debussy?"

"Fin troppo"

Le mie sono le ultime parole a disperdersi per la casa, sostituite da una melodia che, suonata da Zulema, riesce a farmi tremare fin sotto la pelle.

-

Alle prime luci dell'alba, la suoneria del suo cellulare interrompe l'atmosfera sublime che si era creata per via della musica, restituendoci brutalmente al mondo dei mortali.

Zulema si alza andando a rispondere vestita della sua innaturale eleganza, mentre io non riesco a fare a meno di guardarla.

"È andato tutto secondo i piani?"

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