"Ho fatto una cazzata".
Così aveva esordito Andrea, facendo cadere l'attenzione dei presenti nella stanza su di lui.
Erano arrivati da poco nella città in cui avrebbero cantato quella sera, e si erano subito diretti nell'area che gli organizzatori del concerto avevano dedicato loro, in attesa di essere richiamati per il soundcheck.
Si erano sbracati sui divanetti, per perdersi nel tipico cazzeggio pre concerto.
Marco aveva rapito Duccio in un monologo spassionato su quanto fosse contento di essere tornato con Sissi, di averle dato una seconda possibilità.
Non che il rosso fosse scontento della gioia dall'amico, anzi. Sapeva quanto il platinato ci avesse sofferto, quindi vederlo finalmente sereno lo rendeva felice. Ma in quel momento, l'ultima cosa di cui voleva parlare era l'amore.
Ringraziò quindi mentalmente Andrea, per aver distratto tutti, ed averlo salvato anche se inconsapevolmente.
"Che è successo?" Pietro spezzò il silenzio misterioso che era calato nella stanza dopo la frase di Andrea. Il corvino, grattandosi la nuca, guardò per terra, per poi parlare.
"Ho scopato con Camilla, ieri".
"Tu hai fatto cosa?"
"Ti devo fare un disegnino? Ho fatto sesso con l'amica della tua fidanzata" Jacopo lo guardò con il sopracciglio alzato. L'imbarazzo con cui Andrea si stava rivolgendo loro, non riusciva a comprenderlo. Faster adorava sbattere in faccia agli amici le sue conquiste.
"E sarebbe una cazzata perché...?" Andrea sbuffò, esasperato.
"È una cazzata perché fino a prova contraria mi sto frequentando con Anita cazzo".
Gli amici lo guardarono straniti, oltre che stupiti.
Anita era una ragazza che lavorava come dogsitter ad Empoli, a cui Andrea lasciava Akhen ogni volta che doveva partire per un concerto. Ma il corvino non li aveva mai detto che si stessero frequentando o altro, anzi.
"Da quanto va avanti? E perché non ci hai detto nulla?" Dario, da brava mamma del gruppo tanto quanto Ghera, cominciò a tartassarlo di domande.
"Due mesi, più o meno. E non ve l'ho detto perché siete peggio di Huda e le sue amiche, comare del cazzo. Non è ancora niente di ufficiale, però mi piace e sento come di aver tradito la sua fiducia". Agli occhi degli altri, sembrava come se qualcun altro si fosse impossessato della mente di Andrea. Era il primo, fra loro, a sottolineare in continuazione quanto non volesse una cosa seria, quanto si volesse divertire.
"Se ti piace Anita, perché sei andato con Camilla?" Marco aveva appena fatto la domanda del secolo.
"Ma che cazzo ne so... abbiamo bevuto entrambi più del dovuto, forse. È che ha quello sguardo da gatta che-"
"Faster non ce ne frega un cazzo dei tuoi sogni erotici sugli occhi delle ragazze, ti prego risparmiaci"
"Mamma Ghera difendimi, Dario oggi ha deciso di mandarmi alla gogna" Gherardo, appena rientrato dopo aver confabulato con tecnici, gli scoppiò a ridere in faccia.
"Qualsiasi cosa tu abbia fatto, sei indifendibile a prescindere"
"Ha scopato con Camilla, l'amica di Roma di Cecilia"
"Ecco, lo sapevo. E Anita dove l'hai lasciata?" gli altri sgranarono gli occhi, nel sentire le parole del loro manager/mamma all'occorrenza.
"Cioè scusa, Ghera lo sapeva e noi no? Ma quanto puoi essere stronzo"
"Caph, Ghera è Ghera. Non potevo non dirlo a mamma"
"Sei incommentabile" Marco incrociò le braccia al petto, fucilandolo con lo sguardo.
"Io sarei incommentabile? Vogliamo parlare di Duccio che prima fa tutto il filosofico poi ficca la lingua in gola a Margherita?" Andrea, resesi conto di quanto stesse finendo in una situazione scomoda, e non volendo sottostare ai rimproveri dei suoi amici, spostò l'attenzione sul rosso.
Quest'ultimo, rimasto in silenzio fino a quel momento, alzò gli occhi verso il corvino, maledicendolo con lo sguardo.
Si sentì gli occhi di tutti puntati addosso, e la sensazione di voler sparire cominciare a salire.
"Che c'è?"
"Che c'è? Du, ma oggi state tutti sotto acidi? Ti sei baciato Margherita per due ore, e chiedi che c'è? Siamo curiosi!" nel sentire quelle parole, la mente di Duccio automaticamente tornò a quanto successo la sera prima, rabbuiandosi.
Le aveva scritto, a Margherita. Che se avesse voluto, lui l'avrebbe ascoltata.
Ma lei non aveva dato cenni di vita, facendolo intristire ancora di più.
Non voleva che un momento che lui ricordava come magico, diventasse motivo di sconforto per la ragazza.
Eppure, era ancora in silenzio stampa.
Non rispose all'attacco di Dario, scusandosi e ritirandosi all'esterno, per fumarsi una sigaretta.
Gli amici rimasero interdetti a quella sua reazione. Non che Duccio fosse come Andrea, che si vantava in continuazione delle sue conquiste, ma non era mai successo che non rispondesse proprio, o addirittura, che si incupisse al ricordo di una serata che, in teoria, avrebbe dovuto essere gradevole.
"Vado io" Jacopo, prima che qualcun altro potesse parlare, si offrì di raggiungere il rosso.
Cecilia, quella mattina, gli aveva confessato che Margherita aveva avuto una serata difficile, rientrando a casa. Il riccio infatti, dopo aver visto la tristezza sul volto di Duccio in van, aveva chiesto alla sua ragazza se sapesse cosa fosse successo fra i due, visto che fino a poco prima del rientro a casa sembravano più che affiatati.
La bionda però, non gli aveva risposto fino alla mattina, quando gli aveva raccontato a grandi linee della crisi di Margherita, e di come fosse rimasta in pensiero tutta la notte, in attesa di un messaggio della mora che però, non era mai arrivato. Finché lei, insieme agli altri, non si era imbucata a casa sua, costringendola ad aprirsi.
Quindi Jacopo lo sapeva, che c'era qualcosa che veramente non andava. Ora, doveva solo cercare di spiegare al suo amico che non era assolutamente colpa sua, anzi.
"Du, posso farti compagnia?" Interruppe la contemplazione del vuoto al rosso, per poi sedersi accanto a lui sul muretto, senza aspettare un'effettiva risposta da parte sua.
"Jack, non vorrei sembrare scortese, ma vorrei stare un attimo da solo"
"Mi dispiace, ma il timpano che mi sono perforato ancora non è guarito, sente solo le cose che gli vanno bene" Duccio guardò l'amico, facendo una risatina, per poi riguardare davanti a se, tornando con un'ombra scura ad incorniciargli il volto.
"Sai, ho sentito Ceci prima e-" il rosso lo interruppe con uno sbuffo.
"Sai com'è, è la tua fidanzata" Jacopo alzò gli occhi al cielo.
"Fammi finire il mio discorso, primadonna che non sei altro" Duccio gli diede una piccola spinta, facendo il finto offeso per quel nomignolo. Ormai, ci si era abituato.
"Dicevo. Ho sentito Ceci, e mi ha raccontato un po' di Margherita" sentendosi lo sguardo del rosso addosso, Jacopo continuò il suo discorso.
"Mi ha detto di dirti, con minacce annesse, che Margherita non ce l'ha con te in alcun modo, e che non centri niente con come ha reagito a fine serata, ieri, e-"
"Non lo può sapere Jack. Sembrava terrorizzata e schifata solo all'idea di esserci baciati cazzo".
Se c'era parte di Duccio che ancora fremeva all'idea di aver unito le sue labbra con quelle della mora, l'altra non riusciva a togliersi dalla testa lo sguardo di panico che lei gli aveva rivolto.
Si sentiva impotente e al tempo stesso colpevole, di quella situazione.
"Du, ascoltami e basta. Sta con lei ed i suoi amici, ora. Non posso dirti esattamente cosa le sia successo perché in primis non lo so bene neanche io, ma quello che ti posso dire è che se ti ha baciato, perché si, so che è stata lei ad iniziare, è perché lo voleva. Ne ha parlato con cecilia e le ho assicurato che te lo avrei detto, perché anche lei in questi mesi ha imparato a conoscerti e sapeva perfettamente che ti saresti dato la colpa di tutto".
Duccio rimurginò un attimo sulle parole dell'amico, per poi rispondergli.
