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Mi sentivo esausta, ogni movimento era un tormento e ogni respiro sembrava un peso insopportabile. Guardai Voldemort, vedendo la preoccupazione dipinta sul suo volto di solito impassibile. Era straziante vederlo così, il suo sguardo che scrutava il mio viso pallido con un misto di impotenza e terrore.

"Mi dispiace," sussurrai, la voce flebile nel silenzio che avvolgeva la stanza. "Mi dispiace di metterti in questa situazione."

Voldemort prese la mia mano tra le sue, i suoi occhi che bruciavano con una luce intensa. "Non devi scusarti," disse con fermezza. "La tua salute è la mia priorità. Farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarti."

Sentii un'ondata di gratitudine invadermi mentre mi abbandonavo alla sua presenza rassicurante, sapendo che, nonostante tutto, non ero sola in questa battaglia.

Con un gesto gentile, Voldemort mi coprì con le coperte, proteggendomi dal freddo che sembrava penetrare nelle ossa. Mi avvicinai a lui, cercando conforto nel suo abbraccio, mentre i pensieri tumultuavano nella mia mente.

"Abbiamo affrontato ostacoli più grandi di questo," mormorò, la sua voce morbida accanto al mio orecchio. "Riusciremo anche questa volta."

Con un sospiro di sollievo, chiuse gli occhi e mi lasciai trasportare dal sonno, sapendo che, con lui al mio fianco, avrei potuto affrontare qualsiasi cosa la vita avesse in serbo per noi

Mi svegliai con il respiro affannoso, il corpo intriso di sudore mentre l'ansia mi stringeva il petto. Voldemort giaceva accanto a me, immobile nel sonno, il volto calmo e sereno come se non avesse un solo pensiero che lo turbasse. Mi sollevai leggermente, cercando di allontanare i pensieri oscuri che minacciavano di soffocarmi.

Voldemort si svegliò lentamente, i suoi occhi oscuri che si posarono su di me con una curiosità appena velata. "Come stai?" chiese, la sua voce preoccupata.

Provai a sorridere, cercando di nascondere la mia debolezza dietro una maschera di normalità. "Sto meglio," mentii, sperando di non trasparire la verità nei miei occhi. Ma lui mi fissò intensamente, come se potesse leggere attraverso le mie parole e vedere la verità nascosta sotto la superficie. "Ti preoccupi troppo," dissi con gentilezza.

Orion si sentiva esausto mentre praticava incantesimi sotto lo sguardo severo di suo padre. Voldemort non tollerava la mediocrità e esigeva sempre il massimo dalla sua famiglia, soprattutto dal figlio.

"Concentrati!" gridò Voldemort, la sua voce riecheggiante nel silenzio della stanza. "Devi fare meglio di così, Orion. La debolezza è inaccettabile."

Orion si sforzò di mantenere la concentrazione, ma la pressione era schiacciante. Sentiva il peso del nome che portava sulle spalle, il dovere di onorare l'eredità della sua famiglia. Lavorò duramente, cercando disperatamente di soddisfare le aspettative del padre, anche se sapeva che spesso non sarebbe stato abbastanza.

l Mi avvicinai a Orion con dolcezza, cercando di alleviare la tensione che si era accumulata dentro di lui. "Non preoccuparti, Orion," sussurrai, mettendo una mano sul suo piccolo spalle. "Stai facendo del tuo meglio, e questo è ciò che conta davvero."

Il suo sguardo era pieno di frustrazione e stanchezza, ma anche di determinazione. "Ma papà non è mai soddisfatto," mormorò, la voce appena udibile.

"Lo so," risposi con tristezza, stringendolo in un abbraccio confortante. "Ma non permettere che ti distrugga. Sei forte, Orion, e io sono qui per te, sempre."

Sentii il suo corpo rilassarsi leggermente contro il mio, il suo respiro che si calmava lentamente. Anche se sapevo che le sfide sarebbero continuate, mi aggrappai alla speranza che il nostro amore potesse aiutarci a superarle insieme.

Sotto il Regno delle Tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora