CAPITOLO III

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Se già voleva sparire all'inizio della serata, in quel momento avrebbe pagato i milioni per essere risucchiata dalla terra sotto i suoi piedi.
Il rosso la guardava con un'aria di sfida che la stava mandando al manicomio, in attesa di una sua risposta.
Risposta che non arrivò neanche dopo cinque minuti di un silenzio che definirlo imbarazzante sarebbe stato riduttivo.
Andrea, capendo che la ragazza appena conosciuta non era del tutto tranquilla, cercò di andarle incontro.
"Margherita, ecco Duccio. A quanto pare avete molto in comune" cercó di sdrammatizzare con una risatina, facendola solo imbarazzare ancora di più.
Il corvino lanció un'occhiataccia all'amico, come a dirgli di fare qualcosa, vedendo che lei era ancora rinchiusa in un silenzio di tomba.
"Tranquilla, non me la sono presa" il rosso rinunció alla sua iniziale intenzione, cioè di metterla in imbarazzo, capendo che la ragazza vi ci era già.
Quando aveva scommesso con Andrea che il drink non le sarebbe piaciuto, l'aveva spedito proprio lui a controllare se effettivamente avesse ragione.
Quando poi lui era tornato, dando conferma della sua teoria, ne era rimasto felice.
Non si sarebbe mai aspettato di trovare qualcuno che alle 15 domande di quello stupido gioco, avesse risposto esattamente come lui.
Lo aveva poi rispedito da lei, per indagare su come si chiamasse o altro, essendo lui di natura riservata.
Quando si era reso conto però che l'amico l'aveva preso troppo in parola, uscendo a fumare con lei, si era indispettito.
Non che avesse problemi con Faster, anzi. Era il primo che lo spalleggiava nelle sue conquiste, ma si era ingelosito.
Era da quando aveva capito che era la mora del tavolo 2 ad essere la sua potenziale anima gemella che si era incuriosito nei suoi riguardi.
Pensando che potessero essere compatibili anche nei gusti alcolici, aveva chiesto al cameriere di portarle un negroni, suo cocktail preferito.
In realtà gli dava abbastanza fastidio il sapore amaro dell'alcool, ma era rosso. E lui amava il rosso, da quando si era tinto. Quindi, ogni cosa che aveva quel colore, per lui automaticamente diventava parte della sua personalità eccentrica.
Alcool compreso.
Ci erano voluti dieci minuti buoni per farlo desistere. Andrea era infatti convinto che la ragazza non avesse gusti forti come Duccio, e aveva proposto un drink più soft. Con l'appoggio di Marco e Dario poi, il rosso si era fatto convincere, chiedendo al cameriere di portare alla ragazza misteriosa un moscow mule.
Aveva visto come aveva reagito lei, arrossendo e buttando il viso praticamente dentro al drink, e ne era rimasto, se possibile, ancora più incuriosito.
C'era parte di lui che sperava che lei andasse al loro tavolo, chiedesse chi fosse stato ad offrirle da bere, per poterla conoscere ufficialmente.
Quando però aveva visto che non ne aveva la minima intenzione, aveva chiesto al suo caro Faster di indagare un po', approfittando del fatto che la ragazza fosse rimasta sola.
Dopo averla vista chiaccherare tranquillamente con l'amico però, non volendo farsela rubare, si era deciso ad andare fuori, per presentarsi.
Sapeva quanto le ragazze cedessero facilmente al fascino di Andrea, e non voleva che anche quella ragazza si infatuasse di lui.
Quando aveva sentito la battuta di Margherita però, l'aveva presa sul personale.
Gli capitava spesso di ricevere battute sul suo nome. Di base ne andava fiero, era un nome toscano doc, e lui era fiero della sua terra natale.
Ma sapeva anche che non era un nome così comune, ed era già successo che ci scherzassero sopra.
C'era una piccola parte di lui che provava uno strano piacere nel vederla in difficoltà, e sperava che lei rispondesse al suo tono di sfida.
Ma si era dovuto ricredere. Non gli era mai successo di ricevere una reazione del genere ad una sua battuta, anzi. Gli piaceva scherzare con le ragazze, stuzzicarle per vedere come reagivano.
Ma lo sguardo spaesato, quasi di panico, di Margherita lo aveva fatto tentennare.
Cercó di levarla dall'imbarazzo, facendole capire che non se la era presa davvero. Ovviamente, nel profondo, si era infastidito sul commento riguardo al suo nome, ma aveva capito che la ragazza non lo aveva fatto con cattiveria.
Gli sembrava un'anima buona, pura, ma soprattutto indifesa. Come se si potesse rompere da un momento all'altro.
Margherita boccheggió un attimo dopo le parole del rosso, e cercó di riprendersi.
"Scusa, non volevo offenderti. Veramente, perdonami" sembrava che stesse sull'orlo di una crisi isterica.
"Non ti preoccupare, veramente. Non è la prima volta che qualcuno ride sul mio nome"
"No io, cioè si, ho riso. Ma è un bel nome, piuttosto originale" cercò di risollevarsi dalla figuraccia fatta col ragazzo davanti a lei.
Che fosse bello, lo aveva pensato nell'esatto momento in cui le si era palesato davanti.
