Capitolo 16

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-okay facciamo così- disse Devoll che non stava minimamente capendo cosa avesse realmente spinto Tedros a mandare sotto processo i suoi stessi genitori -raccontami tutto quello che è successo senza le mie domande, mi vengono più dubbi altrimenti-

-tua madre e il tuo patrigno si sono rifiutati di pagarti le cure mediche e tuo fratello ha saputo del tuo incidente solo una volta tornato a casa dalla gita, precisamente quando mancavano tre giorni alla scadenza della tua permanenza in ospedale dopo l'incidente se non avessero pagato. Mi ha rivelato di aver usato i tuoi risparmi per pagare il primo mese dell'ospedale e nel mentre si è messo a cercare un lavoro perché non voleva perderti- Devoll osservò sorpreso la viola perché di certo non si era aspettato un comportamento del genere da parte di Tedros: perché pagargli l'ospedale quando poteva lasciarlo morire? -ti vuole bene Devoll- sussurrò Clare.

-cosa?-

-tuo fratello ti vuole bene- la ragazza poi prese un profondo respiro per continuare a raccontare -si è messo subito a cercare un lavoro e lo ha trovato per sua fortuna anche se all'inizio mi ha rivelato che non è stato semplice. Lavorava tutte le sere fino alle tre di mattina in un ristorante e poi andava anche a scuola per finire l'anno. Ti ha restituito anche tutti i soldi che aveva preso per il primo mese e una volta diplomato ha aumentato i suoi turni per poter prendere in affitto un appartamento e con una minima stabilità economica ha denunciato i vostri genitori portandoli in tribunale-

-perché?- Devoll sapeva di aver detto di non voler fare domande ma davvero gli sembrava strano che Tedros avesse denunciato i suoi stessi genitori.

-è arrivato al suo limite- rispose semplicemente Clare -non ha mai sopportato il comportamento dei suoi genitori nei tuoi confronti ma non è mai riuscito a fare qualcosa di concreto per te e si è sempre sentito in colpa per questo, anche se non me lo ha detto apertamente ho tranquillamente capito da sola che si incolpa anche per il tuo incidente e voleva rimediare-

-una macchina mi ha preso in pieno non lui- sussurrò Devoll.

-lo so ma Tedros si è sempre dato la colpa di tutto quello che ti accadeva, si sentiva responsabile nei tuoi confronti anche per le scelte che prendevano i vostri genitori. Ed è arrivato al limite dopo il tuo incidente-

-e com'è andato il processo? O non è ancora finito?-

-è finito, avete vinto voi due- sorrise Clare -ma i vostri genitori non hanno ancora pagato il risarcimento che ti devono più restituire a Tedros tutto quello che ha pagato per l'ospedale e fino a quando non lo faranno è ancora Tedros che deve pagare l'ospedale, il vostro avvocato e l'affitto dell'appartamento dove al momento vivo anch'io-

-oh...è riesce a pagare tutto lavorando in un ristorante?-

-no- scosse la testa Clare -lavora dalle sette di sera alle tre nel ristorante mentre la mattina dalle otto alle sei e trenta come segretario in un'azienda-

-fa due lavori?- sbottò Devoll.

-deve. Dopo che si è diplomato ha avuto libera anche la mattina quindi ne ha approfittato ma si sta distruggendo. Non ha un giorno libero-

-cos'altro- sussurrò Devoll che dallo sguardo che aveva messo su la ragazza aveva capito ci fosse anche altro sotto. Ma Clare non fece in tempo a rispondergli che qualcuno entrò trafelato nella camera.

-Clare mi hai chiamato perché...- ma le parole di Tedros gli morirono in gola quando notò Devoll sveglio che aveva preso a fissarlo come se fosse un fantasma. Devoll si ricordava perfettamente infatti che suo fratello non fosse così magro com'era in quel momento e che soprattutto non aveva quelle occhiaie spaventose sotto gli occhi: Tedros sembrava un fantasma a tutti gli effetti e Devoll spostò lo sguardo sconvolto verso Clare che si limitò ad abbassare lo sguardo sentendosi in parte colpevole. -grazie a dio sei vivo- sussurrò poi Tedros raggiungendo il letto del fratello a grandi falcate -ho temuto il peggio-

-io sono vivo ma tu sembri un cadavere- non riuscì a trattenere quelle parole perché vedere Tedros ridotto in quello stato gli stava facendo davvero male, così come si stava sentendo male al pensiero che probabilmente aveva sempre frainteso l'altro. Tutto quello che Tedros nell'ultimo periodo aveva fatto per lui, quando ancora non era finito in coma, lo aveva interpretato come un modo per prenderlo in giro quando l'altro stava solo cercando di essere davvero un buon fratello per lui.

-sto bene, non ti devi preoccupare-

-mangi?-

-si-

-non lo fa- disse Clare sovrastando la voce di Tedros mentre quest'ultimo alzava gli occhi al cielo -non puoi dire che mangi quando fai un unico pasto al giorno e che varia tra scatoletta di tonno, scatoletta di mais o di ceci- ringhiò la viola -per non parlare che non vuoi mai che ti offra il pranzo e quando lo faccio cerchi sempre di ridarmi i soldi come se non volessi accettare il fatto che qualcuno voglia aiutarti-

-ma sei cretino- sbottò Devoll osservando il fratello maggiore che incrociò le braccia al petto.

-non è importante che io mangi diecimila volte al giorno, l'importante è che tu stia bene e vivo-

-ma questo non significa che puoi ammazzarti di lavoro e...-

-visite finite- disse il medico ritornando nella sala e interrompendo le parole di Devoll -si è appena svegliato, non deve assolutamente agitarsi-

-va bene, torneremo a farti visita quando possiamo- disse Clare sorridendo leggermente verso Devoll e mettendo entrambe le mani sulle spalle di Tedros, nonostante il ragazzo fosse molto più alto di lei, per trascinarlo fuori dalla camera.

-non mi stavo agitando-

-il macchinario dice il contrario- borbottò il medico e Devoll sospirò.

-il mio cellulare è qui da qualche parte?- domandò poi all'uomo che alzò gli occhi al cielo e glielo porse.

-è scarico però, tuo fratello non si è permesso di caricarlo e accenderlo quindi è rimasto intatto dall'incidente- 

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