10.

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Non capisco perché mi senta così coinvolta, e perché pensi a lui così spesso. Non capisco nemmeno perché mi dia fastidio che Cassie sia andata a casa sua di notte. Ubriaca.
Cosa mi sta succedendo? Mi sono davvero presa una sbandata per questo ragazzo?
È tutto nella norma? Ho ventidue anni. Lui diciotto.
A quest'eta non dovrebbero piacermi i trentenni?
In effetti non mi dispiacciono affatto gli uomini maturi. È Ren l'eccezione.
Da lontano lo vedo guardarsi a destra e a sinistra per attraversare. Poi corre verso di me. I capelli si muovono su e giù, e lui mi sorride mentre mi viene incontro.
Ha il mio libro stretto in una mano, con l'altra ringrazia un'auto che lo ha fatto attraversare.
Ecco che insieme a lui arriva anche l'agitazione.
Mi guardo le scarpe, poi i fiori rosa dell'albero su di me; infine le unghie mangiucchiate. Quante cose interessanti.
"Eccomi." Dice lui.
"Posso riavere il mio libro?" Chiedo diretta.
"Si, dopo che avremo cenato." Risponde.
Cosa?
"Cosa? Non cenerò con te." Dico guardando l'orologio che ho al polso.
Sono le 20:00.
La luce prolungata della primavera mi ha tratta in inganno, credevo fosse più presto.
"Invece si." Risponde lui tranquillo.
"Ho altri programmi." Ribatto.
"Tipo?" Chiede.
Rimango in silenzio. Non so mentire. O meglio, non così presa alla sprovvista. Devo prima riflettere e costruire una menzogna credibile... insomma. Sbuffo.
"Tipo studiare." Dico sinceramente.
"Allora ceniamo e poi vai a studiare". Risponde.
"Cosa vuoi mangiare?" Insiste.
Dritto come un treno per la sua strada.
"Ren non voglio cenare con te." Il mio tono è poco convito.
Lui sta cercando qualcosa sul suo telefono, mentre ignora le mie proteste.
"Preferisci una pizza o del sushi?" Mi chiede alzando lo sguardo su di me.
Rimango in silenzio a guardarlo. La sua convinzione mi destabilizza.
Non ammette repliche. Non si arrende.
Mi guarda preoccupato.
"Sono le uniche due opzioni che abbiamo qui nei dintorni, visto che dobbiamo spostarci a piedi." Si giustifica.
Come se ci fosse qualcosa di sbagliato nel sushi o nella pizza.
"La pizza.. andrà più che bene." Dico arrendendomi alla sua espressione innocente.
Ren mi sorride. Mi regala un sorriso meraviglioso. Sincero. Che quasi mi fa tremare le gambe.
"Ottimo, andiamo." Dice infilandosi il telefono in tasca ed afferrandomi la mano.
Vorrei ritirarla, dovrei ritrarla.. ma in fondo non posso stare così per una sera soltanto?
"Dammi qui." Si ferma ancora prima di partire.
Mi sfila la borsa dalla spalla, la apre, ci mette il libro che mi ha sottratto prima dentro e se la carica in spalla.
"Che fai?" Chiedo confusa.
"È davvero pesante questa borsa. Non puoi avere i libri in digitale ed usare un portatile?" Chiede di risposta.
Ren mi sta tenendo la mano mentre camminiamo, sulla spalla ha la mia borsa dell'università, e si comporta come se tutto questo fosse naturale per lui.
"Non mi troverei a studiare dal portatile.. ho sempre usato i libri." Rispondo.
"Potresti provare almeno. Così finirai per rovinarti la schiena".
Mentre parla il suo sguardo è rivolto alla strada.
Mi guida per altri dieci minuti fino alla pizzeria più vicina.
Quando chiede alla cameriera se possiamo accomodarci, lei lo osserva sfacciatamente.
Poi decide di accompagnarci ad un tavolo.
Ho già mangiato qui tante volte, in serate come queste in cui uscivo tardi dalla biblioteca.
Ren si siede di fronte a me, poggia la borsa sulla sedia alla sua destra e poi apre tranquillamente il menu delle pizze.
Si accorge che lo sto osservando perché distoglie lo sguardo dal pezzo di carta che ha fra le mani, e mi osserva.
"Non lo guardi il menu?" Mi chiede.
Scuoto la testa.
"So già cosa ordinare." Rispondo.
Lui annuisce e poi torna a scorrere le farciture disponibili.
"Sarai stanca." Dice infine poggiando il menu chiuso sul tavolo.
"Non molto a dire il vero." Rispondo.
Se solo sapesse che non ho studiato nulla per colpa sua.
"Mirea?" Mi chiama.
Lo guardo negli occhi.
"Sei molto bella oggi." Dice poi con semplicità.
E questo cosa vorrebbe dire? Arrossisco maledettamente e vorrei nascondermi sotto il tavolo. Ma devo rimanere composta.
Che gli prende tutto d'un tratto?
"Quindi gli altri giorni mi trovi brutta?" Rispondo cercando di portare la conversazione sullo scherzo.
Lui mi osserva serio. Molto serio.
"Sei sempre bellissima. Ma oggi sei .. sincera." Risponde serio.
Rimango spiazzata da questa sua affermazione.
Ma non mi da il tempo di dire nulla, perché chiama la cameriera per ordinare.
Ren, vuoi forse uccidermi? Ho il cuore che galoppa.

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