"Non lo so Jack, non capisco. Le ho anche scritto, che ci sono per lei, ma non mi ha ancora risposto. Penso di averla spaventata, con la dedica di Preferirei. Non...forse sarebbe stato meglio non avergliela inviata, non so. Sono confuso. Sono felice, che mi abbia baciato di sua spontanea volontà, ma se penso alla reazione che ha avuto, mi passa tutta la gioia"
"Du, lo so. Non è una situazione facile, lei...ha dei brutti trascorsi, come ti ha accennato Cecilia in hotel. É...si vede che ha dei demoni interiori, così come tutti noi, evidentemente però non li ha ancora affrontati del tutto. Dalle un po' di tempo, vedrai che le cose si sistemeranno".
Jacopo cercò di rassicurare con lo sguardo il rosso, e sorridendogli incoraggiante.
"Lo spero Jack, io...sono curioso, oltre che spaventato. Non ho davvero idea di come si possa risolvere, qualsiasi cosa sia successa fra noi e-" venne prontamente fermato dal riccio.
"Tempo al tempo Du, tempo al tempo" Duccio, un minimo più sereno dopo aver buttato fuori alcuni dei suoi tanti pensieri, rise alla risposta dell'amico. Stavolta, fece una risata vera.
"Certo che sei diventato proprio un guru di vita, egomostro" Jacopo ridacchiò.
"Ripeto, siete voi che non vi rendete conto di quanto io sia fantastico"
"Vedo che l'egocentrismo però è sempre lo stesso".
Lo scambio di battute fra i due venne interrotto dalla vibrazione del telefono di Duccio, che prontamente lo afferrò dalla tasca dei suoi jeans. La speranza che fosse una sua notifica era così alta che, in un primo momento, non si accorse che gli aveva realmente risposto.
"Che ti avevo detto?" Jacopo, che si era sporso verso l'amico per controllare chi fosse, gli lasciò una pacca amichevole sulla spalla, a mo di incoraggiamento, prima di avvisarlo che sarebbe rientrato, per lasciargli un minimo di privacy.
Duccio, rimasto solo, fece un respiro profondo, e aprì la chat.
@meg.falvo : lo so che mi vedi, e la cosa mi terrorizza. Scusa se sono scappata, di nuovo, ieri. Il panico ha preso possesso di me e non ho retto botta. Ora ti prego, non pensare di aver sbagliato qualcosa, perché se c'è qualcuno che ha fatto un errore ieri, so stata io. Ad averti fatto credere di essere stato tu la causa del mio malessere, quando non è assolutamente così. Buon concerto signorino, spaccate tutto.
@meg.falvo : e se avrai voglia di riportarci dove ci siamo lasciati la scorsa volta, e se avrai voglia di correre, ti prenderò e mi farò prendere. Promesso.
Duccio sorrise, leggendo il secondo messaggio che Margherita gli aveva inviato. Nonostante fosse storpiato, era un pezzo di uno dei suoi singoli, che la mora a quanto pare aveva ascoltato più di una volta.
Capì anche quanto si fosse sforzata, ad inviargli quei messaggi. L'ammissione di colpa, la confessione di una debolezza, non erano cose che si confidavano a chiunque, e lui lo sapeva bene.
Scelse di fidarsi delle sue parole, di dare fiducia a quella promessa che, seppur implicita, la ragazza gli aveva fatto.
Sperava solo che, col tempo, le cose sarebbero andate per il meglio.
Ripensò alle parole che Jacopo gli aveva detto poco prima.
"Tempo al tempo Du".
"Staremo a vedere allora".SPAZIO AUTRICE
Sto capitolo non mi convince per niente maa non volevo lasciarvi a secco quindi ecco a voi un intermezzo di Duccio e il caro Jacopo psicoterapeuta. Oltre ad Andrea che, a quanto pare, ha già le sue pene d'amore a cui pensare, oltre Camilla. Ma staremo a vedere cosa accadrà e tutto. È un capitolo abbastanza di passaggio che, ripeto, non mi piace troppo, ma volevo descrivere un po' anche il punto di vista del nostro Duccio sottone, quindi eccoci qua. Ora tocca vedere se veramente Margherita terrá conto della sua pseudo promessa, o se fuggirà ancora. Who knows.
As always, fatemi sapere cosa ne pensate e tutto.
Lov u
❤️🩹
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Cerotti sulle guance
Fiksi Penggemar"Che razza di nome è Duccio?" "Sai, come primo approccio non mi pare il massimo"