Sapeva di non essere una persona facile. Lo sapeva perfettamente.
Quando si metteva in testa qualcosa, per quanto odiasse dire di no, era difficile farle cambiare idea.
Per questo motivo, stava maledicendo da più di un'ora i suoi amici.
Li amava con tutto il cuore per carità, ma in momenti come quelli avrebbe solo voluto rimanere a casa, in pigiama, a leggere un dannato libro in santa pace.
Sapendo che i suoi quella sera non ci sarebbero stati, le erano piombati a casa con la scusa di guardare un film. Non era riuscita a rifiutarsi, e aveva sperato fino all'ultimo che non avessero idee malsane. Ovviamente, si era sbagliata.
Si sentì squadrare dalla testa ai piedi da Ilaria, la sua migliore amica dalle elementari.
"Vieni vestita così?" Margherita per poco non le saltò al collo.
"Forse non avete capito. Io non vengo proprio"
"Dai Meg, che palle. È una serata come un'altra eh"
"Lila, c'è scritto a caratteri cubitali Tinder Game sulla locandina, come può essere na serata normale?"
"Vabbè, ma il posto è quello dove andiamo sempre"
"Appunto, non muore nessuno se per una sera non vengo"
"Ti ricordo che mi sono lasciata da poco, ho bisogno di una serata di rimorchio cara mia" Camilla si mise in mezzo al battibecco delle sue più care amiche, prendendola in contropiede.
Era stata fidanzata per un anno, con un suo ex compagno di classe, Giorgio.
Si erano lasciati il mese prima, perché lei sentiva di non provare più le stesse cose, e voleva prendersi del tempo per se stessa. Nonostante avesse deciso lei di troncare la relazione, l'abitaursi al non avere più al suo fianco una persona con cui aveva condiviso tutto per anni, la faceva stare male.
Margherita cominciò a sentirsi in colpa. I suoi amici sapevano sempre che tasti toccare per farla tentennare, quindi con un cenno di assenso accettò di recarsi in quel maledetto posto.
Era un locale notturno che avevano scoperto ormai da un anno, una sera estiva in cui non sapevano dove andare. Volendo provare qualcosa di nuovo, si erano fatti consigliare da un app che erano soliti usare per cercare le discoteche in giro per Roma, e avevano scovato il "Bloom".
Si erano trovati così bene, che avevano preso l'abitudine di andarci ogni weekend.
"Daje Meg, vedrai che ci divertiremo. E poi che ne sai, magari trovi qualcuno pure tu" Luca si mise in mezzo, per enfatizzare la gioia che aveva scaturito il suo accettare.
"Smettila Lù. Vengo, ma non vi azzardate a rompermi i coglioni con il primo che passa"
"Sei una guastafeste" Luca le fece una linguaccia, per poi trascinarla in camera sua per rendersi decente.
Nella sua testa, quella sera sarebbe rimasta comoda sul suo divano, e si era rinchiusa nel suo amato tutozzo.
Se fosse stato per lei, sarebbe rimasta con la sua tenuta casalinga addosso, ma i suoi amici, in particolare Ilaria, non erano d'accordo.
La costrinsero a mettersi quel maledetto tubino rosso che avevano comprato tempo prima insieme. Secondo loro, prima o poi sarebbe giunta l'occasione giusta per indossarlo.
"Sembro una salsiccia co sto coso addosso" mentre si guardava allo specchio, si trovó inguardabile. Il vestito di per se era molto bello, erano riusciti a convincerla nel prenderlo solo per quello, ma addosso a lei le sembrava orribile.
"Ma che stai a di Meg, sei una favola" Ilaria non volle sentir ragione, e la piazzó in bagno, per piastrarle i capelli.
Margherita sapeva che i suoi amici amavano prendersi cura di lei, distraendola dal concentrarsi su quelli che lei definiva difetti.
Per tutte le volte che aveva condiviso i suoi pensieri negativi con loro, sapevano perfettamente come fare per farla sentire bella. O per lo meno, a suo agio.
Quando non la perseguitavano, li amava con tutto il suo cuore.
Aveva conosciuto per prima Ilaria, in prima elementare. Si erano guardate spaesate, mentre la maestra Lucia le portava insieme ai compagni in quella che per cinque anni sarebbe stata la loro classe. Da lì, non si erano più separate.
Poi, era arrivato Luca. Dopo un attacco isterico e un pianto durato un paio d'ore, alla notizia che le due amiche non avrebbero condiviso la classe al liceo, Margherita si era ritrovata sola.
E così, aveva fatto amicizia con Luca. A modo loro, erano affini. Taciturni ed introversi, avevano cominciato con dei semplici "ciao", per poi diventare inseparabili.
Quando poi Margherita aveva presentato Luca ad Ilaria, era stato amore a prima vista. Quei due erano fatti l'uno per l'altra, opposti ma unici.
Lei l'aveva colpito con la sua energia, e lei era rimasta incuriosita dai modi timidi del ragazzo.
Stavano insieme dal secondo liceo, e non si erano più lasciati. Quell'anno, avrebbero festeggiato il loro quinto anno insieme, e continuavano ad amarsi come il primo giorno.
Con Camilla, il diventare un tutt'uno era stato abbastanza casuale. Margherita l'aveva conosciuta una sera in discoteca, durante una delle poche uscite che aveva fatto con Massimo, quando ancora si frequentavano. Lui l'aveva lasciata da sola nell'area fumatori, con la scusa di voler salutare dei suoi amici, e lei l'aveva aspettato per più di un'ora.
Si era messa a piangere per il nervoso, perché non sapeva come tornare a casa dato che il ragazzo le aveva promesso che l'avrebbe riportata lui con la macchina, e si era ritrovata davanti Camilla. Le aveva offerto il suo drink, per tirarle su il morale, ed erano finite a parlare di tutto e di più per un'ora intera, prima che Massimo la ripescasse per portarla a casa. Si erano scambiate i numeri, e con il passare dei giorni avevano scoperto di andare nella stessa scuola, e lei l'aveva presentata durante l'intervallo agli altri due.
Erano ormai tre anni che condividevano tutto, da semplici gossip a pensieri più profondi. Visti da fuori, non azzeccavano nulla l'uno con l'altro, ma il bene che si volevano rendeva le loro differenze futili.
Avevano riso, pianto, si erano stati vicini, supportandosi sempre, nonostante tutto.
Camilla e Margherita oltretutto, condividevano la passione per il mondo antico, che aveva spinto entrambe ad iscriversi a Lettere, dopo la fine del liceo, l'anno precedente.
Ilaria si era iscritta alla facoltà di architettura, con il sogno di fare l'interior design. Anche se a detta sua, tutto faceva tranne che disegnare.
Luca invece, indeciso su quale strada prendere, aveva deciso di prendersi un anno sabbatico, lavorando qua e là.
Margherita realizzò che in effetti, dato il lavoro che aveva trovato due mesi fa come cameriere, era da un bel po che non passavano una serata tutti e quattro. Cercò di concentrarsi su quel pensiero, mentre la truccavano e sistemavano come se fosse una bambola.
Quando furono soddisfatti del risultato, per evitare che cambiasse idea all'ultimo, la buttarono nei sedili posteriori della macchina di Luca, pronti a partire.
Arrivarono al locale e, mentre parcheggiavano, Margherita si pentì di aver accettato.
Poteva vedere già da fuori quanto il posto quella sera fosse gremito di gente, e cominciò a salirle l'ansia.
Odiava stare al centro dell'attenzione, e le sue paranoie con cui combatteva da anni, la convincevano continuamente che tutti la guardassero, giudicandola. Era da un paio d'anni che aveva cominciato a lavorare sulle sue ansie, grazie all'aiuto di una psicologa.
Piano piano ne aveva affrontate molte ma altre, quelle più profonde, continuavano a rovinarle anche quella che all'apparenza era una semplice serata con i suoi amici.
Camilla la ridestò dai suoi pensieri, esortandola a scendere dalla macchina. Fece un lungo sospiro, cominciando a contare.
Contava sempre, quando era in ansia. Era un metodo che le aveva insegnato la psicologa. Concentrarsi sui numeri spesso l'aiutava a distrarsi dai suoi pensieri, e la calmava.
"Meg, se non te la senti possiamo tornare a casa tua, non ti fare problemi". Sorrise ai suoi amici. Potevano essere insistenti e talvolta pesanti, ma la conoscevano come le loro tasche, e mai l'avrebbero costretta a fare qualcosa durante uno dei suoi momenti di ansia.
"Tranquilli, sto bene. Andiamo a prenderci un bel negroni, va" vedendola relativamente tranquilla, gli amici annuirono, per poi entrare all'interno del loro amato locale.
Sapendo quanto odiasse la calca, Luca aveva chiesto ad un cameriere la disponibilità per uno dei tavoli più appartati, alla fine della sala.
Margherita riuscì a tranquillizzarsi del tutto una volta seduta, cercando di pensare solo a divertirsi.SPAZIO AUTRICE
Ariciao hahaha. Allora, premetto che per questa storia andrò più lenta, sperando vi piaccia comunque.
Ho voluto cominciare con questo capitolo introducendo la nostra nuova protagonista, e i suoi tre amici, che saranno importanti a modo loro per la nostra storia.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se avete consigli o quel che volete insomma, mi fa sempre piacere avere un feedback❤️.
Anche questo lo ricontrollerò poi, ora vado a cena perché per una volta, non pubblico alle 4 di mattina, sia lodato il cielo.
Lov u
❤️🩹
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Cerotti sulle guance
Fanfiction"Che razza di nome è Duccio?" "Sai, come primo approccio non mi pare il massimo"