25.

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È stata veramente una sfacchinata, ma alla fine abbiamo finito ad un orario decente in biblioteca.
Il professore Mitamura mi ha accompagnata a casa subito dopo.
Ho fatto una doccia ed ho scelto un vestito bianco molto semplice, con la schiena scoperta. Mi sono truccata leggermente, ed ho indossato dei tacchi carini che non tiravo fuori da tanto tempo.
Ora sono sul taxi che mi sta portando all'indirizzo del ristorante.
Ho preferito non prendere l'auto per poter bere tranquillamente, e perché tanto ci saranno i miei genitori con la loro auto. E Ren.
L'ansia mi assale non appena penso a lui.
Pago il tassista e scendo, avviandomi verso l'ingresso di questo posto molto chic.
Avrei preferito una pizzeria a dire il vero, ma vedo mamma così poche volte che mi dispiaceva contestare la sua idea di "locale carino".
Un uomo all'ingresso mi chiede nome e cognome, dopo di che mi scorta all'interno.
Il posto è veramente lussuoso, anche se l'aria che si respira sembra essere leggera, divertente. Un bel posto, ma senza troppi fronzoli.
Cerco la mia famiglia scrutando ogni tavolo, mentre vengo accompagnata fuori dal locale.
In una dependance molto moderna su un piccolo laghetto artificiale, si trovano il resto dei tavoli.
Riconosco subito papà appoggiato alla ringhiera in legno della passerella. Accanto a lui una figura scura.
Mi avvicino a passo tremante, e quando li raggiungo i miei occhi non sono che per lui.
Ren indossa un completo nero che credo gli sia stato cucito addosso. Si modula sul suo corpo tonico alla perfezione; non credo sia un caso.
Sotto ha messo una camicia bianca, lasciata appena sbottonata sul colletto.
Nessuna cravatta, nessun papillon. La sua eleganza non sta solo in cosa indossa, ma in come. Con quale disinvoltura.
Ha pettinato i capelli indietro, e posso sentire il suo profumo arrivare fin qua.
Quando i miei occhi si soffermano sui suoi, mi accorgo che mi sta osservando intensamente.
Le sue labbra sono chiuse, la mascella serrata che si contrae nervosamente.
"Oh quanto è cresciuta la mia bambina?" Mio padre scoppia questa bolla in cui ci siamo rinchiusi l'un l'altro.
Adesso rivolgo lo sguardo anche a lui, e mi avvino per salutare.
"Ciao papi." Dico dandogli due baci sulle guance.
Quando arriva il turno di Ren, non so come salutarlo. Sono in imbarazzo. Gli sguardi di poco fa sono stati ben piu eloquenti delle parole.
"Ren." Dico soltanto salutandolo con la testa.
Lui si avvicina, mi prende dolcemente una mano e mi lascia un bacio morbido sulle dita.
Non è un baciamano, no. Affatto. È un gesto più intimo, più sensuale. Tutto ciò senza mai distogliere gli occhi dai miei.
Il cuore mi sta per esplodere nel petto.
"Miry!" Mi chiama mia madre arrivando dall'interno della dependance.
Ritraggo la mano di colpo e cerco di ricompormi.
"Mamma!" Dico salutandola.
"Aspettavamo solo te! Andiamo!" Dice passandomi un braccio attorno le spalle.
Papà ci supera trascinandosi mamma un po' più avanti, e sento subito la presenza di Ren affianco a me.
Con le dita mi sfiora leggermente la schiena, ed io rabbrividisco all'istante.
"Sei bellissima." Mi sussurra poi all'orecchio.
Deglutisco cercando di ritrovare la calma.
Non devo assolutamente perdere il controllo.

La cena scorre tranquillamente; Ren sembra essere a suo agio. Pensavo che parlare della sua famiglia gli facesse male, invece ha riempito mamma e papà di domande. Gli hanno raccontato tanti aneddoti divertenti, gli hanno parlato del loro percorso accademico, del lavoro.. credo che Ren ne avesse bisogno.
Aveva bisogno di qualcuno che non trattasse la scomparsa dei suoi genitori come un tabù.
Dopo cena facciamo una passeggiata attorno al laghetto artificiale. Mamma e papà camminano a braccetto pochi metri più avanti. Io e Ren li seguiamo a passo lento.
"Sei stato bene?" Gli chiedo mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Oggi li ho tenuti sciolti.
"Molto." Risponde Ren guardando a terra.
"Ne sono felice." Dico sollevata. Avevo paura di tante cose, che potessero metterlo in imbarazzo, turbarlo, o chissà cos'altro. Invece si è divertito.
"Tu.. hai una bella famiglia." Dice.
Annuisco, senza sapere cosa dire. Sono d'accordo, amo i miei genitori, ma sarebbe indelicato dirlo?!
"Dimmi invece.. com'è andata la tua ricerca del libro introvabile?" Cambia argomento rapidamente.
Faccio spallucce.
"Bene, come previsto. Siamo riusciti a risalire al testo che ci serviva anche in breve tempo a dire il vero. E per fortuna, perché non volevo tardare sta sera." Racconto brevemente, arrossendo. Non volevo tardare per poter stare con lui più tempo possibile.
"Beh sei stata anche veloce considerando che sei tornata a piedi dalla biblioteca." Dice.
"Non sono tornata a piedi. Mi ha accompagnata il professore." Rispondo.
Ren si ferma subito, rimando così un passo indietro a me.
Mi giro a guardarlo interrogativa.
"Ti ha accompagnata a casa lui?" Chiede alzando un sopracciglio.
Annuisco.
"Potevi chiamare me. Non sapevo a che ora avresti finito, sennò mi sarei fatto trovare lì." Dice.
"Ma non è un problema.. già ti eri disturbato ad accompagnarmi all'andata". Rispondo.
Ren si avvicina a me sempre con quell'espressione cupa.
"E cosa ti avrebbe detto?" Chiede.
"Il professore? Niente, cosa dovrebbe dirmi?" Rispondo.
"Non so.. ti disturba fuori dall'orario scolastico, fuori dal campus, addirittura adesso sa dove abiti.. non so, credevo almeno che avrebbe fatto la sua mossa. Evidentemente averti vista con me lo ha fatto battere in ritirata." Dice.
Prendo le sue mani e intreccio le dita alle sue.
"Ancora con questa storia? Non c'è niente, sei paranoico. E poi anche se fosse, lo rifiuterei. A me lui non piace." Rispondo sicura di me.
"Ne sei certa?" Il suo sguardo indagatore mi osserva.
"Ma davvero mi stai facendo il terzo grado per una cosa così stupida?" Dico alzando un po' il tono.
Lui non risponde, si limita a fissarmi.
Così mi avvicino a lui, tanto, troppo.
"Ren, ma non hai capito ancora che io ho perso la testa per te?".
Quando la mia bocca finisce di emettere suoni, realizzo quello che ho detto.
Ho esagerato. Mi sono esposta troppo.
Indietreggio appena realizzo, ma lui mi afferra dalla mano e mi attrae di nuovo a se.
"Ridillo." Dice.
Sono paonazza in viso.
"Cosa?" Chiedo evitando i suoi occhi.
"Quello che hai detto; ripetilo." Mi ordina.
Deglutisco.
"Ho .. perso la testa per te Ren." Dico in imbarazzo.
"Ridillo." Mi chiede ancora.
I nostri corpi sono cosi vicini
"Non ci senti? Ho detto che ho perso la testa per te. Che mi piaci. Mi piaci solo tu. Solo tu Ren. Tu e nessun altro. Io penso solo a te." Dico esasperata.
E se prima mi ero esposta troppo, adesso lasciamo stare proprio.
Ormai la barca ha lasciato il porto.
Ren sorride e poi si protende a baciarmi.
Glielo lascio fare, nonostante ci siano i miei genitori un paio di metri più avanti. Ma a quest'ora ci avranno seminati.
Ci baciamo sotto il chiaro di luna, mentre le sue mani esigenti stringono la mia carne.
Ren ha bisogno di più contatto, lo sento da come mi tocca avido. Ed anche io.
Ansimo nella sua bocca, mentre mi sfiora un seno con la mano.
"Non possiamo qui." Dico poi.
Lui annuisce staccandosi dalle mie labbra e si guarda intorno. Cerca di ricomporsi ed io lo imito.
Non possiamo lasciarci travolgere così. Eppure.. avrei voglia di farlo con lui qui ed ora.
Mi prende la mano e mi invita a proseguire la passeggiata.
Io mi sono esposta, però lui?! Lui non ha detto nulla. I suoi comportamenti mi dicono che sicuramente gli piaccio. Ma se fosse solo passione? Solo attrazione sessuale? Non ha mai detto altro.

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