Capitolo 12

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-sei davvero stronzo lo sai?- disse Bianka guardando storto verso Tedros che era seduto al suo fianco sul pulmino che li avrebbe portati al gran canyon -sei qui a discapito di Devoll-

-Bianka non iniziare- sussurrò Tedros che non aveva minimamente voglia di iniziare quell'argomento con la ragazza. Era stato tremendamente male in quella settimana prima della partenza perché non aveva davvero saputo cosa fare per aiutare Devoll ad andare in gita con loro. Ci aveva veramente provato con tutto se stesso ricevendo punizioni su punizioni per il suo continuo protestare ma alla fine non era riuscito, come sempre, a convincere i genitori e in quel momento si trovava su quel maledetto pullman senza il fratello a fare un'esperienza che iniziava anche a farlo sentire sbagliato. Aveva provato a parlare con Devoll, oh eccome se ci aveva provato a dare conforto al fratello ma il rosso gli aveva urlato contro che era solo stata colpa sua e che in quel momento era bloccato a dover lavorare per dare soldi a delle persone che non lo avevano mai accettato. Si era sentito morire dentro a quelle parole perché anche lui aveva pensato al fatto che era stata tutta colpa della sua idea se Devoll si trovava in quella situazione.

-non iniziare? Hai illuso tuo fratello di poter venire a questa gita per poi rompergli il sogno davanti agli occhi-

-oh ma grazie per ascoltare le persone quando parlano Bianka- sbottò Tedros -ti ho detto di non iniziare-

-e invece lo faccio perché sei davvero egoista-

-egoista? Io? Bianka cazzo ho cercato di fare tutto quello che era in mio potere per far venire Devoll con noi ma non ci sono riuscito. Mi sento già in colpa di mio tu che continui ad accusarmi non aiuti minimamente- sbottò il castano.

-ma è colpa tua e devi sentirti in colpa. Lo hai costretto a lavorare per mantenere voi- Bianka alzò gli occhi al cielo -sei troppo egoista e viziato Tedros. Tedros non rispose ma chiuse per un momento gli occhi prima di guardarsi intorno e cercare un altro posto libero perché non aveva minimamente voglia di passare tutto il viaggio con Bianka che non faceva altro che ricordargli quanto lui fosse fortunato a discapito del fratello. -dove stai andando?- sbottò la ragazza notando come l'altro si fosse alzato.

-lontano da una persona che mi sta facendo del male- rispose serio il ragazzo.

-io non ti sto facendo del male. Se dire la verità per te fa male è solo la conferma che è colpa tua-

-Bianka non riesci davvero a comprendere quanto in realtà le tue parole mi feriscono? Cazzo in teoria sei mia amica e non dovresti dire delle cose che sai perfettamente mi facciano male! Sei davvero impossibile-

-lo sono io? Sei tu quello che vive a discapito del fratello-

-hai fottutamente rotto!- non riuscì a trattenersi Tedros andando a passo svelto verso il posto libero che aveva individuato e sedendosi tranquillamente per poi infilarsi le cuffiette e provare a chiamare Devoll. Voleva sapere come stava e se stesse andando tutto bene anche se non erano passate nemmeno tre ore da quando erano partiti. Il telefono squillò per un bel po' ma Devoll non rispose e Tedros mise fine alla chiamata con un magone sul petto conscio che il fratello non gli avesse risposto volontariamente. Si sentiva tremendamente inutile e sbagliato, che razza di fratello maggiore era? Non riusciva ad aiutare il fratellino quando ne aveva più bisogno e nemmeno ad essergli di conforto.

-vedo che già iniziate con il piede sbagliato- Tedros alò lo sguardo per incrociare quello del suo professore di storia che era uno dei professori che li stavano accompagnando in gita.

-mi scusi, prometto che farò il bravo-

-posso?- domandò ancora il professore indicando il posto vuoto al suo fianco e Tedros annuì lasciando che l'altro si sedette al suo fianco -cos'è successo da farti dare in escandescenza in quel modo?-

-la mia migliore amica che invece di evitare argomenti che sa che mi fanno male li tratta addossandomi la colpa come se già non lo facessi da solo-

-per cosa ti stai dando la colpa?-

-mio fratello...il mio fratellastro in realtà non è qui in gita con noi ed è colpa mia-

-gli hai impedito tu di venire qui?-

-no ecco...mio padre non vuole spendere per lui perché non è suo figlio e quindi gli ho proposto di provare a cercarsi un lavoretto part-time per mettere da parte i soldi per il viaggio e partire insieme a noi e ci è riuscito. Il problema è stato che mio padre ha deciso di prendere quei soldi e usarli come pagamento per il suo vivere nella nostra casa e gli ha impedito di partire. Ora mio fratello è costretto a lavorare e dare tutto il suo stipendio a mio padre per colpa mia- riassunse velocemente il castano mentre il professore lo ascoltava attentamente.

-non è colpa tua. Tu hai semplicemente cercato di aiutarlo e di certo non potevi essere nella testa di tuo padre e sapere in anticipo come si sarebbe comportato- gli fece notare l'uomo -non devi darti colpe che non hai, non sei i tuoi genitori-

-è difficile non darsi colpe quando sei il maggiore e da una vita sei il figlio preferito mentre tuo fratello ha sempre la peggio. Ho provato di tutto ma non sono riuscito a fare niente per lui e anzi mi odia anche a buon ragione: ho tutto quello che lui non ha mai avuto-

-non sei tu quello che lo ha deciso- disse serio il professore osservandolo parecchio preoccupato -sono stati i tuoi genitori a decidere quello che dovevi o non dovevi avere non tu. La colpa è loro non tua e non devi distruggerti per qualcosa che non hai mai fatto-

-voglio solo che mio fratello abbia tutte le possibilità che ho anch'io-

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