Quei giorni erano stati un incubo per lei, e sapeva che i suoi amici se ne erano accorti.
Dopo la loro chiacchierata, se così si poteva chiamare, si era di nuovo chiusa in se stessa.
Aveva riportato a galla momenti e traumi a cui non pensava da molto, troppo tempo. Ed era stato terribile.
Aveva pianto, abbracciata ai suoi amici, per quasi un'ora.
Poi, li aveva mandati via, con la scusa che voleva riposarsi.
Avevano tentennato, all'inizio, conoscendola.
L'ultima volta che si era chiusa in casa, era stato due anni prima, quando non si era presentata a scuola per ben due settimane. E l'ultima cosa che i suoi amici volevano, era che una situazione del genere ricapitasse. Avevano visto quanto stava male, inermi, ed erano terrorizzati che potesse accadere il tutto un'altra volta.
Questa volta però, era stato diverso.
Certo, li aveva evitati per due giorni, ignorando le loro chiamate, e rispondendo ai messaggi con monosillabi, ma era stato diverso.
Non era triste, per Massimo, anzi. Per la prima volta, il sentimento più dominante all'interno di se stessa era la rabbia.
Rabbia verso di lui, che ancora dopo anni riusciva a manipolarla, facendole credere di non essere abbastanza, di non meritare amore.
Rabbia verso se stessa, per non essersi accorta che lui la stava solo usando, illudendola.
Era arrabbiata, e la rabbia la stava aiutando a concentrarsi su se stessa.
Voleva un cambiamento, nella sua vita. Voleva smettere di essere succube degli eventi del passato, dando importanza a situazioni che l'avevano solo che distrutta.
Voleva imparare ad essere lei la padrona della sua vita, e non gli altri.
Ne aveva parlato con la psicologa, nell'ultima seduta svolta venerdì pomeriggio.
Le aveva raccontato di come, dopo il pianto fatto davanti agli amici il giorno prima, avesse deciso di prendersi un paio di giorni per se stessa.
La terapeuta l'aveva rimproverata, ricordandole di quanto le facesse male, isolarsi.
Ma Margherita le aveva spiegato di come, in quel caso, lo stesse facendo per ritornare da loro in un modo nuovo. Come se stesse entrando nella reputation era di Taylor Swift.
La psicologa non aveva colto il riferimento alla cantante che la mora tanto adorava, ma era rimasta contenta della sua presa di iniziativa. In due anni di terapia, era la prima volta che vedeva la ragazza così convinta.
Le raccontò di Duccio, aprendosi del tutto sul ragazzo come non aveva mai ancora fatto con i suoi amici. Le raccontò del loro incontro, della sua figuraccia, dei messaggi. Ma soprattutto, le raccontò di come, per la prima volta dopo molto tempo, si fosse incuriosita nei riguardi di un ragazzo. E di come stesse fremendo, all'idea di poterlo rivedere.
Erano pensieri così intimi, che non era riuscita a dirli neanche ai suoi amici. Aveva paura che parlandone, sarebbero diventati reali. Ma lo erano già, reali. Perché da quando lo aveva visto, quel sabato sera, era solo che curiosa di poterlo rivedere, di poterci parlare. Sentiva come se fossero connessi, in qualche modo. Si dava della pazza da sola. D'altronde, non si conoscevano. Ma le ispirava fiducia, Duccio. Le sembrava come se fosse arrivato al momento giusto, per farla svegliare da un mondo pieno di paura di vivere, di fare delle scelte, di buttarsi.
Ed aveva deciso di dargli, di dare a se stessa, una possibilità, a prescindere dal risultato.
Per questo motivo, aveva deciso di iniziare, non precludendosi niente.
Aveva mandato un messaggio sul gruppo che aveva con i suoi amici, imponendo loro di recarsi a casa sua, per parlare.
Li aveva accolti, quel sabato mattina, con un sorriso a trentadue denti.
"Meggy, ma te sei fatta di qualcosa?" Cecilia diede voce ad un pensiero comune.
Dopo che era sparita da giovedì sera, mai si sarebbero aspettati di ricevere un'accoglienza felice da parte sua.
"No Cecia, sto bene. Volevo parlarvi di una cosa" li fece accomodare in cucina, offrendo loro un buon caffè e dei biscotti.
Poi, si accese una heets. I suoi odiavano quando fumava in casa, ma al momento erano fuori e non sarebbero tornati prima del tardo pomeriggio, quindi si concesse quello sfizio.
Sentendosi tutti gli occhi degli amici addosso, in attesa di spiegazioni, ridacchiò, per poi parlare. Non voleva lasciarli troppo sulle spine.
"Ho passato questi due giorni in preda alla paranoia, ma penso lo sappiate già. Parto col dire che mi dispiace, di esse sparita. So che ve siete preoccupati, e vi ringrazio. Ma non è stato come le altre volte. È come se la mia testa avesse deciso di ripercorrere la mia vita, per darmi uno scossone. Me so rotta de fa la tappezzeria, voglio vivere. O per lo meno, ce voglio prova. Quindi, per iniziare, ho deciso di dare ascolto ad una prova di coraggio che la psicologa mi dice di fare da na cifra..." fece un respiro profondo. Si sentiva pronta, ma non completamente.
"Vorrei torna a Bracciano. So che me l'avete proposto più volte, e così anche i miei. Ma solo l'idea mi faceva senti male, quindi ho sempre detto di no. Ma me so rotta, quella casa è stato il mio posto felice per tutta la mia infanzia, e non è giusto per me stessa che per colpa di quel decerebrato io non ci vada più. L'ho già detto ai miei, e so contenti... mi hanno proposto di lasciarcela da oggi fino a domani sera, se vi va...abbiamo gli esami e Lullo deve lavorare, però potr-" non ebbe il tempo di finire il suo monologo, che si ritrovò inglobata dai suoi amici. La stringevano quasi a soffocarla. Ilaria poi, si era commossa, facendola ridere.
"Che te ridi Meg! Sai da quanto tempo è che non ce fai un discorso così? Dio, sono così felice"
"Lila ha ragione Meggy, siamo fieri di te. È un ottimo inizio, direi" li sorrise, grata.
"Per quanto riguarda il lavoro, non te fa problemi. Chiamo Giuseppe e gli chiedo se posso sposta i miei turni con quelli di Vincenzo"
"Non te sentì obbligato Lullo, possiamo anche fare un'altra volta"
"Eh no signorina, non comincia. Hai detto che partiamo oggi, e così sarà. Tanto storia medievale ce l'abbiamo a luglio, c'è tempo secchiona mia" Camilla diede la risposta definitiva.
Si organizzarono per rivedersi sotto casa della mora alle 16:00.
Margherita chiamò i suoi genitori, per comunicare loro la notizia.
Inutile dire che ne furono più che contenti. Non erano spesso a casa, complice il fatto che, nonostante l'età adulta, continuavano a comportarsi come degli adolescenti, uscendo spesso con i loro amici. Ma la amavano immensamente, soprattutto il padre.
Quest'ultimo sapeva a grandi linee cosa era successo alla festa due anni prima, perché Margherita, dopo una delle tante volte in cui i suoi l'avevano pregata di andare con loro alla casa in campagna, era scoppiata, accennandogli l'accaduto.
"Amore, sono molto fiero di te. Mi raccomando, non far bere Luca che guida. E state attenti"
"Si Papo, non te preoccupa. Torniamo domani sera, ti voglio bene"
"Anche io panzerotta, tanto. Ti saluta mamma"
"Mandale un bacio, vi scrivo quando arriviamo" attaccò il telefono, piena di euforia.
Aveva deciso di sfruttare al meglio quel suo buonumore, sperando che durasse più del solito.
Sistemò dei vestiti alla rinfusa nel suo borsone, per poi farsi una doccia rilassante.
Se ricordava bene, l'acqua calda della loro casa campagnola talvolta giocava brutti scherzi, quindi decise di lavarsi i capelli prima.
La prima ad arrivare sotto casa sua fu Cecilia. Margherita sorrise.
Non appena avevano lasciato casa sua, aveva scritto alla bionda, chiedendole se riuscisse a tornare da lei prima degli altri. Se c'era uno dei tanti sassolini che doveva levare dalle sue scarpe il prima possibile, uno dei più grandi era quello del rosso.
Prese il borsone, chiuse la porta di casa, e scese giù, pronta a confidarsi con la sua amica.
"Me so già fatta un'idea Meggy, ma dimmi tutto" Cecilia la guardava con il tipico sguardo di chi la sapeva lunga.
"Mezzo che ci hai azzeccato Cecia. Io...vorrei provare a scrivere a Duccio senza farlo fare alle altre. Cioè, a parte lo scazzo iniziale, so che Cami l'ha fatto con le migliori intenzioni, ma vorrei scrivergli io essendo io ecco, prima di rivederlo" sentì le guance tingersi di rosso, mentre si confessava all'amica. Era da così tanto tempo che non le succedeva, che a tratti le sembrava come se non le avesse mai chiesto consiglio.
"Non te devi vergogna Meggy, te l'ho detto anche l'altro giorno. È una cosa bella che finalmente qualcuno abbia attirato la tua attenzione. L'unica cosa che ti posso consigliare, è di essere te stessa. Scrivigli quello che ti senti, l'hai visto anche tu che è un ragazzo tranquillo. E fidati se ti dico che gli farà solo che piacere" lo sguardo malizioso della bionda la fece insospettire.
"Tu sai qualcosa che io non so". Cecilia dovette ringraziare il cielo, perché prima che potesse rispondere all'amica, vennero entrambe richiamate dal suono di un clacson.
Erano arrivati gli altri. Margherita per quel momento lasciò cadere il discorso, ma decise di fidarsi della sua amica, e prima di salire in macchina, aprì la chat Instagram col rosso.
Non si erano più scritti, da mercoledì. Lei però, aveva messo un mi piace ad una storia del ragazzo. Era uno scatto del concerto di Cagliari, in cui a detta sua era venuto benissimo.
@meg.falvo : buon concerto stasera :)
Digitò le parole velocemente, per poi chiudere il telefono.
Voleva godersi quei momenti con i suoi amici come se fossero oro colato, soprattutto perché stava per affrontare uno dei suoi demoni più grandi.
Si fermarono al supermercato, comprando per lo più vino e schifezze. Per la cena, decisero di sfruttare l'innato talento per la cucina di Camilla, costringendola a preparare una carbonara.
Non appena intravide il cancello della tenuta, sentì il fiato farsi più corto.
Scese dalla macchina, per aprirlo e far parcheggiare Luca, accompagnata da Ilaria.
I suoi amici erano stati categorici. "Faremo di tutto per farti riamare casa tua".
Dopo un primo momento di puro panico, riuscirono nel loro intento.
Ricordarono gli aneddoti più belli che avevano condiviso proprio in quel luogo negli anni, ridendo fino alle lacrime. Troppe volte infatti, era capitato che combinassero disastri.
Cenarono nel giardino, approfittando dell'arietta fresca di inizio estate.
Poi, passarono all'alcool. Fra un calice e l'altro, si ritrovarono prima del dovuto a ridere senza motivo, brilli ma felici.
E Margherita, poté finalmente dire di essere fiera di se stessa.
C'era riuscita, a tornare lì. E si stava godendo ogni momento che stava condividendo con le persone che più amava al mondo.
Si recò in cucina, chiedendo a Cecilia di accompagnarla. In quella stanza, ancora non era entrata.
Mentre Camilla cucinava infatti, con l'aiuto di Luca, lei si era dedicata a sistemare le stanze per la notte, non volendo metterci piede.
Ilaria però, che voleva aiutarla, le aveva lasciato il telefono in carica in quella stanza.
Non appena ci mise piede, venne investita dai ricordi. Cecilia le strinse la mano, sorridendole incoraggiante, e lei ricambiò il sorriso.
La distanza che la separava dal suo telefono le sembrava incolmabile, ma dopo un iniziale tentennamento, riuscì ad arrivarci.
Lo afferrò, per aggiornare i suoi su come stesse andando la situazione.
Si accorse però, di una notifica Instagram che la fece inevitabilmente arrossire.
@__piccolo___ : eii, crepi! :) Jack mi ha detto che state in campagna, divertitevi!
@__piccolo___ : ti lascio questo allegato, ti ho pensata. spero ti piaccia :)
@__piccolo___ : ha inviato un video
Con lo sguardo divertito di Cecilia addosso, aprì l'allegato di Duccio, sentendo il cuore a mille.
Era un video inedito del concerto che i ragazzi avevano svolto quella sera, terminato da poco.
Duccio stava cantando Sabbia, una delle canzoni del ragazzo che Margherita aveva nella sua playlist. Per poco non si commosse. Era la prima volta che qualcuno faceva una cosa tanto dolce per lei.
"Famme indovina, tu lo sapevi?" Guardò la bionda, cercando di ignorare le farfalle nel suo stomaco che continuavano a fremere.
"Risponderò solo in presenza del mio avvocato, chiedo venia" Cecilia si dileguò tornando dagli altri, lasciandola sola a contemplare la chat con il rosso, e con un grande sorriso ad incorniciarle il volto.
Forse, poteva darsi una possibilità. Forse, esisteva davvero qualcuno diverso da Massimo.SPAZIO AUTRICE
Ed eccoci qua. Parto col dire che sono ripartita a palla con i capitoli un po' più lunghi, e ne sono felice, spero di continuare così.
Questo capitolo non mi convince a pieno, per quanto sia uno dei miei momenti preferiti della storia.
A volte non ci rendiamo conto di quanto le persone intorno a noi ci possano davvero aiutare a superare un momento difficile, ma deve tutto partire da noi. Era ora che la nostra Meggy mandasse a fanculo quel deficiente, e ricominciasse a vivere. È solo all'inizio del suo percorso, ma possiamo già essere fiere di lei. Piano piano, starà bene del tutto.
E perché no, ci ho messo in mezzo anche il nostro caro Duccio sottone, perché se lo merita di averlo. Staremo a vedere come andrà avanti, intanto vi ammollo questo intermezzo.
Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate, se vi sta piacendo la storia, insomma, qualsiasi cosa.
Lov u
❤️🩹
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Cerotti sulle guance
Fanfiction"Che razza di nome è Duccio?" "Sai, come primo approccio non mi pare il massimo"