"Ci vediamo domani?" Mi chiese il ragazzo dalle iridi azzurre puntate su di me mentre aprivo la porta di casa Jones "Non lo so... Ti faccio sapere quando mi sveglio, e se non sono di cattivo umore, cosa molto difficile, possiamo andare da qualche parte" Gli rivolsi un sorriso dolce che lui ricambiò con uno alquanto impacciato "Va bene dai... Allora... Ok..." Borbottò con voce roca, e s'incammino con le mani nelle tasche dei jeans verso la sua macchina, senza aggiungere altre parole.
Appena entrata ascoltai il silenzio e notai il buio, forse Peter è di sopra a dormire, pensai cercando di tranquillizzarmi. Mi tolsi le scarpe ed entrai in cucina in punta di piedi, rabbrividendo ad ogni contatto con il marmo freddo. Aprii il frigorifero e tirai fuori una bottiglia di succo d'arancia, presi un bicchiere dalla credenza e... Peter era seduto a qualche metro da me con le braccia conserte e gli occhi chiusi in due piccole fessure. Sobbalzai, e il bicchiere mi scivolò dalle dita provocando l'acuto grido del vetro che si frantumò ai miei piedi. Peter non batté ciglio, era pietrificato in quella posizione. Le maniche nere della sua camicia arrotolate fino ai gomiti, gocce di sudore scendevano dalla sua fronte, i capelli erano a stretto contatto con la pelle paonazza e il suo respiro era pesante e irregolare. Potevo sentire i battiti del suo cuore.
"Dove sei stata?" Domandò.
"Come?"
"Non farmelo ripetere Wend."
"Sono... Ehm... D-da quanto tempo sei qui?" Tremavo a causa della sua risolutezza. Temevo che scoppiasse da un momento all'altro come una bomba ad orologeria.
"Non rispondermi con un'altra domanda. Dove. Sei. Stata?!" Il tono della sua voce aumentava ad ogni parola in più.
Tic tac... Tic tac.
"Ti ho cercato per tutta la serata..." Tentai di giustificarmi.
"Bugiarda!" Ringhiò.
Tic tac... Tic tac.
"Scusami?! Chi è stato a lasciarmi sola in mezzo a quella gente?! Chi non..."
"ZITTA!" Scattò in piedi, portandosi le mani serrate in due pugni lungo i fianchi.... Boom.
"Non dare la colpa a me Wend!! Ti ho chiamata al cellulare! Ho chiesto a ogni fottuta persona in quella casa di te, e cosa scopro?! Che un ragazzo, è stato così "gentile" da offrire un passaggio a mia sorella per tornare qui, il bello è che QUI non c'eri!! Allora la domanda è: dove. Sei. Stata?!"
"Non avevo portato il telefono con me e ... E basta! Sai cosa? Tu non hai il diritto di sapere ogni dettaglio della mia vita!! Tu mi hai persa a quella festa? Marcus mi ha riaccompagnata a casa!! Mi vedi? Sono viva! Niente lividi o graffi e...Ahi!" Parlando feci un passo in avanti dimenticandomi del mare di vetro sottostante, e una scheggia mi lacerò la pelle del piede... Forse l'ultima parte potevo risparmiarmela... Peter si lanciò verso di me e mi alzò dal pavimento senza un minimo sforzo "Peter so camminare da sola!!" "Ti vuoi stare zitta una buona volta?" Disse con voce ferma salendo le scale fino ad arrivare in bagno.Mi lasciò sul bordo della vasca e tirò fuori dall'armadietto di vetro delle pinzette, disinfettante, cotone e un cerotto.
Quella scena... Mi parve familiare...
"Ti fa molto male?" Una voce docile si avvicinò alla bambina seduta a terra. "Si." Rispose lei, portando una mano vicino al ginocchio sanguinante.
"Cos'è successo?" Domandò l'uomo asciugando con i pollici le lacrime che bagnavano il visetto della piccola.
"Volevo imparare ad andare in bici..." Gli disse. Infatti, poco distante da loro due, una bicicletta inerte giaceva sull'erba.
"Vieni, torniamo dentro." Prese in braccio la figlia ed entrarono in casa.
Arrivati in bagno, la bambina osservò silenziosamente suo padre. Egli prese da un cesto di vimini, accanto al lavandino, una boccetta di vetro con un' etichetta dove vi era scritto in stampatello "disinfettante" e un batuffolo di cotone.
L'uomo dai capelli castani si sedette davanti alla piccola e imbevve d'acqua ossigenata il "pezzetto di nuvola", secondo gli occhi della bambina, e tamponò delicatamente sulla ferita. "Brucia!" Disse lei a denti stretti, serrando gli occhi e premendo i palmi delle mani sul bordo della vasca. L'uomo soffiò sul ginocchio medicato e alzò lo sguardo sulla sua unica figlia. Due iridi puntate sulle loro gemelle. Passarono minuti, e lui non si rese conto di essersi perso nel profondo degli occhi della propria bambina.
"Papà tutto bene?" Chiese lei con tono preoccupato.
"Si tesoro... - Rispose lui alzandosi in piedi - Ti va di riprovare a pedalare?"
"E se cado di nuovo?"
"Non succederà. Ci sarò io con te."
La piccola esitò per un istante
"... Ok papà." Sorrise e alzò le braccia in alto, il padre piegò il busto e lei si aggrappò a lui come un koala...
STAI LEGGENDO
Dopo un . C'è sempre un inizio
RomanceOgni essere vivente ha paura. C'è chi ha paura dei fulmini, chi dei ragni, chi del fuoco, chi del buio... Lei ha paura del suo passato. Lei ha paura delle ombre che non appartengono più a nessuno. Ombre che segretamente la perseguitano, la amano...