Cap. 2 - Lou

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"Lou? Sei in casa?"- chiese una ragazza, Claire, bella come poche. Aveva lunghi capelli rossi e un fisico invidiabile, il viso costellato di lentiggini. "Mi dispiace per ieri sera. Voglio solo parlare."- continuò, appoggiando una mano sulla porta. "Lou!"- "La finisci di fare sceneggiate?"- Lou aprì la porta già scocciata.
"Lou..."- a Claire vennero immediatamente gli occhi lucidi, e le si catapultò tra le braccia. "Mi dispiace, Lou. Mi dispiace tanto."- singhiozzò, stringendola come se non la vedesse da mesi. Lou, sospirando, respinse gentilmente il suo abbraccio.
Claire la guardò con occhi imploranti d'affetto, un affetto che Lou, non era disposta a donare più a nessuno.
Lou Miller era arrivata a New York da poco più di un anno. Tutto quello che si era portata nella valigia da Los Angeles erano due camicie, un paio di pantaloni, delle calze, dell'intimo, qualche soldo e una grossa bottiglia di gin.
Era fuggita dal suo passato senza guardarsi indietro due volte, incapace di sopportare un solo altro giorno, in quel girone infernale che era divenuta la sua quotidianità.
Andava a letto con Claire da quasi due mesi, occasionalmente e soprattutto senza impegno, perché solo così potevano essere i suoi rapporti amorosi, se così li si può definire.
Lou era un'ottima amica, ma dal suo trasferimento, una pessima compagna. Tutto il suo amore lo aveva consumato tentando di salvare un rapporto impossibile, che era sbocciato e appassito a Los Angeles, con la sua ex ragazza, Beca.
"Perché sei venuta qui?"- chiese Lou, scuotendo la testa. "Ti ho già detto come la penso ieri sera. Pensavo fosse un discorso chiuso, ormai. E poi sto uscendo per andare a lavoro."-
"Io posso cambiare, se è quello che vuoi. Posso-"-
"Non voglio che tu lo faccia, Claire."- la interruppe subito Lou. "Non voglio e non ne ho bisogno, e nemmeno tu, credimi. Non voglio che nessuno si annulli per me, perché in tutta sincerità non ne vale affatto la pena. Te l'ho detto sin dal primo giorno in cui ti ho incontrata: non sono alla ricerca di una relazione. Mi era sembrato di essere stata più che chiara."- ribadì la bionda.
"Se solo tu... mi dessi una possibilità."- a Claire quasi cedettero le gambe. "Siamo state così bene, Lou, andiamo, lo sai anche tu, dannazione. Non farmi passare per quella che si inventa le cose, io so e tu sai che quello che abbiamo vissuto era reale, ed era, anzi è! molto più profondo di un semplice rapporto occasionale. Sei l'unica donna con cui io sia mai stata..."- le poggiò una mano sulla guancia. Lou alzò gli occhi al cielo.
"Ecco, è proprio questo il punto, Claire."- Lou le abbassò la mano, e scosse ancora la testa. "Io non so proprio di che diamine tu stia parlando. Non c'è nulla di profondo tra di noi. Ogni tanto facciamo sesso, tutto qui. Pensi che io sia speciale perché non sei stata con altre donne, o perché forse pensi che io ti ritenga speciale, ma non è così. Per me sei una come tante altre, e l'ho messo in chiaro sin da subito. Non c'è niente che tu avessi potuto fare per farmi cambiare idea."- disse tagliente Lou. A Claire vennero gli occhi immediatamente lucidi.
"Come puoi essere così insensibile?"- singhiozzò la rossa.
"Credimi, ti sto facendo un favore."- disse Lou, composta, ma a disagio nel vedere Claire piangere in quel modo.
"Ti odio, Lou!"- Claire la spintonò al petto, Lou sospirò.
Ci risiamo -pensò.
"Ti odio! Ti odio! Ti odio!"- iniziò a strattonarla tenendola per la camicia, poi la graffiò sul viso con le unghie.
"Andiamo, calmati."- le disse pacata, bloccandole le mani. Non era la prima volta che Claire reagiva così, anche se Lou stessa ammise tra sé che quella fu più pesante delle volte precedenti. Avevano avuto altre discussioni simili in passato. Claire aveva già provato ad abbattere i muri impenetrabili di Lou. Aveva provato a convincerla che lei era diversa dalle altre donne e che le sarebbe bastata anche una sola possibilità per aprirle gli occhi e farle cambiare idea.
Ma stava cercando di aprire uno scrigno di cuore di cui non aveva e mai avrebbe avuto la chiave. E dentro di lei, ne era più che consapevole. A volte però ammettere la verità fa più male che continuare a sbatterci la testa mille volte, nella speranza che le cose cambino.
"Respira. Ok? Cerca di calmarti."- disse Lou, con sicurezza, mentre le teneva ferme le braccia. Claire riprese lentamente a respirare ad un ritmo normale.
"Lasciami."- disse la rossa, ancora provata dal suo scatto d'ira. Lou alzò le sopracciglia e l'accontentò, poi si sistemò la camicia che l'altra le aveva scompigliato. "Me ne vado. Non voglio più vederti, e questa volta per davvero."- riprese, stringendo i pugni. "Bel San Valentino, Miller. Grazie tante."- aggiunse, spintonandola ancora addosso alla porta.
Lou avrebbe saputo difendersi senza problemi, ma pensò non ne valesse la pena. Non per così poco. Non per chi per lei era così poco.
Claire se ne andò, e il rumore dei suoi tacchi si fece sempre più leggero.
"Addio, pazza psicopatica."- mormorò Lou, con lo zigomo che bruciava per via del graffio. "A mai più."- scosse la testa in disappunto e rientrò in casa. Stava facendo tardi a lavoro.

Valentine's curseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora