Capitolo 18

270 33 2
                                    

Devoll aveva lasciato che il suo cellulare si caricasse mentre il suo cuore non aveva fatto altro che battere all'impazzata per tutto il tempo. Solo dopo un bel po' si era ricordato dove effettivamente stesse andando prima di essere preso in pieno da quella macchina e il pensiero di Sekou era rimasto fisso nella sua mente per tutto il tempo che il suo lentissimo cellulare si caricasse. Era passato un anno e mezzo, poco più, da quel giorno e il rosso non sapeva se Sekou avesse mai scoperto quello che gli era successo. Nessuno, a parte Rossane, sapeva di Sekou e suo fratello non conosceva nemmeno il posto dove lavorava quindi c'erano davvero bassissime probabilità che qualcuno avesse avvisato sia Rossane che Sekou di quello che era successo.

E ne ebbe la conferma quando riuscendo finalmente ad accendere il suo cellulare si trovò una marea di chiamate perse sia da Rossane che da Sekou, principalmente in realtà da Sekou. Una lacrima rigò il volto di Devoll mentre andava ad aprire i messaggi e si accorse che Sekou l'aveva riempito anche con quelli. I primi erano dei semplici "dove sei?" "ti sei perso?" "hai avuto problemi a lavoro" relativi alla sera dell'incidente e poi continuavano fino ad arrivare all'ultimo che fece malissimo al rosso: "se non mi volevi tra i piedi potevi anche dirmelo invece di sparire in questo modo coglione". Sekou lo odiava e con tutte le probabilità dopo quell'anno e mezzo di assenza si era già trovato qualcun altro. Nonostante ciò il ragazzo decise di chiamare Sekou non perché sperasse di tornare insieme al ragazzo ma almeno per spiegargli tutto quello che era successo. Si portò il telefono all'orecchio mentre il cuore continuava a battergli all'impazzata e lo notava anche dal macchinario al quale era ancora attaccato ma al momento non gli interessava minimamente.

-cosa cazzo vuoi!- furono le prime parole che sentì dire da Sekou dopo tutto quel tempo.

-ehi, devo spiegarti cos'è successo e io...-

-non mi interessa. Anzi vedi di non chiamarmi più coglione- e dopo quella frase la chiamata si interruppe con Devoll che rimase con il telefono sospeso in aria mentre un'altra lacrima rigava il suo volto: non aveva nemmeno avuto modo di spiegarsi con il suo, a quel punto ex, ragazzo. Chiuse un momento gli occhi cercando di calmare i battiti del suo cuore e solo una volta esserci in parte riuscito chiamò anche Rossane. Doveva infatti scusarsi anche con lei per essere sparito in quel modo. Il telefono squillò per un bel po' prima che Rossane gli rispondesse.

-Devoll?- domandò quasi sorpresa la donna di ricevere quella chiamata.

-ciao Rossane, scusa se ti chiamo in questo momento-

-tranquillo la pasticceria è quasi vuota...sei scomparso nel nulla per più di un anno lo sai vero?- andò dritta al punto la donna.

-lo so...ma non per mia volontà- disse serissimo Devoll -quella sera...mi hanno preso in pieno con una macchina e da quanto mi hanno detto sono rimasto in coma un anno e sei mesi...mi sono risvegliato oggi- la voce gli tremò mentre diceva quelle parole e il cuore riprese a battergli a mille mentre sentiva completo silenzio dall'altro capo del telefono: possibile che anche Rossane gli avesse chiuso il telefono in faccia?

-e Sekou non mi ha detto nulla?-

-Rossane nemmeno lui lo sapeva...non l'ho mai raggiunto quella sera- sussurrò Devoll -e mio fratello non sapeva ne dove lavoravo e nemmeno di Sekou-

-come stai Dev?- Devoll sentì chiaramente come il tono di voce della donna si fosse improvvisamente addolcito e una lacrima solitaria scesa sul suo volto, una lacrima di gioia.

-ancora mezzo intontito ma dovevo...dovevo avvisarti di non essere uno stronzo ecco-

-tranquillo, certo ti ho odiato un po' quando sei sparito ma di certo non potevo immaginare cosa ci fosse realmente dietro alla tua scomparsa. Hai avvisato Sekou?-

-ci ho provato ma mi odia adesso perché per lui sono sparito all'improvviso senza lasciare traccia e anche se ho provato a chiamarlo mi ha chiuso il telefono in faccia-

-oh tesoro- sussurrò Rossane con sguardo triste e poi sgranò gli occhi nel notare proprio Sekou entrare nella pasticceria con un'espressione che la diceva lunga su quello che era appena successo -ho molti clienti al momento ti devo lasciare ma aggiornami anche per messaggio di quello che sta succedendo va bene?- disse Rossane e dopo il "va bene" di Devoll la donna chiuse la chiamata mettendo su il suo miglior sorriso.

-ciao- salutò Sekou la donna -un caffè e due cornetti alla nutella-

-due?- domandò sorpresa Rossane visto che di solito il moro ne mangiava solo uno.

-sono nervoso, ho bisogno di cibo dolce- fu la spiegazione del moro la cui chiamata di Devoll l'aveva fatto innervosire fin troppo. Aveva creduto di essere riuscito in qualche modo a farsi passare la cotta per Devoll ma non era stato così.

-è per la chiamata di Devoll?-

-ha chiamato anche te?- chiese sorpreso Sekou -comunque si, preferivo non sentirlo-

-infatti non lo hai lasciato parlare- Rossane sospirò -so che non dovrei mettermi in mezzo ma se solo lo avessi ascoltato invece di chiudergli la chiamata in faccia avresti saputo cosa gli è successo-

-di cosa stai parlando? Ci ha solo ignorati per più di un anno e mezzo!-

-no Sekou- scosse la testa Rossane mentre finiva di preparare il caffè del ragazzo -non lo ha fatto volontariamente almeno-

-e tu gli credi?- domandò ancora Sekou -potrebbe essersi inventato tutto-

-secondo te si inventerebbe si essersi appena svegliato da un coma?- chiese tranquillissima Rossane e vide l'esatto momento in cui la consapevolezza attraversò lo sguardo di Sekou.

-coma? Come...-

-è in ospedale al momento e credo dovresti chiederlo direttamente a lui- Rossane sorrise -non perderlo per un incidente del quale non potevi sapere niente visto che lui non ha mai avuto un buon rapporto con suo fratello-

-uno dei due cornetti che ti ho chiesto mettilo in una bustina per favore- sussurrò infine il ragazzo bevendo con calma il suo caffè.

Quasi GemelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora