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I giorni si trasformarono in settimane, e le settimane in mesi. La mia vita con Voldemort era una routine di obbedienza e paura, ogni giorno una lotta per mantenere un equilibrio fragile. Tuttavia, un cambiamento inatteso sconvolse la mia esistenza: scoprii di essere incinta.

Mi accorsi della mia gravidanza in modo graduale, i sintomi che si accumulavano fino a diventare innegabili. I miei pensieri erano un miscuglio di speranza e terrore. Speranza per una vita nuova, un piccolo barlume di luce in un mondo di oscurità. Terrore per ciò che Voldemort avrebbe potuto fare una volta scoperta la notizia.

Un giorno, seduta nella mia stanza, sentii la porta aprirsi. Voldemort entrò, il suo sguardo implacabile che mi scrutava. Sapevo che non potevo nascondergli nulla. "Ho qualcosa da dirti," dissi, la voce tremante.

Voldemort si fermò di fronte a me, la sua espressione impassibile. "Parla."

Presi un respiro profondo, cercando di trovare il coraggio di dirglielo. "Sono incinta."

"Finalmente un erede," disse, il tono glaciale ma con una punta di trionfo.

Non sapevo cosa aspettarmi dalla sua reazione, ma la freddezza con cui accolse la notizia mi fece rabbrividire. "Sarà allevato secondo i miei insegnamenti," dichiarò. "Diventerà il mago più potente del mondo."

Quelle parole mi fecero stringere il cuore. Come potevo proteggere mio figlio da un destino così spietato? Cosa potevo fare per impedirgli di diventare un'arma nelle mani del Signore Oscuro?

Mentre la gravidanza avanzava, mi sentii sempre più isolata. Nonostante la presenza costante di Voldemort, mi sentivo sola come mai prima d'ora. Ogni notte, mentre accarezzavo il mio ventre, pregavo in silenzio per il futuro di mio figlio, sperando in un miracolo, in una via di fuga.

La notizia della mia gravidanza si diffuse rapidamente tra i Mangiamorte e gli abitanti della villa. Ogni sguardo che ricevevo era carico di un misto di curiosità e soggezione. Sapevano tutti che il bambino che portavo in grembo sarebbe stato destinato a diventare il successore del Signore Oscuro, e questo portava con sé un alone di timore reverenziale.

Con il passare dei mesi, il mio corpo cambiava sempre di più, la mia pancia cresceva e i movimenti del bambino dentro di me diventavano più frequenti e distinti. La mia vita quotidiana era un misto di paura e speranza, con momenti di gioia silenziosa quando sentivo il mio bambino muoversi.

Voldemort osservava la mia gravidanza con un interesse distaccato. Ogni tanto si avvicinava a me, posando una mano fredda sul mio ventre, sentendo i movimenti del bambino. "Sarà un potente mago," diceva spesso, il tono carico di aspettative.

Quella notte, mentre mi distendevo nel letto, sentii un dolore improvviso e lancinante. Mi raggomitolai, il respiro affannoso, e capii che qualcosa stava andando storto. Voldemort si svegliò accanto a me, il suo sguardo freddo che si trasformava in preoccupazione. "Cosa succede?" chiese, la voce tagliente. "Il bambino," sussurrai tra i gemiti di dolore. "Qualcosa non va."

Voldemort chiamò immediatamente uno dei suoi medici, e nel giro di pochi minuti la stanza era piena di agitazione. Fui trasportata d'urgenza in un'altra stanza, le contrazioni diventando sempre più intense. Sentivo il panico crescere dentro di me, ma cercai di concentrarmi sul respiro, sperando che tutto andasse bene.

Dopo ore di dolore e paura, finalmente sentii il pianto del mio bambino riempire la stanza. Lacrime di sollievo scesero sul mio viso mentre guardavo il piccolo viso del mio neonato. Voldemort si avvicinò, il suo sguardo freddo che si addolcì per un breve istante mentre guardava nostro figlio.

"Eccolo," disse, il tono carico di soddisfazione. "Il nostro erede."

Mi strinsi il bambino al petto, sentendo un'ondata di amore e protezione travolgermi. Sapevo che avrei fatto di tutto per proteggerlo, per dargli una vita migliore di quella che avevo conosciuto. Anche se ciò significava sfidare il potere del Signore Oscuro stesso.

Sotto il Regno delle Tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora