Capitolo 2

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-cazzo, sta per mettersi a piovere- disse Tedros notando il cielo nero in lontananza ed entrando velocemente dentro quella che era la sua macchina. Devoll osservò a sua volta il cielo cupo prima di entrare con molta più calma nella macchina del fratello dal lato del passeggero dopo aver mollato quella che era il suo zaino sui sedili posteriori. In realtà era molto felice di poter andare a scuola con la macchina e non a piedi come gli avrebbero fatto fare sua madre e Richard, almeno su quello Tedros si era imposto per andare insieme in macchina. Certo Devoll non aveva ancora la patente perché era troppo se erano riusciti a pagare quella di Tedros (però i soldi della macchina erano comunque riusciti a trovarli). Ormai non si sorprendeva più.

-la pioggia è bella-

-non metto in dubbio che a qualcuno possa piacere la pioggia ma io preferirei vedere bene la strada e soprattutto non bagnarmi solo perché scende giù troppa acqua- borbottò Tedros partendo e tenendo lo sguardo fisso sulla strada -auguri fratellino- aggiunse poi il maggiore che ancora non era riuscito a dare il buon compleanno all'altro. Devoll non gli rispose e rimase semplicemente in silenzio osservando come il paesaggio cambiasse man mano che si spostavano. Tedros non se la prese, ormai conosceva abbastanza bene il fratello da spere che quel giorno per lui non era un bel giorno ma uno brutto. Gli aveva fatto gli auguri solo per rispetto nei suoi confronti altrimenti non avrebbe detto proprio un bel niente. Tedros guidò tranquillo, ringraziando che non fosse venuto giù il diluvio, fino ad arrivare a quello che era il parcheggio della loro scuola e solo una volta parcheggiata la macchina spense i motori per poi uscire dalla stessa cosa che fece anche Devoll senza considerarlo di striscio e dirigendosi a passo spedito verso quella che era la loro classe. Tedros sospirò guardando nuovamente il cielo e chiedendosi anche quando il fratellino avrebbe iniziato a fidarsi di lui. Lui non era i suoi genitori, lui era felice di avere un fratello più piccolo ma Devoll si era già creato uno scudo intorno quando Tedros aveva iniziato a comprendere appieno quello che stavano facendo i suoi genitori con loro. Quando si era accorto che lui era sempre stato quello privilegiato a discapito di Devoll aveva davvero provato a parlare con il fratello, cercare di coinvolgerlo in qualunque cosa facesse ma il rosso lo aveva sempre ignorato chiudendosi sempre più a riccio e forse pensando che volesse solo approfittarsi della situazione. E si era anche incazzato a morte con i suoi genitori, principalmente con la madre, cercando di fargli capire che quel comportamento non era minimamente giusto nei confronti di Devoll ma loro lo avevano semplicemente ignorato guardandolo anche storto e minacciandolo di dargli qualche punizione se avesse continuato. E Tedros aveva continuato. Da quattro anni a quella parte non faceva altro che lamentarsi di quello che i suoi genitori facevano passare a Devoll ma senza successo e con parecchie punizioni come conseguenza ma non gli importava perché quello che stava passando Devoll era peggio di fare le faccende di casa o stare un giorno intero senza telefono.

Tedros si accertò di aver veramente chiuso la macchina per poi dirigersi a sua volta verso la classe dove avrebbero svolto lezione quella mattina passando però velocemente dal suo armadietto per lasciare i libri in più che si era portato. Fu vicino gli armadietti che notò un viso conosciuto e sorrise leggermente avvicinandosi alla ragazza.

-Bianka- e la bionda non si voltò nemmeno verso di lui restando a guardare il suo riflesso nello specchio che aveva inserito nel suo armadietto finendo di sistemarsi il suo lucidalabbra.

-ti ascolto Ted-

-ho bisogno di un consiglio sul regalo da fare a mio fratello- le disse con calma Tedros e a quelle parole Bianka alzò lo sguardo per osservarlo attentamente.

-e perché chiedi a me se sono la tua migliore amica e non quella di tuo fratello?-

-perché in classe solitamente sei tu quella che finisce accanto a Devoll quindi lo conosci meglio di me-

-non ci parliamo nemmeno e dovrei conoscerlo meglio di te...guarda a volte credo che tu abbia sbattuto la testa-

-ti ricordo che mi odia e che non mi parla mai anche se io ci provo-

-sei il preferito di casa è normale che ti odi-

-grazie Bianka sempre di aiuto sei-

-senti- la ragazza chiuse il tubetto del lucidalabbra per poi buttarlo a caso insieme agli altri trucchi presenti nell'armadietto e chiudere lo stesso con un colpo secco -ti sei accorto troppo tardi di quello che stava succedendo e per questo lui non si fida di te-

-be' scusa se prima ero un bambino che non capiva un tubo- sbottò Tedros -voglio solo farlo felice per una fottuta volta!- aggiunse poi scuotendo la testa -lascia perdere tanto con tutte le probabilità mi guarderà storto credendo che lo voglia incastrare- e senza aspettare che Bianka gli rispondesse si diresse a passo svelto verso quella che era la classe della prima lezione di quel giorno: chimica. In realtà non andava matto per la chimica o per le materie scientifiche in generale ma non poteva seguire tutti i corsi che preferiva visto che erano troppo pochi rispetto al numero di corsi necessario ad anno e per quel motivo si era trovato a seguire anche quelle materie.

Il ragazzo raggiunse davvero alla velocità della luce la classe sedendosi in quello che era diventato il suo posto ormai da inizio anno: perfettamente in prima fila. Non perché volesse starci in prima fila ma solo e soltanto perché il professore lo aveva sempre definito un pericolo ambulante che voleva tenere sotto controllo il più possibile.

Poco dopo anche Bianka entrò in classe lanciando un lungo sguardo in direzione di Tedros, che sembrava davvero tanto incazzato con lei, e poi si diresse verso il banco da lavoro che condivideva con Devoll sospirando.

-tuo fratello è impossibile sai?- disse la ragazza verso Devoll che la guardò leggermente confuso da quell'affermazione ma non decise di indagare oltre perché a lui non interessava minimamente quella questione.

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