Capitolo 14

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-allora? Rimarrai con il muso per tutto il tempo senza dirci quello che avete fatto di bello?- domandò Gwendaline al figlio incrociando le braccia la petto dopo aver lasciato le chiavi di casa nello svuotatasche presente all'ingresso e guardando curiosa Tedros. Tedros che era ritornato solo poco prima dal viaggio organizzato con la scuola e che era rimasto in silenzio per tutto il viaggio in macchina per tornare a casa.

-non ho fatto nulla di bello- rispose secco Tedros cosa che in realtà non era nemmeno una bugia visto che era sempre stato con il pensiero fisso su Devoll che diversamente da lui non era potuto essere presente a quella gita e all'evitare di finire vicino a Bianka e la sua voglia di rinfacciargli quanto stesse male Devoll per colpa sua.

-non è possibile una cosa del genere e lo sai benissimo anche tu- disse secco Richard mentre Tedros alzava gli occhi al cielo.

-non mi interessa, non ho niente da raccontarvi. Dov'è mio fratello?- si decise a chiedere anche perché aveva chiaramente visto come i suoi genitori avessero aperto la porta di casa facendo tre giri di chiave e non il solito mezzo di quando qualcuno era già all'interno segno che Devoll non era li al momento e lui aveva un bisogno assoluto di parlare con il fratello.

-dimenticatelo- sbottò il padre e Tedros corrucciò la fronte.

-in che senso? Non lo avrete mica cacciato di casa!-

-non ancora ma il cretino è stato preso in pieno da una macchina cinque giorni fa e come se non bastasse al momento è in coma- urlò Richard con Tedros che sbiancò completamente a quelle parole.

-e non mi avete avvisato?- sussurrò con voce tremante il castano mentre si sentiva quasi cedere il pavimento sotto i piedi: suo fratello era stato investito ed era in coma cosa che non sarebbe mai successa se fossero andati insieme in gita.

-perché avremmo dovuto farlo?- domandò Gwendaline con un'alzata di spalle -non volevamo essere avvisati nemmeno noi ma è minorenne-

-non volevate essere avvisati? Mamma è tuo figlio!- urlò Tedros sconvolto -ed è in coma. Non puoi mostrare un minimo di amore nei suoi confronti maledizione!-

-non urlare contro tua madre signorino! E vedi anche di scordarti dell'esistenza di quel coso perché non ho nessuna intenzione di pagare il conto dell'ospedale per il tempo che ci vorrà dal riprendersi dal coma. Abbiamo ancora tre giorni di tempo e poi spegneranno i macchinari che lo tengono in vita e io sono così felice di liberarmi di quel coso. Spera solo che non si svegli così la casa sarà solo per te come doveva essere dall'inizio- Richard continuava a parlare incurante dello sguardo pieno di sgomento presente sul volto del figlio perché Tedros non voleva perdere in nessun modo Devoll per uno stupido motivo. Perché nemmeno sua madre mostrava un minimo di volontà nel far restare in vita il suo stesso figlio? Tedros chiuse gli occhi con le lacrime che letteralmente volevano uscire così come la sua voce ma non lo fece guardando fisso le due persone che quando era più piccolo aveva sempre ammirato ma che in quel momento voleva solo considerare dei mostri senza cuore.

-ho bisogno di riposare perché sono stanco- sussurrò Tedros cercando una scusa per poter salire al secondo piano e stare completamente da solo.

-bene, io e tua madre torniamo a lavoro allora ormai la camera dell'abominio è tua: puoi farne ciò che vuoi. Tsk, ci avesse almeno fatto il favore di avere lo stipendio di un altro mese- borbottò Richard ma Tedros lo ignorò salendo le scale con la valigia velocemente per poi mollare la stessa nella sua camera ed entrare spedito in quella del fratello. Ancora una volta il magone sul petto si fece più pesante mentre rovistava tra la roba di Devoll in cerca dei soldi che l'altro aveva di sicuro messo da parte e sorrise vittorioso quando li trovò nascosti in una scatola di latta: erano anche molti di più di quanto si fosse immaginato. Il castano li contò per ben due volte prima di nasconderli nel suo zaino e segnarsi il numero preciso negli appunti del cellulare. Lui aveva solo qualche spicciolo da parte che non sarebbe mai potuto bastare per pagare quello che era il conto dell'ospedale ma si sarebbe di sicuro messo a cercare un lavoro perché col cazzo che lasciava morire il fratellino solo perché i suoi genitori erano troppo tirchi per spendere qualcosa per Devoll. Si sentiva in realtà un po' male ad usare i soldi che il fratello aveva messo da parte con così tanta cura ma si era anche ripromesso che li avrebbe rimessi tutti al loro posto una volta trovato un lavoro che gli avrebbe permesso di pagare l'ospedale e le cure di Devoll.

Tedros uscì dalla camera del fratello cercando di fare meno rumore possibile e controllò di essere rimasto effettivamente da solo a casa prima di prendere le chiavi della sua macchina e nonostante fosse tremendamente stanco raggiungere l'unico ospedale della città dove di sicuro era ricoverato il fratello. Ci mise un bel po' ad arrivare, complice anche la stanchezza del viaggio appena fatto, ma una volta dentro l'ospedale cercò di riprendersi il più possibile.

-salve, sono il fratello di Devoll Kamali- disse prontamente alla donna presente all'ingresso e la vide trafficare con il computer probabilmente in cerca del nome del fratello.

-oh si il ragazzo in coma, qui c'è scritto che tra due giorni staccano tutto perché vi rifiutate di pagare il conto-

-sono i nostri genitori che non vogliono ma lo posso fare io- disse prontamente Tedros.

-oh, coraggioso ragazzo. Non mi sembri tanto grande da avere una stabilità economica-

-mio fratello potrebbe riprendere i sensi in qualsiasi momento e non ho nessuna intenzione di lasciarlo morire. Pagherò mese per mese- disse convintissimo il castano -e voglio vederlo- aggiunse poi mentre una lacrima solcava la sua guancia.

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