Ma dopo avergli risposto, si era persa ad osservarlo.
Aveva stile, doveva ammetterlo.
Dalla canottiera bianca che indossava, si poteva intravedere un tatuaggio sulle scapole. La incuriosiva. Amava i tatuaggi, ed era curiosa del significato che poteva avere quello che le sembrava un sole.
"Ti ringrazio. Tu sei Margherita, giusto?" Duccio cercò di rompere il ghiaccio, per evitare di concentrarsi sugli sguardi che la ragazza gli stava dedicando.
Sembrava come se volesse scrutare nella sua anima, e si sentiva in soggezione.
"Si, piacere" gli sorrise timida, sperando che lui, dopo le presentazioni, tornasse dentro, seguendo l'esempio di Andrea.
Il corvino infatti, guardando dalle spalle di Margherita come l'amico la stesse guardando, aveva capito che la curiosità di Duccio nei confronti della ragazza fosse solo che aumentata dopo le presentazioni, e si era dileguato, tornando al suo tavolo.
"Sai, sono rimasto stupito quando ho visto che c'era qualcuno che aveva risposto come me a quelle stupide domande". Margherita si irrigidì. A quanto pare, voleva fare conversazione.
Era da più di un anno che non parlava con un ragazzo. O per lo meno, con un ragazzo conosciuto per puro caso.
"Si... cioè, anche io. Vengo spesso qua, ma è la prima volta che fanno una serata del genere, non sapevo che aspettarmi sinceramente". Ed era vero. Tutto aveva immaginato, tranne che finire col conversare con un ragazzo che, a quanto pare, aveva gusti compatibili ai suoi.
"Anche per noi è la prima volta. Quando stiamo a Roma di solito andiamo a ballare la techno, ma oggi la fidanzata di un amico ci ha proposto questo locale, ed eccoci qua" Margherita si rese conto solo in quel momento che in effetti, l'accento del ragazzo rosso, come quello di Andrea, non sembrava un accento tipico di Roma, anzi.
"Quindi siete qui in visita? E di dove siete?" Duccio ridacchiò.
"Penso si senta, Toscana comunque. Empoli, per essere precisi"
"In effetti si, si sente. È che non me ne sono accorta subito" arrossí. Adorava l'accento toscano, e dopo aver fatto caso che si, si sentiva molto nella parlata del ragazzo, le piacque ancora di più.
"E per rispondere alla tua altra domanda, possiamo dire che si, siamo in visita. Siamo cantanti, ieri abbiamo partecipato al concerto al Foro Italico ma ci fermiamo un paio di giorni". Margherita sgranò gli occhi.
"Ma che dici! Greve, non lo sapevo. Dovevo andarci al concerto, ma non ho fatto in tempo a prendere i biglietti" mise su un broncio che Duccio, stupendosi di se stesso, trovó adorabile.
Ancora più adorabile per lui, era il fatto che a quanto pare, la ragazza non lo avesse riconosciuto.
"Si, non so se ci hai mai sentiti. Siamo i bnkr44. Siamo anche andati a Sanremo quest'anno". Disse l'ultima frase con un tono così fiero, che fece sorridere Margherita.
"Come no, vi ho sentiti. Avete fatto il duetto con Pino, ve?" Duccio annuì con foga. Erano passati mesi, eppure lui, come gli altri, ancora non riusciva a credere al fatto che avessero duettato sul palco dell'Ariston proprio con Pino D'Angiò.
"Per caso hai sentito anche altro?" La curiosità di Duccio era alle stelle. Era da tempo che non gli capitava di parlare con una ragazza che, seppur avendo capito chi fosse, non gli era saltata al collo lodandolo. Si sentiva se stesso.
"Ho qualche vostra canzone fra i preferiti, aspe ti faccio vede" Margherita afferrò il suo telefono dalla tasca, per poi aprire Spotify, facendo vedere al rosso i brani che si era salvata.
Si ritrovò a sorridere, fiero di se stesso, quando scorrendo con il dito vide Sabbia e Latte e Cereali. Erano canzoni a cui era affezionato, e si riscoprì contento nel vedere che erano all'interno della playlist della ragazza.
Il loro piccolo momento di condivisione, venne interrotto da qualcuno che richiamava a gran voce l'attenzione di entrambi.
Si girarono, e se Duccio sorrideva alla vista della coppia che si stava avvicinando, Margherita sgranò gli occhi.
"Meggy, da quanto tempo!"
"Cecia?".

SPAZIO AUTRICE
Si sono sadica vi lascio con la suspance muahaha. No a parte gli scherzi, ho già qualche idea su come continuare, ma per quello di cui voglio scrivere nei prossimi capitoli era necessario dividerli, non mi odiate pls🥹❤️.
La parte del foro italico è così vera che mi sto mangiando le mani. VI RENDETE CONTO CHE STAVANO DIETRO CASA MIA! Abito letteralmente a dieci minuti a piedi dal foro, sto a rosica che non avete idea. Per mia sfortuna, gli unici biglietti rimasti costavano troppo e nessuno mi ha voluta accompagnare, quindi li ho seguiti da casa. Mi è venuta la malsana idea di cercarli, ma non volendo sembrare una stalker, mi sono fatta un piantino in camera.
A parte il momento da fan psicopatica, fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto, as always.
Lov u
❤️‍🩹

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