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Avevo solo diciassette anni quando mio padre, Lucius Malfoy, mi comunicò la sua decisione. Ero cresciuta tra i sussurri e i segreti della nostra famiglia, avevo sempre saputo che, come Malfoy, il mio futuro non mi apparteneva completamente, ma nulla poteva prepararmi alla rivelazione che mi attendeva quella sera.

"Devi capire, Iris," disse mio padre, il suo tono severo e implacabile. "La nostra fedeltà a Lord Voldemort richiede sacrifici. Per garantire la nostra posizione e sicurezza, tu diventerai sua moglie."

Il mio cuore si fermò. Voldemort. Un nome che evocava terrore e rispetto. Un uomo-se così poteva essere chiamato-che incarnava il lato più oscuro della magia. E ora, io, Iris Malfoy, ero destinata a essere legata a lui per sempre.

"Padre, non posso," sussurrai, il mio corpo tremante. Ma i suoi occhi, freddi come il ghiaccio, non mostrarono alcuna pietà. Era una decisione irrevocabile, una sentenza di cui non potevo sfuggire.

La cerimonia fu un'orrenda parodia di un matrimonio. La sala era colma di Mangiamorte, i loro volti mascherati riflettevano l'euforia del male. Voldemort stava lì, imponente, i suoi occhi rossi penetranti come lame. In quel momento, compresi che non ero una sposa per lui, ma uno strumento per consolidare il suo potere e la sua presa sulla mia famiglia.

I giorni successivi furono un susseguirsi di terrore e sottomissione. La sua presenza era soffocante, ogni suo comando una catena che mi legava sempre più stretta. Cercavo di mantenere una facciata di obbedienza, ma dentro di me cresceva un desiderio di libertà, una scintilla di ribellione che alimentava la mia volontà di sopravvivere.

La mia vita con Voldemort divenne insopportabile. Ogni giorno era un nuovo tormento, ogni notte un incubo da cui non potevo fuggire. Decisi che dovevo scappare, lasciare tutto e cercare rifugio nel mondo babbano, lontano dalla magia oscura e dalla crudeltà.

Una notte, quando le ombre erano più lunghe e i silenzi più profondi, presi la mia decisione. Con il cuore che batteva come un tamburo, raccolsi poche cose essenziali e uscii furtivamente dalla tenuta Malfoy. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma la paura di rimanere era più grande della paura di essere catturata.

Riuscii a raggiungere il mondo babbano senza essere scoperta, confondendomi tra la folla, sperando che la mia magia non fosse rintracciabile tra la confusione della loro tecnologia. Trovai rifugio in una piccola città, vivendo sotto falso nome, cercando di adattarmi a una vita senza magia. Ogni giorno era una lotta, ma era una lotta che preferivo a quella di essere una prigioniera di Voldemort.

Tuttavia, la mia libertà fu breve. Una sera, mentre camminavo per le strade affollate di Londra, sentii una presenza oscura. I Mangiamorte mi avevano trovata. La mia paura si trasformò in terrore quando vidi Bellatrix Lestrange apparire davanti a me, il suo sorriso sadico illuminato dalle luci della città. "Pensavi davvero di poter scappare, piccola Iris?" sibilò, il suo tono pieno di derisione. Cercai di fuggire, ma i Mangiamorte mi circondarono rapidamente. Ogni strada, ogni via di fuga, bloccata.

Mi presero con forza, le loro mani strette come morsi di serpente. Ogni speranza di libertà svanì mentre mi riportavano indietro, attraverso il velo tra il mondo babbano e quello magico. Di nuovo alla tenuta Malfoy, mi trascinarono davanti a Voldemort. I suoi occhi rossi brillavano di una furia fredda e calcolatrice. "Iris," disse con una calma inquietante, "hai tentato di tradirmi. Nessuno tradisce il Signore Oscuro senza conseguenze."

Le punizioni furono severe, il dolore insopportabile. Le conseguenze del mio tentativo di fuga furono devastanti. Voldemort, nella sua infinita crudeltà, decise che la mia punizione non sarebbe stata solo fisica. Era determinato a controllare ogni aspetto della mia vita. Così, decretò che ci saremmo trasferiti a Villa Riddle, un luogo ancora più sinistro e isolato rispetto alla tenuta Malfoy.

Villa Riddle era un'imponente costruzione gotica, situata in una valle remota e avvolta dalla nebbia. Le sue pareti sembravano impregnate di oscurità, ogni angolo nascondeva ombre che sembravano vivere di vita propria. Appena arrivai, sentii un gelo profondo penetrarmi le ossa.

Non passò molto tempo prima che scoprissi che non ero sola in quella tenuta sinistra. Mi condussero attraverso corridoi labirintici fino a una stanza appartata, dove incontrai una donna dai capelli grigi e dagli occhi tristi. Era sua sorella, una babbana che Tom disprezzava apertamente.

"Ti presento Merope," disse Voldemort con un tono di disprezzo evidente. "Mia sorella. Lei si occuperà di te. È la tua nuova sorvegliante."

Merope mi guardò con occhi stanchi, ma vi scorsi una scintilla di compassione. Capivo subito che la sua vita non era stata più facile della mia. Voldemort la trattava con freddezza, quasi con odio, e la sua presenza in quella casa sembrava un castigo perpetuo. "Benvenuta, Iris," disse Merope con una voce calma e gentile. "Vieni, ti mostrerò la tua stanza."

La seguii lungo i corridoi, le sue parole un sussurro rassicurante in mezzo a quel mare di terrore. Mi condusse in una camera modesta ma pulita, con una finestra che dava su un giardino oscuro e incolto.

Sotto il Regno delle Tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora