Mi svegliai con la luce grigia dell'alba che filtrava tra le tende pesanti di Villa Riddle. Il dolore del corpo martoriato era ancora lì, pulsante sotto la pelle, ma qualcosa in me era cambiato. Non era solo sopravvivenza, questa volta. Era rabbia. Era volontà. Era fuoco.
Accanto a me, Merope dormiva, il volto rilassato in un raro momento di pace. La sua presenza era diventata un'ancora in quel mare oscuro, un fragile rifugio che sapevo sarebbe durato poco. Le accarezzai lievemente una ciocca di capelli grigi, e un sorriso amaro si disegnò sulle mie labbra. Era un gesto che non apparteneva a questo posto. Quella dolcezza non era fatta per sopravvivere qui.
E infatti, durò un istante.
La porta esplose contro la parete con un fragore. Un'ondata gelida attraversò la stanza. Voldemort era lì. Alto, immobile, terribile. Al suo fianco Bellatrix, gli occhi brillanti di eccitazione malata, e dietro di loro, tre Mangiamorte. La loro sola presenza era veleno nell'aria.
Il suo sguardo cadde su noi due, ancora sdraiate. Il silenzio fu peggiore di qualsiasi urlo. Poi, la sua voce: «Che cos'è questo?»
Merope si riscosse di colpo, sedendosi, tremante. Io mi sollevai lentamente, ignorando la fitta che mi attraversò il costato. Cercai la calma, ma la paura era un tamburo nella mia gola.
«Signore...» sussurrai. «Non è come pensa. Merope—»
«Silenzio.» La sua voce era tagliente come vetro rotto. «Avevo dato un ordine. Sorveglianza. Non intimità. Non debolezza.» Si voltò verso Merope. «Sei una delusione persino come prigioniera.»
Con un gesto della mano la scagliò contro la parete. Il tonfo fu sordo. Merope si accasciò, priva di sensi o forse solo raggomitolata in una resa silenziosa.
Poi tornò su di me. I suoi occhi rossi bruciavano di un odio antico, che non aveva niente a che vedere con me. Eppure lo riversava su di me con implacabile piacere. «Iris Malfoy. Sempre così pronta a sfidare, a disobbedire. A credere che basti un letto condiviso per proteggerti.»
Fece un passo avanti. Bellatrix rise alle sue spalle. Era un suono agghiacciante, infantile e crudele allo stesso tempo. «Oggi imparerai il vero significato della punizione.»
Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere. Le maledizioni arrivarono una dopo l'altra, rapide, violente. Non fu solo il dolore fisico a devastarmi. Fu l'umiliazione. La consapevolezza di essere diventata il loro spettacolo. I Mangiamorte osservavano, muti, come giudici dell'inferno. Bellatrix rideva più forte, eccitata dalla mia sofferenza.
Voldemort non si fermava. Sembrava trarre energia dalla mia agonia. Ogni urlo strappato dalle mie labbra era come musica per lui. Quando finalmente si placò, ero a terra, coperta di sudore, sangue e lacrime. La pelle segnata, l'anima molto di più.
Mi lasciarono lì. Un relitto umano nel cuore di una villa maledetta.
Solo dopo molto tempo sentii un fruscio. Un respiro. Due mani tremanti mi toccarono piano.Merope era tornata da me. Ferita, ma viva.
«Iris...» mormorò con voce rotta.
Non risposi. Non potevo. Ma le strinsi la mano.
Guardai Merope. I suoi occhi erano gonfi di lacrime, ma le sue mani tremanti mi sorreggevano con una gentilezza che contrastava in modo straziante con l'oscurità che ci circondava. Le sorrisi debolmente, un sorriso spezzato dal dolore, ma pieno di gratitudine. In quel gesto fragile, c'era tutta la mia resistenza.
Ma la pace durò solo pochi istanti.
Dalla penombra del corridoio, emerse una figura che conoscevo fin troppo bene: Bellatrix Lestrange. Camminava con passo deciso, quasi danzante, il volto deformato da un sorriso crudele. I suoi occhi, lucidi di una follia euforica, scintillavano come lame. «Sei la vergogna della nostra stirpe, Iris,» sussurrò, avvicinandosi come un serpente. «Hai avuto l'onore che io ho sempre desiderato. E guardati. Distrutta. Se solo lui avesse scelto me...»

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Sotto il Regno delle Tenebre
FanfictionIris, figlia di Lucius e Narcissa Malfoy, è stata costretta a sposare il Signore Oscuro, Voldemort. Tra intrighi, tradimenti e oscure magie, Iris cerca di trovare la sua strada mentre affronta le sfide della famiglia e del potere, fino alla tragica...