Capitolo 16:"Non posso proteggere la mia lucciola"

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Peter's point of view.

"Ho vinto io! Ho vinto io!" Esulta un ragazzino dagli occhi verdi come lo smeraldo "Hai barato! Sei partito prima." Borbotta suo fratello mentre frena con la bici e aggiusta la visiera del suo berretto "Non è colpa mia se sei lento." Ribatte sghignazzando il dodicenne dai riccioli più scuri di quelli del bambino imbronciato.

"Facciamo così: chi arriva per ultimo alla casa di Rose dovrà cedere qualcosa di prezioso al vincitore." Annuncia il ragazzino al fratello dagli occhi diversi, questi azzurri punteggiati di grigio, come quelli della madre. Il biondino accetta con un cenno della testa e monta sulla sua bicicletta rossa.

"Via!" Grida il dodicenne.

Partono in sincronia. Attraversano la piazzetta, sfrecciano sul ponte di pietra ignorando il suono dell'acqua scorrere sotto di loro e percorrono la via alberata, fino ad arrivare nel campo di girasoli che volgono le loro corone gialle a mezzogiorno.

Non c'è distacco tra i due. La villa li aspetta pazientemente a qualche metro di distanza. Il vento sferza sui loro volti, e ad un tratto strappa il berretto nero dal capo del biondino. Quest'ultimo istintivamente frena di colpo e rincorre il ladro. Tende una mano davanti a sé, mantenendo l'altra salda sul manubrio, e prima di perdere l'equilibrio riesce ad afferrare l'unico regalo materno che possiede. La bici si ribalta e il bambino rotola sul letto di girasoli stringendo al petto il suo cappello.
Solo quando si rialza in piedi si rende conto di aver perso contro il fratello. Porta la sua attenzione sulla sua malridotta bicicletta e l'abbandona sotto l'ombra di quei fiori.

Raggiunge la villa e il ragazzino. Questo, invece di esultare, ha lo sguardo fisso davanti a sé "Che guardi?" Il fratello dagli occhi verdi lo zittisce e indica la casa dall'altra parte della strada.

Una donna esce dalla porta a passo svelto sui suoi tacchi lucidi, seguita da una bambina con i capelli castani legati in due treccine. Entrambe indossano abiti neri, e sembra che indossino persino i sentimenti dello stesso colore. La donna ha gli occhi arrossati e il trucco sbavato. La bambina, sicuramente la figlia, cerca con la mano quella della madre, ma questa la scansa e raggiunge indifferentemente la macchina, lasciando la piccola sul marciapiede a guardare silenziosamente l'auto allontanarsi. La bambina si avvicina lentamente il pugno davanti al viso e apre il palmo, rivelando un fiore di ciliegio. Un'unica lacrima scivola sulla sua guancia candida.

"Che bella..." Sussurra il bambino osservando quel grazioso volto afflitto "È un gioiello..." Afferma il fratello.

Il biondino, ricordandosi di aver perso, porge il suo berretto al vincitore  "Che dovrei farmene?" Domanda il ragazzino guardando l'offerta con quelle iridi dello stesso colore dei fili d'erba che le sue scarpe stavano calpestando "È la cosa più preziosa che ho." "Per ora..." Ribatte il dodicenne "Io  voglio qualcosa che non possiedi... Non ancora... Come sono i gioielli, Peter?" Gli domanda, ma il bambino, conoscendo la risposta, si rifiuta di rispondere "Preziosi... Io voglio quel gioiello." Sorride maliziosamente, facendo spuntare sulle sue guance due fossette  "Dylan, non la conosci neanche. È più piccola di te.  Cosa te ne faresti?" "Peter, tu trovi belle le lucciole, giusto?" Il fratello si limita ad annuire "E quando ne vedi una hai sempre il desiderio di afferrarla... E quando ci riesci, che cosa fai?" "La libero." Risponde il biondino, ignaro del fatto che non era la risposta che il fratello maggiore avrebbe voluto sentire "Già... Voglio che tu catturi quella lucciola per me." "Perché ?" "Perché hai perso, ed io voglio la mia ricompensa."

Avrei dovuto dirle la verità ieri, e invece le ho mentito. Avrei dovuto dirglielo... Dirle che ho incontrato quel bastardo di mio fratello...
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Io e Michael scendiamo dalle moto ed entriamo nel bar di Fred. Ci sediamo al balcone e Michael ordina una birra. Io non bevo, se lo scopre Wend mi uccide.
"Peter?" Una voce mi chiama da un tavolino all'angolo del locale... Una voce familiare che mi gela il sangue... "Dylan?" Domando stupefatto. Che ci fa qui? Non doveva essere rinchiuso in quel centro di recupero per drogati? "Fratellino! Vieni, siediti con noi!" Mi offre un posto accanto ad un ragazzo dai capelli ossigenati "Ma guarda un po', c'è anche il piccolo Michael!" Esclama notando il mio amico "Perché sei qui?" Chiedo con tono impassibile "Non sei felice di vedermi?" "No." Rispondo sinceramente "Sei diventato scontroso, fratellino." Ghigna portandosi la bottiglia di birra alla bocca "Non dovresti bere." "Lei dov'è?" Domanda tenendo a mezz'aria la bottiglia  "Lei chi?" Dylan scoppia a ridere assieme al ragazzo con i capelli ossigenati "La mia lucciola, Peter." "Non ho idea di cosa tu stia parlando." Lui poggia i gomiti sul tavolino di legno e si sporge in avanti "Sul serio non ti ricordi?" I suoi occhi mi trafiggono come due spade di smeraldo "Il mio premio, la mia ricompensa, il mio gioiello... " Farfuglia "Chiamala come vuoi, ma io non mi sono ancora dimenticato del meraviglioso faccino di quella bambina... Chissà come sarà diventata... Mi hanno detto che siamo imparentati, adesso." Il suo ghigno e quelle fossette mi rivoltano lo stomaco.
"So anche che ora abita a casa nostra." "Non è casa tua, Dylan." "Voglio conoscere la mia sorellina, e qualcuno mi aiuterà a farlo." Non riesco a controbattere "Ecco Qualcuno!" Esclama portando l'attenzione su una figura che è appena entrata nel
bar... "Marcus! Prendi una sedia e unisciti a noi. Tyler, fai spazio a Marc." Il ragazzo dai capelli ossigenati, che ha un nome più adatto ad un cane, sposta la sedia lasciando più spazio tra me e lui "Le ho parlato. Ha accettato." Dice facendo finta di non avermi visto "Per cosa?" Sbraito, alzandomi in piedi "Ehi!" Mi urla Dylan "Siediti, adesso." Mi ordina, ed io obbedisco serrando i pugni. Il mio telefono inizia a vibrare, non adesso Wend... Rifiuto la chiamata. Dylan lo nota "Non posso aspettare fino a venerdì prossimo, voglio vederla." Dice mio fratello aggiustandosi la bandana rossa sulla fronte  "Che cazzo hai in mente?!" Gli urlo prendendolo per il colletto della camicia, lui ricambia la presa e mi sussurra all'orecchio "Hai catturato la lucciola, Peter, ma l'hai liberata troppo presto... Ora sta volando tra le mie mani, ed io non sto facendo un minimo sforzo." Mi scaraventa sul pavimento e stringendosi il nodo della sua bandana dietro alla testa aggiunge "Non hai mai vinto contro di me, fratellino. Smettila di illuderti che questa volta accadrà il contrario." Sorride, mostrandomi un'altra volta quelle maledette fossette, ed esce dal locale, insieme al ragazzo-cane e a Marcus.

Michael e Fred mi aiutano a rialzarmi.
"Ho bisogno di bere..." Farfuglio.
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La considera una ricompensa. È venuto qui per portarmela via. Lo sapeva fin dall'inizio che lei sarebbe diventata preziosa per me?

Wend non è ancora tornata. Ha rifiutato tutte le mie chiamate. Sono le sei di pomeriggio e non è qui. Al sicuro. Con me.

Devo andare a cercarla. E se Marcus la trova prima di me? E se l'avesse già trovata? E se in questo momento la stesse portando da Dylan? Tutte le mie preoccupazioni si sbriciolano quando sento la voce di Wend chiamarmi dall'ingresso. Mi precipito per le scale e corro ad imprigionare tra le mie braccia la mia preziosa lucciola.

Lei per un momento è confusa dal mio gesto ma poi mi abbraccia come solo lei sa abbracciare. Ci sono diversi tipi di abbracci, ma il suo è unico, sembra che si stia aggrappando a te, come se stesse scappando dal mondo che la sta spaventando. Capirà mai che non riuscirò a proteggerla? In questo momento sono io quello che sta cercando rifugio dall'umanità. Sono io il codardo. Non lo ammetterò mai, ma ho paura. Ho il terrore di vederla svanire come la nebbia, sono tormentato dall'immagine di lei che viene rapita dal vento... Come il mio berretto... Se non fossi tornato indietro a recuperare quel cappello forse avrei vinto... Forse non saremmo in questa situazione adesso...

Dopo un . C'è sempre un inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora