CAPITOLO XXXIV

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Se fosse stato per là se interiore, dominata dai pensieri autodistruttivi, si sarebbe pentita di ciò che aveva deciso.
Invece, per una volta, stava lasciando che la parte migliore di se, quella che cercava di eliminare i sensi di colpa e fallimento, prendesse il sopravvento.
Era fiera di Cecilia, con tutto il suo cuore.
Vederla felice, vederla circondata da quell'amore che i ragazzi e ragazze che la seguivano le stavano dando, l'avevano convinta che ne era valsa la pena.
E oltre se stessa, doveva ringraziare anche Duccio.
Margherita l'aveva capito, che da quando si era infilato a piccoli tocchi nella sua vita, aveva ricominciato a vedere a colori.
La sua psicologa, tempo prima, le aveva detto che percepiva come se lei vivesse una vita composta solo dal nero, che non riuscisse a vedere il bello che c'era intorno a lei.
All'inizio Margherita non le aveva creduto, anzi. Era convinta che la sua psicoterapeuta esagerasse, che non era così vero che l'aveva capita a pieno come tanto credeva.
Si era però ricreduta.
Massimo l'aveva distrutta, l'aveva annullata, e lei non si era mai ripresa del tutto.
Era perfettamente consapevole che, in un altro momento, non avrebbe mai dato corda al rosso. Di conseguenza, sapeva che il merito principale per essersi lasciata andare lo doveva a se stessa. Ma sapeva anche che se aveva deciso di farlo proprio con Duccio, doveva esserci un motivo.
"Ti vedo pensierosa, bambina. Che succede?" Margherita sorrise spontaneamente.
Aver ritrovato Cecilia, averla riaccolta nella sua vita, era stata la decisione migliore che aveva preso nell'ultimo anno.
"Pensavo all'ultimo periodo. Mi sembra così assurdo, che siano cambiate così tante cose"
"Che intendi?"
"Prima di tutto, ho ritrovato te. E poi beh...non pensavo, detto sinceramente, di poter tornare a vedere del positivo, nella mia vita. Stavo riflettendo su questo" Cecilia rise, scuotendo la testa.
"Pensi sempre troppo Meggy, certe cose non cambiano mai. Però hai ragione. Hai avuto tanti cambiamenti, negli ultimi mesi. Ma è un bene, no?" Margherita annuì, prima di abbracciare la bionda accanto a lei.
L'evento di Napoli, come a Roma, era stato un successo. L'amore che il pubblico aveva donato a Cecilia aveva scaldato il cuore di tutti e, per festeggiare, le ragazze avevano deciso di fare un giro in città, e bere qualche spritz.
Erano rientrate in hotel da poco, dopo aver mangiato chili di pizza, e stavano finendo di prepararsi.
Margherita era serena. Se l'avesse detto alla lei di qualche mese prima, probabilmente non ci avrebbe creduto.
Si era chiusa con Camilla per una full immersion in vista dell'esame, e, per quanto sapeva non sarebbe bastata come preparazione, aveva scelto di partire lo stesso per Napoli.
"La vita è una". Così si continuava a ripetere. E per una volta, ci stava credendo.
"Vado a chiamare Jackie così gli racconto di oggi. Tu finisci di prepararti intanto, ok?"
"Si mamma" Cecilia le fece una linguaccia, prima di chiudersi nel balconcino della camera che condividevano.
Margherita afferrò il suo telefono, sorridendo spontaneamente quando trovò dei messaggi del rosso.
Du💗 : mi manchi :(
Du💗 : dopo mi chiami? Mi manca anche la tua voce
Du💗 : Dio sembro un sottone
Du💗 : cosa mi stai facendo signorina
Margherita ridacchiò, scuotendo la testa.
Da quando gli aveva dato il suo numero, Duccio aveva preso a scriverle in continuazione, con ancora più frequenza di quanto non lo facesse su Instagram. Si scambiavano foto su foto, aggiornandosi compulsivamente su come stessero e su cosa stessero facendo.
