Se qualcuno le avesse chiesto se si fosse pentita dell'essersi buttata a capofitto in un baratro, chiedendo di uscire a Duccio, la risposta sarebbe stata solo che positiva.
Non appena aveva messo piede a casa, ritrovandosi sola dopo la fine del concerto, aveva realizzato ciò in cui si era infilata da sola.
Si era data della deficiente, chiedendo a se stessa come diavolo le fosse venuto in mente di prendere un'iniziativa così ardua.
Un conto era chiacchierarci nelle situazioni in cui erano presenti anche gli altri, un conto senza avere nessuno intorno da cui poter scappare.
Pensò a mille scuse diverse, per non presentarsi ad un incontro che aveva proposto lei stessa.
Ma una era più stupida dell'altra. E una parte di lei, anche se minuscola, non voleva assolutamente rimandare. Ma aveva paura.
Così, aveva deciso di chiamare l'unica persona che negli anni passati era riuscita ad aiutarla.
Avrebbe voluto fare una delle tante riunioni con i suoi amici, tipiche di quando c'era una novità od un evento importante imminente.
Ma sapeva anche che, parlarne con loro, avrebbe implicato far triplicare la sua ansia.
Nonostante fosse notte fonda, e nonostante sapesse che Cecilia in quel momento si trovava con Jacopo a casa sua, decise di disturbarla comunque. Ne aveva bisogno come l'aria.
"Meggy, tutto ok? Sei a casa?" Si erano salutati tutti quasi da un'ora, dopo l'esibizione dell'ultimo artista della serata.
Si erano fatti una sigaretta tutti insieme, prima che i ragazzi, distrutti, rientrassero in hotel.
Aveva salutato Duccio timidamente, dopo aver confabulato con lui in gran segreto gli ultimi dettagli del loro incontro per la mattina seguente.
Il rosso aveva capito che Margherita non aveva detto nulla ai suoi amici della sua proposta, quindi aveva evitato di parlarne a gran voce. Voleva che lei si sentisse più a suo agio possibile.
Se solo avesse saputo l'ansia che la ragazza stava provando, si sarebbe ricreduto.
"Si si Cecia, non è quello...ti disturbo?"
"Non disturbi mai. Dimmi tutto" le si strinse il cuore. Sapeva di aver fatto la scelta giusta, a chiamare lei.
"Non sei con Jacopo?" Sentì dei sussurri dall'altro capo del telefono, prima della risposta della bionda.
"Sta fumando ora, non ti preoccupare" Margherita aveva il sospetto che Cecilia l'avesse appena cacciato, ma in quel momento i sensi di colpa per aver disturbato la sua amica e il fidanzato non erano nulla a confronto con il panico che stava crescendo sempre di più dentro di lei.
Le confidò di come avesse deciso di lanciarsi in un qualcosa più grande di lei, con la proposta fatta al rosso poche ore prima. Le raccontò di come fosse terrorizzata solo all'idea, non sentendosi ne all'altezza ne pronta per affrontare una cosa del genere.
Dentro di se sapeva di star esagerando, che non era niente di catastrofico.
Ma ogni volta che decideva di agire di sua sponte, finiva col pentirsi di ogni decisione presa.
"Meggy, respira. Hai fatto una cosa bellissima, tu non hai idea di quanto io sia fiera di te. Stai prendendo alla lettera i propositi che ti sei imposta, devi esserne solo che felice" sentiva gli occhi pizzicare. Odiava la sua mente che, vittima dell'autosabotaggio, finiva sempre con il farle credere di star sbagliando.
"Non ne sono sicura. Di cosa parleremo? Ma poi non è troppo presto? Lo conosco da due settimane praticamente, se poi pensa male?" La sua psiche stava cominciando a fare i suoi soliti giri da cui difficilmente riusciva ad estraniarsi.
"Se pensi solo alle cose negative, non riuscirai mai a calmarti. Vi trovate bene a parlare l'uno con l'altro, gli argomenti usciranno da soli piccolina, non c'è un programma da seguire. Tu sii te stessa, e vedrai che andrà bene. E poi, non conta da quanto vi conoscete. Per ora prendila come una colazione con una persona che trovi intrigante, niente di più. A prescindere da ciò che succederà, è una grande prova di coraggio per te. Io ho fiducia Meggy, ce la puoi fare" lacrime di commozione scesero dai suoi occhi. Ma con Cecilia, con le sue parole, era inevitabile.
Lei era fatta così. Riusciva sempre a dire le parole giuste, al momento giusto.
Rimasero al telefono per una mezz'ora, in cui Margherita, dopo l'esortazione di Cecilia, aveva confessato anche a Jacopo l'appuntamento con Duccio. Il riccio l'aveva tranquillizzata ulteriormente, confessandole che il rosso era solo che contento di poter passare del tempo con lei, proprio come lei stessa.
Aveva promesso alla coppia che sarebbe andata subito a dormire, provando a rilassarsi.
Erano rimasti che, qualsiasi pensiero avesse avuto, li avrebbe potuti e dovuti richiamare.
Ci aveva messo ore, ad addormentarsi. Ma aveva scelto di non contattare nessuno.
Era una sfida con se stessa, dopotutto.
Al mattino, il pentimento e le paranoie erano tornate a gran voce, facendola desistere per un momento.
Poi, afferrando il telefono, si era ritrovata delle notifiche del rosso che l'avevano fatta sorridere.
Aveva iniziato a pensare che forse sarebbe andata bene.
@__piccolo___ : buongiorno :) fra una mezz'ora sono sotto da te, a dopo.
@__piccolo___ : sono molto curioso di vedere dove mi porterai, sappilo.
Si rese conto, andando nel panico ancora di più, che mancava poco più di un quarto d'ora all'orario prestabilito. Aveva letto tardi i messaggi di Duccio.
Maledicendosi per aver messo la sveglia troppo tardi per potersi preparare, provó a rendersi presentabile il più possibile.
Sotto consiglio di Cecilia, come la serata a San Lorenzo, indossó dei vestiti con cui solitamente si sentiva a suo agio.
Quella mattina però, complice la sua ansia, le sembrava che niente andasse bene.
Buttó metà del suo armadio sul letto, per poi scegliere un vestitino rosso a fiori che le avevano regalato i suoi cari nonni paterni tempo prima.
Con loro aveva uno splendido rapporto e, scaramantica com'era, sperava che quel vestito le portasse fortuna.
Si infilò fra i capelli una fascia nera, non avendo abbastanza tempo per sistemarli come avrebbe voluto.
Poi, il suo telefono vibró ancora.
@__piccolo___ : sono sotto :)
Il suo cuore mancó di un battito. Ormai, non poteva più scappare.
Si guardó un'ultima volta allo specchio, per poi uscire.
Si chiuse il portone alle spalle, osservando il ragazzo davanti a lei.
E come la prima volta, lo consideró stupendo. Nella sua semplicità, Duccio splendeva di luce propria ai suoi occhi.
"Buongiorno signorina" Il rosso la riportó sulla terra, facendo terminare la sua radiografia.
"Buongiorno" si scambiarono due timidi baci sulle guance, per poi incamminarsi.
"Ora mi dirai dove stiamo andando?" Margherita ridacchió.
"Assolutamente no, è una sorpresa. Posso solo dirti che è uno dei miei posti preferiti di Roma".
Duccio la guardó più incuriosito di prima, aumentando ulteriormente la sua risata.
Mantenere quell'alone di mistero le stava dando modo di concentrarsi sul non far capire subito al rosso dove fossero diretti, piuttosto che sul fatto che era arrivato il momento di affrontare una situazione in cui era completamente sola.
Gli comunicó che da casa sua ci avrebbero impiegato poco più di venti minuti, e che se il rosso avesse voluto, avrebbero potuto prendere un autobus per fare prima.
Duccio, a cui Jacopo, sotto costrizione di Cecilia, aveva comunicato quanto Margherita amasse camminare, decise per entrambi di andare a piedi, sperando di metterla a suo agio.
Aveva notato come, per quanto stesse facendo finta di niente, la mora accanto a lui fosse tesa.
Parlarono del più e del meno, concentrando la loro iniziale attenzione sul concerto della sera precedente.
Poi, Margherita si era scusata, arrossendo, di non avergli risposto ai primi messaggi quella mattina, spiegandogli che si era svegliata un po' tardi. Duccio sorrise in modo genuino, quando udì le scuse della mora. Si era reso conto di quanto quella ragazza fosse un controsenso. Parte di lei, sembrava quasi voler sembrare coraggiosa, spavalda. L'altra parte invece, quella che lui aveva percepito fin dalla prima volta in cui l'aveva vista, era un continuo camminare sulle punte, quasi ad avere paura di sbilanciarsi.
Duccio cercó di capire dove si trovassero, mentre Margherita gli comunicava che erano arrivati.
Riconobbe Castel Sant'Angelo, luogo in cui si era avvicinato con i ragazzi solo durante uno dei loro tragitti in pullman per sportarsi nella città.
Ma la loro vera meta, non era il monumento.
Margherita lo condusse in un chiosco lì accanto, un po' malmesso.
Salutó il barista con affetto, quasi come se lo conoscesse da anni. Poi, si sedettero ad uno dei tavolini.
Duccio si guardò intorno. Subito dopo una sfilza di tavolini, vi erano una serie di scaffali, pieni di libri. Sorrise istintivamente. Ora aveva capito, perché quel posto le piacesse tanto.
Margherita lo osservava con fare curioso, quasi a voler cogliere ogni sua reazione al luogo in cui l'aveva portato.
"Si chiama BiblioBar. È uno dei posti in cui mi sento a casa. Amo venire qui e leggere godendomi la vista" il rosso le sorrise.
"È un posto bellissimo. Grazie di avermi portato qui".
Margherita ringraziò il cielo quando il cameriere li interruppe, chiedendo loro cosa desiderassero.
"Scommetto che hai letto tutti i libri che hanno" Duccio concentrò la conversazione su un argomento che sapeva le stesse a cuore, come la lettura, per farla sciogliere un po'. Al sorriso smagliante che lei gli riservò alla sua affermazione, capì di aver fatto centro.
Mentre aspettavano l'arrivo della loro ordinazione infatti, Margherita lo trascinò davanti gli scaffali, per spiegargli la disposizione dei volumi, e condividere con lui i suoi libri preferiti che aveva scovato li.
Duccio la osservava rapito parlare. Quando raccontava di ciò che amava, delle sue passioni, i suoi occhi brillavano. Si rese conto che era lo stesso che lui provava con la musica, con lo scrivere i suoi pezzi. A modo loro, erano accomunati dalla voglia di fuggire dal mondo reale, rifugiandosi in ciò che amavano di più.
Vennero richiamati dal cameriere, che aveva poggiato al loro tavolo la colazione.
"Mi togli una curiosità?" Margherita annuì titubante.
"Come mai mi hai portato qui?" Aveva il sospetto che prima o poi quella domanda sarebbe arrivata.
"Io...in realtà non lo so. Adoro questo posto e ho pensato di fartelo vedere". Entrambi sapevano che sotto c'era molto altro, ma Duccio aveva intuito che non avrebbe ricevuto una risposta più esaustiva. Almeno in quel momento.
"Quindi stasera avete deciso cosa fare per l'uscita dell'EP?" Cambiò drasticamente argomento, cominciando a percepire di nuovo l'ansia invaderle la mente.
"Ceci ha offerto casa sua per aspettare la mezzanotte insieme e festeggiare. Ovviamente siete invitati anche voi"
"Ormai casa de Cecia è diventata il vostro hotel" risero insieme, per poi finire col mangiare in silenzio.
Ma non era un silenzio imbarazzante, anzi. Complice la vista stupenda che li riservava quel luogo, era come se si trovassero in un universo parallelo, in completa pace.
Il momento venne spezzato dallo squillare del telefono di Margherita, la quale aggrottò la fronte nel leggere il nome di Ilaria sul display.
L'amica infatti, era solita svegliarsi non prima di mezzogiorno, ed erano solo le 11:00.
Si scusò con Duccio per l'interruzione, poi rispose.
Nel sentire dei singhiozzi provenire dall'altro capo del telefono, si allarmó. Ilaria non piangeva quasi mai. Quel ruolo infatti, era il suo.
"Lila, che succede?"
"Meg ho litigato greve co Luca, posso veni da te?" Margherita tentennò nel rispondere, lanciando uno sguardo al ragazzo davanti a lei.
"Amore sono fuori casa" non sapeva cos'altro dire. Amava la sua amica, ma non voleva lasciare appeso Duccio.
Quest'ultimo, avendo capito che fosse successo qualcosa, le disse di non preoccuparsi, e che l'avrebbe riaccompagnata subito a casa.
Margherita comunicò ad Ilaria che nel giro di poco tempo sarebbe giunta a casa sua, per aspettarla. L'amica parve calmarsi un minimo, per poi dirle che a breve sarebbe uscita di casa.
"Scusa,veramente. Ilaria...è raro, che prenda così una litigata con Luca, me so preoccupata" Duccio le sorrise per rassicurarla.
"Non ti preoccupare. Si vede che sei una buona amica. E poi, convivo con Caph, quindi capisco benissimo. Quelle poche volte in cui sta davvero male, c'è bisogno di tutto il sostegno possibile". Margherita ridacchió alla risposta del rosso, per poi incamminarsi verso la cassa.
Duccio la fermò prontamente, dicendole che avrebbe pagato lui.
"Tu mi hai portato qui, io pago" Margherita alzò gli occhi al cielo, imbarazzata. Era la prima volta che qualcuno le offriva qualcosa.
Massimo non lo aveva mai fatto.
Fecero il percorso dell'andata al contrario, e Duccio cercò di distrarla il più possibile dalla preoccupazione che aveva per la sua amica.
Una volta arrivati al portone, Margherita ringraziò il cielo di aver fatto prima di Ilaria. Ci mancava solo che la vedesse in compagnia del rosso sotto casa sua. Nella sua testa, avrebbe raccontato tutto ai suoi amici una volta tornata.
"Sono stata bene, scusa per la fuga. Non è stata volontaria" sottolineò ancora una volta il suo grande dispiacere per la separazione prematura. Si stava trovando bene, con lui.
"Stai tranquilla, pensa alla tua amica. Avremo modo di ripetere signorina" si allontanò facendole un'occhiolino, per poi sparire dietro l'angolo.
Margherita rientrò a casa con il cuore a mille. Nonostante l'interruzione, si era goduta ogni singola parola scambiata col rosso.
Le maledizioni per la sua amica poi, diminuirono, quando le tornò in mente che lo avrebbe rivisto la sera stessa.
Nell'attesa, per cercare di smorzare quell'ultimo filo di tensione che ancora vigeva dentro di lei, preparò qualcosa da mangiare per la sua amica. Conoscendola, sarebbe arrivata morente di fame come suo solito.
Mentre finiva di spalmare la marmellata sul pane che aveva tostato, vide il suo telefono illuminarsi.
Pensando si trattasse dell'amica che stava arrivando, interruppe ciò che stava facendo.
Ma non era Ilaria, anzi.
@__piccolo___ : anche io sono stato bene oggi :)
@__piccolo___ : e vorrei arrivare fino in fondo per vedere se ci sei
@meg.falvo : in che senso?
@__piccolo___ : lo vedrai ;)SPAZIO AUTRICE
Questo capitolo è stato un parto e lo detesto, ma visto che sono masochista e ho già 483743 idee per ciò che succederà dopo, eccolo qua lo stesso.
Anyway, finalmente un momento solo per loro, in cui vengono però di nuovo a galla le paranoie di Margherita, che sembra perennemente incerta sul da farsi. Che Duccio non le sia indifferente è evidente dal primo incontro, ma convivere con le pare può essere complicato, staremo a vedere se reggerà botta. Colazionao meravigliao dei piccioncini rovinata dalla cara Ilaria (si, mettere in mezzo le amiche è parte integrante delle mie storie).
Altra parentesi, visto che è uscito (finally) sto benedetto ep, perché non inserirlo? La frase è di "preferirei" e come nella storia di Pietro, nella mia mente contorta ha una logica.
Detto ciò, Let me know cosa ne pensate, spero che a voi possa piacere un minimo.
Lov u
❤️🩹
P.s. Co sta storia mi è venuto il vizio di perdere tempo a specificare i miei posti del cuore di Roma da brava patriottica, e vi assicuro che il bibliobar è un luogo magico. Leggere sotto castel Sant'Angelo è >>>>
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Cerotti sulle guance
Fanfic"Che razza di nome è Duccio?" "Sai, come primo approccio non mi pare il massimo"