CAPITOLO XIII

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Quando Cecilia comunicò al gruppo dell'aggiunta all'ultimo minuto dei suoi vecchi amici, Duccio esultò internamente.
Non volendo fare la figura del sottone, cosa di cui gli altri lo prendevano in giro amorevolmente, non disse nulla ad alta voce.
Sperò solo di poter parlare ancora con Margherita. Era rimasto piacevolmente stupito, la sera precedente, quando lei gli aveva offerto una sigaretta. Aveva intuito che fosse come un gesto di pace, e non si era fatto perdere l'occasione d'oro che gli era stata offerta.
Dopo aver capito che non era una ragazza che si apriva facilmente, aveva provato a metterla a suo agio parlando del più e del meno, con dei riferimenti impliciti alle stupide domande di quel sondaggio fatto sabato sera. Musica preferita, film, passioni. Era stato particolarmente piacevole, parlarne con lei. Nei pochi momenti in cui non scappava, ereggendo un muro, sembrava quasi si conoscessero da una vita.
Aveva capito che la ragazza non amava aprirsi con qualcuno che riteneva uno sconosciuto, quindi si era accontentato di strapparle qualche dettaglio su domande abbastanza generiche.
Per quella sera però, stava cercando di trovare un modo per rimanerle impresso, per potersi avvicinare a lei.
Sarebbero partiti il giorno seguente, a causa del concerto di mercoledì a Cagliari. Ancora non ci credeva. Per la prima volta, avrebbero suonato in Sardegna. Era euforico, certo. Ma il pensiero di avere un'ultima sera per fare colpo su Margherita, non gli si levava dalla testa.
Notando come tutti stessero cazzeggiando come al solito, decise di buttare nei meandri più profondi della sua mente l'orgoglio, e si diresse a passo spedito verso la fidanzata del suo amico.
"Ceci, disturbo?" Cecilia, intenta a sistemare il suo prossimo post di Instagram, che raccontava il progetto a cui lavorava da mesi, alzò la testa, sghignazzando.
"Finalmente te sei deciso a venire da me. È mezz'ora che me fissi dal letto di Faster. Me stavo a spaventa" Duccio si sentì in imbarazzo, e quasi si pentì di essere andato da lei. A quanto pare la bionda immaginava di cosa volesse parlargli. Huda era andata a fare una passeggiata con Dario, quindi lei gli era sembrata la sostituta migliore, a cui chiedere consiglio.
"Vabbè, sei impegnata. Vado a giocare con Caph a Fortnite" Cecilia lo fermò per un braccio, facendogli cenno con la testa di sedersi accanto a lei, spiaggiata su una delle poltrone presenti nella stanza.
"Non fa lo scemo, stavo scherzando. Dimmi tutto" gli fece un sorriso incoraggiante, quindi Duccio si sedette, pronto a levarsi dalle scarpe qualche sassolino di troppo.
"In realtà non volevo chiederti niente di che, solo se avevi risolto. Con Margherita dico" la bionda rise.
"Beh, ieri è venuta da me, quindi direi di sì, abbiamo iniziato a chiarirci. Ma non ci credo che volevi chiedermi solo questo" il rosso sbuffò.
"No, hai ragione. In realtà volevochiedertideiconsiglisucomeconquistarla" disse la frase talmente veloce e a bassa voce, che Cecilia non riuscì a capire neanche una parola.
"Du, se parli così non capisco na ceppa"
"È che è imbarazzante! Io sono Duccio Caponi, ci so fare con le donne diamine!" Cecilia lo guardò con tanto d'occhi, prima di scoppiare a ridere di gusto, attirando l'attenzione degli altri presenti nella stanza.
"Huda ha ragione, sei proprio una primadonna" al sentire la frase della bionda, anche gli altri si misero a ridere, facendo imbarazzare Duccio più di quanto lo fosse già.
"Pi, che le hai detto? Hai di nuovo le crisi esistenziali sui tuoi capelli?" Andrea lo prese in giro, aumentando le risate degli altri.
"Oh che palle che siete. Comunque si, stavo pensando a come sistemarli. Contento?" Duccio lanciò un'occhiataccia fintamente rabbiosa all'amico, per sviare l'attenzione sul suo vero dilemma.
Data la soglia di attenzione del gruppo, tempo cinque minuti tornarono tutti a fissare lo schermo della televisione come se fossero dei bambini, dando consigli a Marco su come giocare e battere quelli che a detta loro erano "stupidi mocciosi incapaci".
Vedendo che fosse quasi ora di cena, Duccio si recò in camera sua per cambiarsi. Quella sera Cecilia li avrebbe portati in un altro ristorante a Trastevere, famoso a quanto pare per i dolci. Poi, avrebbero bevuto una cosa in un locale la vicino, dove li avrebbero raggiunti i romani.
Duccio aveva il sospetto che la fissazione di quei giorni per il quartiere dell'amica di Margherita, non fosse stato casuale. Per lo meno, da parte di Cecilia.
Si riunirono nella Hall, per recarsi a cena. Cecilia, in un momento caotico di chiacchiere fra gli altri, si accostò a Duccio.
"Du, comunque non devi farti pare con Meggy. Non ha bisogno di nient'altro che di te stesso. Le parli, e vedi come va. Fidati di me" si allontanò, facendogli un occhiolino. E Duccio, decise di fidarsi delle parole di una persona che a quanto pare, conosceva la ragazza molto bene.
La cena passò più velocemente del previsto, e in un attimo si ritrovarono nel locale scelto dalla romana, il Delirium.
Si sedettero al tavolo precedentemente prenotato, in attesa di essere raggiunti dal resto della strana combriccola che si stava per creare.

Margherita ci aveva provato, a desistere. Dopo aver mangiato un piatto di pasta a casa di Camilla, quest'ultima e Ilaria si erano recate in camera della prima, per truccarsi un po'. Margherita le aveva seguite in silenzio, mentre Luca andava a fare benzina, stando quasi a secco.
Avevano insistito per farle mettere un po' di trucco, ed era stata al gioco, sperando che si accontentassero. Non aveva messo in conto però, l'euforia che arieggiava nell'aria. Lei stessa era euforica, ma la sua tipica ansia era tornata alla carica, impedendole di godersi l'emozione che sentiva all'idea di poter riparlare con il rosso.
Conoscendola, le amiche l'avevano distratta parlando di tutt'altro, mentre attendevano il ritorno di Luca. Quando poi era arrivato il momento di scendere per andare, Margherita aveva cominciato con la tipica solfa del "non me la sento". Ma era stata bellamente ignorata.
E lei continuava a non sentirsela, nonostante stessero entrando in quell'esatto momento nel locale proposto da Cecilia.
Cercó di mettere su il suo sorriso migliore, per poi salutare con una mano i ragazzi sorridenti seduti al tavolo. Si sedette accanto a Cecilia, che aveva lasciato un posto libero accanto a lei proprio per la sua Meggy.
"Maledetta" fu la prima cosa che pensó, quando realizzó di essere finita, sedendosi accanto alla bionda, di fronte a Duccio, che le sorrideva timido.
Cercó di non pensarci troppo, unendosi alla conversazione generale che arieggiava al tavolo.
Il topic era l'imminente partenza del collettivo, e appizzando l'orecchio, riuscì a captare informazioni incerte sul fatto che sarebbero tornati presto nella capitale.
Prima che qualcuno potesse interpellarla, dato che era rimasta in silenzio a guardare con finto interesse il tavolo di legno del locale, arrivò il cameriere per le ordinazioni.
"Un negroni, grazie" quando arrivò il turno di Duccio, Margherita arrossì. A quanto pare, avevano gli stessi gusti anche sull'alcol.
"Due, per favore" il cameriere la guardò per poi annuire.
"Ma tu non avresti un esame fra tipo tre giorni?" Andrea la prese in giro, facendola ridacchiare.
"Si, vero. Ma io e Cami siamo state brave oggi, quindi mi do un premio da sola".
Camilla, seduta accanto a lei, annuì guardando il corvino, che di tutta risposta le fece un'occhiolino. Margherita si accorse, nuovamente, di quello scambio, ma i suoi pensieri vennero fermati da una presenza dietro di lei.
"Posso ricambiare?" Non si era accorta che il rosso si era alzato, per poi dirigersi alle sua spalle. In mano teneva un pacchetto di sigarette, e Margherita accettò di buon grado. Quel giorno, si era dimenticata di comprarle. Si autoimpose di pensare che fosse solo quello il motivo del suo sì.
Si diressero all'esterno, per poi appoggiarsi al muro del locale. Come la sera precedente, iniziarono a fumare in silenzio. Con lo stupore di entrambi però, quella volta fu Margherita a prendere parola per prima.
"Me togli una curiosità?" Il rosso annuì.
"Volevi mandarmi un negroni sabato?" Duccio annuì di nuovo, ridacchiando.
"È colpa di Faster e gli altri se ho desistito, però si. A quanto pare ci avevo preso" fu poi Margherita ad annuire, sorridendo. Era assurdo quanto risultassero simili senza conoscersi.
"Quando hai l'esame quindi?"
"Mercoledì nel primo pomeriggio. Spero vada bene, io e Cami ce siamo fatte il culo vero"
"Non vorrei portare sfiga, ma se te la senti bene allora andrà-" Margherita lo zittì con gli occhi sgranati.
"Per carità di Dio, ma che sei scemo? Non lo di manco per scherzo. Porta jella" Duccio sgranò gli occhi a sua volta, scoppiando a ridere.
"Non pensavo fossi così scaramantica"
"Lo sono caro mio, pure troppo" Duccio si rese conto che la ragazza stava incominciando a sciogliersi, e gli fece un grande piacere. Chiacchierarono un altro po, per lo più sugli eventi imminenti, concerto di lui ed esame di lei, prima di rientrare sotto richiamo di Andrea, all'arrivo dei loro drink.
Fu una serata tranquilla, piena di risate, come se fossero tutti amici da sempre.
Si salutarono abbastanza presto, per la partenza del giorno dopo dei ragazzi. Impacciatamente, Duccio e Margherita si scambiarono i tipici baci sulla guancia, come con gli altri, ma con sotto lo sguardo vigile e sornione di tutti i loro amici.
Margherita tornò a casa con un sorriso accennato sul volto.
Non si aspettava minimamente di poter dare ragione a Cecilia. Eppure...aveva ragione. Quei ragazzi le stavano particolarmente simpatici.
La sua attenzione venne richiamata da una notifica del suo telefono.
@__piccolo___ ha iniziato a seguirti.
Il suo sorriso aumentò senza che se ne rendesse conto, mentre ricambiava il segui al ragazzo.

SPAZIO AUTRICE
Capitolo scritto così, de botto, senza senso. Dovevano essere due parti divise ma separate non mi convincevano quindi ho fatto un'unione di momenti ed eccoci qua. Sono contenta che sia più lungo del solito, ma la mia ossessione per le cose lineari sta soffrendo. Per ora, la ignoro.
A modo suo è importante perché i piccini hanno avuto modo di chiacchierare un altro po.
Fatemi sapere cosa ne pensate as always.
Lov u
❤️‍🩹

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