24.

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La mano di Ren è poggiata saldamente sulla mia coscia scoperta.
Il contatto con la sua pelle mi fa stare costantemente alle stelle.
"Ricapitoliamo.." dico.
"Voi eravate amici dei suoi genitori?". Chiedo guardando mio padre e mia madre seduti davanti a noi.
Annuiscono all'unisono.
"Abbiamo fatto l'università insieme. Diverse facoltà, ma stesso Campus". Racconta mamma.
"E siete rimasti in contatto dopo la laurea?"
Chiedo ancora. Questa storia mi incuriosisce troppo.
Sembra un segno del destino.
"Si. Certo. Diciamo che per alcuni periodi le nostre professioni si sono anche incrociate. Erano due persone formidabili." Dice mamma con lo sguardo vago.
Poggio la mia mano su quella di Ren e lo accarezzo.
Non vorrei che questo discorso per lui fosse troppo duro. Non vorrei metterlo in difficoltà.
"Appena ti ho visto è stata un'illuminazione. Sei la copia di tuo padre. I tuoi occhi.." Dice papà senza terminare la frase.
"Ti avevo già visto al funerale, ma eri solo un adolescente. Adesso sei cambiato, sei cresciuto." Continua poi.
"Papà, basta." Lo ammonisco. Visto che Ren non risponde immagino stia vivendo un momento di disagio.
Mi giro a guardarlo preoccupata, mentre gli porto una mano sul viso. Gli accarezzo leggermente i capelli, mentre lui sembra assorto a riflettere.
"Mi dispiace, vorrei dirle che il suo viso mi è familiare, ma i miei ricordi di quel periodo sono molto confusi." Dice con tono gentile.
Mamma intanto osserva la mia mano che lo accarezza.
"Scusa ragazzo. Hai ragione. Non volevo essere invadente." Dice papà.
Ren scuote la testa.
"Nessun problema". Risponde.
Intanto la presa sulla mia gamba è diventata più leggera.
"E voi invece.. come fate a conoscervi?" Chiede mamma con tono malizioso.
"All'università Sara, dove vuoi che si siano conosciuti?" Risponde papà.
"Ehm.. ecco Ren va ancora al liceo." Dico per lui.
Papà lo guarda. Poi guarda me. Poi guarda i punti dove i nostri corpi sono a contatto.
"Ho diciotto anni." Dice Ren per chiarire la situazione.
"Mirea.. tu.. si.. voi due insomma.." papà non sa come formulare la frase.
"E vi siete conosciuti come? Visto che Ren non frequenta l'università." Interviene mamma in suo soccorso.
"Al compleanno di Matilde." Dico sinceramente.
"Avresti potuto parlarmene. Potevi dirmi che eri fidanzata." Si lamenta papà mettendo un finto broncio.
Arrossisco all'istante. O forse divento viola, non lo so.
"Non stiamo insieme..." Sussurro.
"Cosa?" Chiede mamma protendendosi verso di me.
"Non stiamo insieme." Ripeto.
"Ah. Hai visto che li hai messi in imbarazzo Sam?" Dice mamma dando una gomitata a papà.
"Ma ho solo fatto un'osservazione non li ho messi in imbarazzo. Ma se poi sono solo amici non c'è nessun imbarazzo, giusto?" Risponde papà rivolgendo l'ultima domanda a me.
Già. Cosa siamo? Solo amici non ci si addice.
Fidanzati nemmeno.
Osservo Ren con la coda dell'occhio, senza farmi vedere, e lo vedo sogghignare.
Sta ridendo. Mi giro a guardarlo completamente.
Non l'ho mai visto ridere così di gusto.
"Cosa c'è da ridere?" Chiedo.
Scuote la testa.
"Siete identici." Dice poi ancora ridendo.
"Chi?" Chiedo.
"Tu e tuo padre." Risponde.
"Oh finalmente qualcuno che mi capisce!" Dice mamma alzando le braccia al cielo.
Sbuffo e lo guardo male.
"Sentite, perché non ceniamo fuori sta sera?" Dice papà all'improvviso.
Vedo i miei genitori pochissime volte l'anno. Sono due ricercatori, sono costantemente fuori ad affrontare nuove avventure diverse ogni giorno.
Le rare volte in cui ci vediamo però, è come se non ci fossimo mai separati.
"Si dai! Andiamo in qualche posto carino." Dice mamma battendo le mani davanti al viso.
"Tu hai impegni Ren?" Mamma si rivolge a lui.
Ren si stringe nelle spalle e poi scuote la testa.
"Avresti voglia?" Chiede ancora mamma con fare materno.
Quando sto per rifiutare al suo posto lui annuisce.
"Mi piacerebbe molto." Risponde.
Rimango spiazzata.
"Dici sul serio?" Gli chiedo.
"Si; perché no? Magari è anche l'occasione per scoprire qualche storiella interessante sui miei genitori." Dice. E sembra sereno.
"Se non hai voglia .. insomma.. non sentirti obbligato." Arranco con le parole, ma proprio non riesco ad immaginare Ren a cena con me e la mia famiglia.
"Non mi sento obbligato. Mi fa piacere." Mi dice.
Ed i suoi occhi sono sinceri.
"Andata! Prenoto in un posto carino allora!" Dice mamma alzandosi e prendendo il telefono.
Papà intanto si affretta a seguirla per sbirciare cosa c'è sul menu.
"Ren, non sei obbligato. Puoi andare a fare quello che vuoi .. si insomma.." Continuo.
I suoi occhi si concentrano su di me. Mi scrutano da testa a piedi. Ed io sto già trattenendo il respiro.
"Quello che vorrei fare.. non potrei comunque farlo se non sei nella mia stessa stanza. Quindi mi va piu che bene così." Quando finisce di parlare sono paonazza in viso.
"Ragazzi va bene alle 20:00?" Chiede mamma dalla cucina.
"Ah mamma. Io ho un impegno nel pomeriggio e potrei tardare." Le dico.
"Potresti tardare?" Chiede Ren facendomi eco.
"Le ricerche in biblioteca sono così; sai quando inizi non sai quando finisci." Spiego.
"Se farete tardi la biblioteca si svuoterà .. " dice distrattamente.
"Ren non succederà nulla. Vuoi stare tranquillo?" Dico ridendo.
"Non voglio saperti sola con lui." Risponde serio. Il suo sguardo si indurisce.
"Non sei il mio ragazzo. Non puoi avanzare nessuna pretesa su di me." Dico con tono canzonatorio.
Ren rimane in silenzio mentre i suoi occhi mi scrutano attentamente.
"Ah no?" Dice poi avvicinandosi al mio orecchio.
Mi mordicchia leggermente il lobo, poi scende alla mascella e lascia un morbido bacio.
I ricordi di quello che abbiamo fatto sotto la doccia ieri notte mi investono all'improvviso.
Ho provato in tutti i modi a lasciarli fuori, ma non ci riesco. Il suo corpo nudo davanti a me; la sua testa fra le mie gambe.. Dio, mi sto eccitando di nuovo al solo pensiero.
Socchiudo gli occhi e mi protendo verso di lui.
"Posso almeno accompagnarti?" Mi chiede all'improvviso.
"Dove?" Chiedo cercando di riconnettermi al discorso.
"In biblioteca." Risponde mentre lascia un casto bacio all'angolo delle mie labbra.
Cazzo, ci sono i miei genitori nell'altra stanza, ed io vorrei saltargli addosso. È un problema.
"Non è necessario." Dico.
"Invece lo è." Risponde alzandosi.
Ren si mette di fronte a me dando le spalle alla cucina dove mamma e papà sono al telefono con il ristorante.
Stando in piedi la sua erezione è all'altezza del mio viso. Posso dire che è eccitato, e non poco.
Si sistema il pantalone come meglio riesce e si abbottona la felpa.
"Adesso vado. Passo a prenderti dopo pranzo principessa." Dice.
Principessa?! Arrossisco.
"Ti ho detto che non è necessario, ho la mia auto." Ribatto alzandomi anche io.
Ren si avvicina a me e mi poggia le mani ai lati del viso.
Vorrei baciarlo; vorrei lanciarmi sulle sue labbra. E da come guarda le mie, so che pensa lo stesso.
"Non puoi avanzare nessuna pretesa su di me, nemmeno tu." Dice.
"Ma non lo sto facendo, infatti!" Rispondo.
"Pretendi che stia a guardare mentre il tuo prof ti mangia con gli occhi." Insiste con questa storia.
Sbuffo e roteo gli occhi.
"Va bene accompagnami, così vedrai che non hai nulla di cui preoccuparti." Dico sconfitta.
Ren mi sorride, e mentre cerco di far calmare il mio cuore impazzito, raggiunge la cucina e si accorda con i miei genitori per sta sera.
Poi li saluta e va alla porta, nonostante le proteste di mamma di rimanere qui a pranzo.
Ma gli lasceranno un po' di spazio o vogliono adottarlo?
Quando Ren si chiude la porta alle spalle entrambi i miei genitori si fiondando sul divano accanto a me.
Eccoci. Lo sapevo.
"Allora?! State insieme?" Chiede mamma eccitata.
Scuoto la testa e mi porto una mano alla fronte.
"Per favore.. non c'è niente di interessante da raccontare." Dico restando vaga.
"Ho visto come vi toccate. C'è complicità, familiarità.." Continua mamma.
"Quel ragazzo.. è dotato di un'intelligenza sopra la media. Ha avuto un destino crudele, certo, ma i suoi genitori gli hanno lasciato la cosa più cara che avevano: l'intelligenza." Papà sta facendo un discorso parallelo.
Lui e mamma sono su due linee d'onda completamente diverse, tanto per cambiare.
"E poi è così bello." Continua mamma.
Su questo non posso darle torto. Ren è innegabilmente bello.
Cerco di rispondere alle loro domande senza scendere nei dettagli per tutta la mattinata e durante il pranzo.
Alle 14:00 riesco a svincolarmi e sono sotto casa con la borsa sulla spalla, mentre un forte rombo meccanico arriva da lontano.
Ren sta andando a velocità sostenuta, ma rallenta subito appena mi vede e si ferma con la moto davanti a me.
La mette sul cavalletto e scende.
Io mi sento in imbarazzo, senza alcun motivo.
Poi tira su la visiera del casco, mentre me ne porge uno che aveva legato al gomito.
"Ti ho già detto che questa borsa non va bene." Brontola mentre me la sfila e se la mette addosso.
"Ma non è pesante!" Ribatto mentre mi metto il casco.
Lui mi ignora e sale sulla moto tenendola in equilibrio.
Utilizzo le pedaline e salgo dietro di lui.
Poi poggio le mani sul serbatoio.
Ren rimette in moto, mentre afferra una mia mano e se la porta al busto.
Poi fa lo stesso con l'altra. Ok messaggio afferrato.
"Biblioteca?" Mi chiede.
Ed io annuisco. Partiamo e devo stare attenta a non incollarmi alla sua schiena, anche se lo vorrei. Vorrei lasciarmi andare contro di lui e farmi portare in capo al mondo su questa moto. Così stretti.
Poi in preda agli ormoni la mia mano destra scivola in basso. Quando lo tocco fra le gambe, Ren scala marcia all'improvviso e il motore brontola.
Rallenta e lo vedo guardarmi dallo specchietto destro.
Starà pensando se lo faccio apposta?
Quando lo tocco senza inibizioni, mentre lui si indurisce per me, Ren si ferma ad un semaforo.
Tira su la visiera e si gira verso di me, che invece sono ben nascosta sotto il casco scuro.
"Mirea.. lo stai facendo apposta?" Mi chiede.
"Cosa?" Fingo di non capire, intanto la mia mano è immersa tra le sue gambe.
"Quello.. che stai facendo.. è pericoloso." Dice a fatica.
Ha ragione però. Tolgo subito la mano e la riporto al suo busto.
"Scusa." Gli dico prima che scatti il verde e lui parta.
Tre minuti dopo arriviamo davanti la biblioteca.
Il professore Mitamura è già sulle scale ad attendermi.
Ren parcheggia davanti l'ingresso, e non appena la moto si ferma scendo e mi tolgo il casco.
Ren rimane su con il motore acceso, però si sfila il casco.
Poi si toglie la mia borsa di dosso e me la fa passare tra testa e spalla, mettendomela a tracolla.
"Grazie per il passaggio." Dico.
Ren guarda alle mie spalle, con occhi socchiusi, verso l'ingresso. So per certo che sta guardando il professore.
"Mirea, vieni qui." Dice facendomi cenno con le dita di avvicinarmi.
Eseguo senza pensarci.
Maledizione, il mio corpo risponde più a lui che a me.
Mi afferra dalla tracolla e mi stampa un bacio sulle labbra.
Sono sorpresa.
Rimango di stucco. Ma ci metto mezzo istante a ricambiare.
Il bacio a stampo che voleva darmi Ren, si trasforma in un bacio più profondo.
Le nostre labbra si uniscono e si dividono solo per farci prendere aria.
Quando riesco a mettere in moto il cervello, e a ricordarmi che sono in pubblico, davanti il mio professore, mi stacco da Ren.
Respiro a fatica, e cerco di appigliarmi all'ultimo briciolo di sanità mentale che mi rimane.
"Vado.." riesco solo a dire.
Ren ha le labbra gonfie, rosse, lucide.. e mi osserva, per poi continuare ad osservare alle mie spalle.
Gli ho anche scompigliato i capelli nella foga. Più che un bacio era l'introduzione di un porno questa.
"Un'ultima cosa.." mi dice.
Mi riavvicino a lui, che si sporge verso il mio orecchio.
"Non scusarti mai più per avermi toccato il cazzo." Mi sussurra.
Rabbrividisco, e la saliva mi si blocca in gola.
Arrossisco subito, all'istante. E mentre Ren si allontana da me ridacchiando, lo osservo rimettersi il casco.
"Vai." Mi dice poi.
Annuisco e lo saluto prima di combinare altri guai.
Gli do le spalle e salgo le scale fino ad arrivare di fronte al professore Mitamura.
"Ciao Mirea." Mi saluta.
"Buon pomeriggio." Rispondo.
"Quindi... avete chiarito?" Mi chiede indicando la moto di Ren ancora ferma all'ingresso.
"Più .. o meno." Rispondo vaga.
Non lo sto ascoltando molto. Non lo sto ascoltando affatto. Sto solo pensando alle labbra di Ren. Al suo corpo nudo. Ai suoi capelli. Al suo viso bagnato sotto la doccia.. accipicchia, basta adesso.
"Mirea, ci sei?" Mi chiede il professore.
Cazzo non stavo proprio ascoltando.
Annuisco vagamente.
"Non so se quel ragazzo ti faccia tanto bene." Commenta il professore.
"Concordo." Rispondo annuendo vagamente.
Già, Ren mi sta letteralmente stravolgendo la vita. Sarà un bene o no? È quello che voglio o no?

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