Duccio le aveva detto che Andrea li aveva definiti "una coppia sposata online" , per come stava sempre con lo sguardo chino sul telefono.
Non ci pensò due volte, e schiacciò il tasto della videochiamata. Voleva vederlo, e quello era l'unico modo, per il momento.
Questo pensiero la fece incupire, tanto che non si accorse subito che il rosso aveva risposto.
"Signorina, ti sei imbambolata?" Margherita si ridestò dal suo stato di trance, cercando di sorridere come meglio poteva, per non far trasparire nulla.
"Ciao Du" Duccio squadrò il suo viso con sguardo interrogativo.
"Che succede?" Margherita sgranò gli occhi, colta in fragrante.
Ancora faceva fatica, ad accettare che il rosso la capiva con uno sguardo, che a lui non poteva mentire come con tutti gli altri.
"Mi ero distratta, scusa. Come stai?"
"Non mentirmi. A cosa stavi pensando?" Margherita si sentì con le spalle al muro.
Non voleva rendere pesante quella chiamata, anzi. Voleva staccare la testa, sentire Duccio mentre le parlava di cosa avesse fatto al bunker, come i giorni precedenti.
"Niente di che, veramente" lo sguardo che Duccio le lanciò dallo schermo, la fece raggelare, e invano tentò di inventare una scusa su due piedi. Così, decise di mollare.
"È solo che...il non poterti vedere, io...non so se riesco a reggere così Du".
Non era quello che si era aspettata, quando aveva deciso di chiamare Duccio. Eppure, la sua bocca si era aperta senza che lei potesse controllarla, dando voce ad un pensiero che aveva cercato di sopprimere fino a quel momento.
"Anche io sto male perché non ti vedo signorina, ma penso ne valga la pena resistere, o no?". Margherita si era accorta, del tono incerto di Duccio, e si sentì in colpa.
"Certo che ne vale la pena, per me. Io...ho paura che la distanza possa rovinare le cose, ecco tutto"
"Margherita, ascoltami. Non è facile, per nessuno. La distanza fa schifo, e se fosse per me correrei a Roma da te ogni giorno, pur di vederti. Ma guarda Ceci e Jack, alla fine stanno bene. Perché noi non dovremmo fare lo stesso? Non fare come Dafne, non scappare ancora, ti prego"
"Ritirare fuori la statua è un colpo basso, sappilo"
"Non cambiare discorso, signorina. Sai che con me non attacca. Cosa pensi esattamente?" Margherita alzò gli occhi al cielo, nel sentire quelle parole. Sapeva che Duccio non ci sarebbe cascato, eppure ci aveva provato lo stesso, a distogliere l'attenzione dal topic principale della loro conversazione.
"Penso che sono terrorizzata. Sto bene con te Du, tu...mi rendi migliore, mi fai vedere il mondo a colori come non succedeva da troppo, veramente troppo tempo. E ciò mi fa paura, perché vuol dire che mi sei entrato dentro al cuore, e non poterti avere qui accanto a me tutti i giorni mi uccide, perché ho paura che tu ti possa stufare di me, che tu ti possa rendere conto che non sono così speciale come credi".
Era, di nuovo, diventata un fiume in piena.
Certi pensieri, erano rimasti così a lungo nel suo strato più profondo della mente che a stento riusciva a capire cosa stesse effettivamente dicendo.
"Signorina, respira. Va tutto bene, ok? Hai fatto bene a dirmelo, ma sappi che sono stronzate. Per me tu sei speciale, questo te lo devi ficcare in testa una volta per tutte"
"Ma-"
"Niente ma. Che considerazione hai di me? Secondo te sarei venuto a Roma per chiunque? Avrei ospitato una persona qualsiasi a casa mia? Te lo dico io, no. Quindi per favore, smettila".
Margherita era senza parole. Era la prima volta che sentiva Duccio veramente alterato, e le sue parole le arrivarono come un secchio di acqua gelida in faccia.
Lui ci teneva davvero, a lei. Nel profondo lo sapeva, e sapeva che ciò che aveva detto a Cecilia poco prima fosse vero. Stava meglio, stava ricominciando a vivere.
Ma il suo autosabotaggio, era qualcosa che doveva ancora imparare a boicottare.
"Non intendevo questo, scusa. Mi dispiace averti fatto arrabbiare, non era questo l'obiettivo della mia chiamata, volevo solo sentirti in realtà, poi...non so che mi è preso".
Duccio rimase per un po' in silenzio, facendola impanicare. Aveva davvero paura che se la fosse presa seriamente, che la stesse per mandare a quel paese, per i suoi pensieri autodistruttivi insistenti.
"Devi ascoltarmi, seriamente però" Duccio ricominciò a parlare solo dopo averla vista annuire titubante.
"Se mi sono alterato, è solo perché vorrei farti smuovere. Ti stai fidando di me, molto, eppure c'è una minuscola parte di te che ancora è bloccata, che ancora non si lascia andare. Non devi avere paura di me, di noi, perché se finora abbiamo fatto quel che abbiamo fatto, vuol dire che per entrambi ne vale la pena. Un modo si trova signorina, se si vuole davvero, si trova"
"Io lo voglio davvero" Duccio sorrise attraverso lo schermo, facendola avvampare. Era così bello, ai suoi occhi.
"Lo so. Volevo solo sentirtelo dire, e penso che anche tu ne avevi bisogno. Possiamo funzionare signorina, fidati di me". Margherita sorrise, accorgendosi solo il quel momento di avere gli occhi lucidi.
"Se piangi però non vale, poi devo zompare attraverso lo schermo" risero insieme, e Margherita sentì ancora una volta il petto più leggero, grazie a Duccio.
Forse era quello, uno degli effetti dell'amore?
Sinceramente, non le importava. L'unica cosa a cui dava rilevanza, era che Duccio fosse riuscito, ancora una volta, a calmarla, a capirla, e a non scappare, anzi. Era rimasto, l'aveva aiutata a superare un momento di sconforto, invece di arrabbiarsi e basta.
Massimo non l'aveva mai fatto.
"Vuoi sapere un gossip? Così ti distrai un attimo" Margherita inarcò un sopracciglio alle parole del rosso, per poi rispondere positivamente.
Ridacchiò, quando vide Duccio guardarsi intorno con fare sospetto, per poi avvicinare la bocca allo schermo, e condividere con lei questo fantomatico gossip.
"Andrea ha una cotta per Camilla" Margherita sgranò gli occhi, per poi ridere.
"Non è così sconvolgente, sai?" Duccio alzò gli occhi al cielo.
"Invece si! Aveva un...com'è che dici tu? Impiccio?" Margherita annuì fra una risata e l'altra.
"Ecco si, un impiccio con la sua dog sitter, Anita. Poi oggi è venuto qui al bunker e ha detto che con lei è finita, e mi ha confessato che vorrebbe scrivere a Camilla"
"Sei una vera pettegola Du, ma che cazzo" Margherita pensò di svenire dalle risate, quando vide Duccio fare un salto, nel sentire la voce di Andrea dietro di lui.
Il corvino era entrato nella stanza della Venere per richiamarlo, dato l'arrivo delle pizze.
Mai si sarebbe aspettato, di finire a chiacchierare in videochiamata con la ragazza di cui il suo migliore amico era cotto, e chiederle consigli su come rimorchiare la sua migliore amica.
Quando Margherita venne richiamata da Cecilia, dopo ulteriori saluti anche con la bionda, Duccio attaccò il telefono, per poi fare un sospirone che attirò la completa attenzione del ragazzo seduto accanto a lui.
"Du, tutto ok?" Duccio si passò una mano sulla faccia con fare stanco, ma il lieve sorriso che contornava il suo viso fece tranquillizzare un minimo il corvino.
"Sto bene Andre, grazie. Abbiamo avuto una conversazione abbastanza tosta, tutto qua" Andrea annuì, pensando che il rosso non volesse approfondire la questione, sbagliando.
"È solo...vorrei ammazzare di botte quel coglione del ragazzo che ha avuto, prima di me. Non per gelosia, insomma, anche io ho avuto delle tipe, però... si vede, che alcune ferite ancora non sono guarite del tutto, e questa cosa mi fa imbestialire, perché si ritorce contro la nostra situazione cazzo". 
Andrea lo osservò attentamente in silenzio, mentre Duccio si sfogava. Era la prima volta, che lo vedeva così infervorato per una ragazza, ed era felice fosse Margherita.
Da quando ci aveva parlato, alla famosa serata del Tinder game, l'aveva presa in simpatia. Ed era certo, che insieme a Duccio sarebbero stati una coppia stupenda, cosa che, secondo lui, già erano, ma nessuno dei due aveva ancora trovato il coraggio per ammetterlo ad alta voce.
"Du, io penso che tu a lei piaccia e anche molto. Ti ha dato modo di fartelo capire, più di una volta. Evidentemente è la prima volta che ti trovi davanti una persona diversa, che non riesce a dirti tutto subito, quando qualcosa non va. Vi state scoprendo a vicenda, e non puoi lasciare che il fantasma del suo ex tipo vinca sui vostri sentimenti, in questo la puoi aiutare solo tu, devi essere più forte per entrambi".
Duccio guardò Andrea con fare sospetto, cosa che fece incuriosire il corvino.
"Perché mi guardi così?"
"Mah...stavo solo pensando al fatto che quando si tratta di me diventate tutti dei filosofi guru, poi quando dovete pensare ai vostri di problemi, sembra che regrediate. Ma come fate?"
"Du, fammi il piacere. Vattene a fare in culo". Andrea si alzò, fintamente offeso, e raggiunse gli altri, seguito da Duccio, in preda alle risate.
"Cosa ti ha fatto ridere così tanto Pi?"
"È uno stronzo, uno gli dà consigli e lui ti percula pure, ma io boh"
"Andre, palese è colpa tua comunque"
"Ghera ma che cazzo! Ma perché pensate sempre che io abbia fatto qualcosa".
Il silenzio di tomba unito agli sguardi eloquenti dei presenti nella stanza furono sufficienti come risposta per il corvino che, a braccia conserte, si sedette al suo posto a tavola, imprecando contro il mondo.
Duccio sorrise, mentre si sedeva anche lui. Era fortunato, ad avere loro come amici.
Ed era fortunato, ad aver trovato Margherita.
Doveva solo farglielo capire, ancora una volta. Che erano fortunati entrambi, che potevano funzionare, insieme.

SPAZIO AUTRICE
Chiedo umilmente scusa per l'assenza, stavo sotto acidi anche io per non aver pubblicato per una settimana intera. Ma eccomi di nuovo qua, con un capitolo di passaggio ma al tempo stesso mooolto importante, per ciò che si dicono i nostri beniamini. Superare i propri demoni non è facile, soprattutto perché spesso molti di essi rimangono dentro di noi, per poi uscire in modo inaspettato. Detto ciò, consoliamoci con Guru Andrea che a quanto pare, oltre ad essere perennemente bullizato, si è preso anche una cotta, ma vedremo.
DETTO CIO.
Giovedì sono andata al rock in Roma, e li ho visti. Dico solo che stavo in transenna, dopo dodici ore di fila, ma ne è cazzo valsa la pena. A parte il fatto che su 100 video che ho fatto, 98 sono inpubblicabili per quanto ho urlato, sono stati pazzeschi, nient'altro da aggiungere veramente. Tralasciando gli ormoni verso sti sei bonazzi, sono passati dal farmi gasare al farmi tremare dall'emozione, non saprei neanche come descriverlo se non P A Z Z E S C O. Mi porterò questo concerto nel cuore, veramente. (Ho conosciuto Cecilia, e io la amo ancora di più di prima, letteralmente mi madre).
Anyway, tralasciando il momento fan girl paxxxo, fatemi sapere cosa ne pensate as always🥹
Lov u
❤️‍🩹

Cerotti sulle guance Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora