Cap. 6 - Balla sotto la pioggia

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Debbie realizzò quello che era successo al bar con Claude solamente più tardi, mentre si preparava per uscire di nuovo, quella sera.
Non riusciva nemmeno a guardarsi allo specchio.
L'ho provocato io? È stato il vestito? È stata colpa mia?- echeggiava nella sua testa, senza darle tregua.
Ebbe un attacco di panico, il secondo, di quel mese.
"Respira, Debbie, respira cazzo."- boccheggiò, sul pavimento, e la schiena appoggiata alla parete. "Oh Dio..."- si coprì il viso con entrambe le mani e schiacciò forte sugli occhi fino a che non iniziarono a tremarle le dita, poi sospirò lentamente.
La tempesta è passata - pensò. Ora balla sotto la pioggia - si ripeté, come soleva fare suo padre, quando le capitavano quegli episodi da ragazzina.
Si mise in piedi e si lavò il viso con delicatezza. Finalmente un filo d'aria riuscì a tranquillizzare i polmoni, e tutto nella sua testa si fece meno rumoroso.
Rimuginare era sempre stato il suo nemico più tosto, quello che non le aveva mai dato pace per tutta la vita.
Sistemò il vestito, trovando finalmente la forza di guardarsi allo specchio, e sperò che gli occhi rossi, provati dall'episodio, non si notassero troppo.
Quando Tammy la chiamò al cellulare perché scendesse, si erano già fatte le dieci di sera, allora la raggiunse in macchina.
"Wow. Come sei bella."- disse Debbie, sorridendo all'amica.
"Oh grazie, bambolina. Anche tu non sei male."- le fece l'occhiolino e aspettò che si allacciasse la cintura. "Ancora non ci credo che siamo riuscite ad ottenere un'entrata per questo evento. Forse tu non ti rendi conto, ma gli eventi di quella Lou sono famosi in tutta New York."- squittì Tammy, allegra.
"Già. Sì, avevo sentito qualcosa."- disse Debbie.
"Che ne hai fatto della rosa?"- domandò Tammy, alzando le sopracciglia e dipingendo un sorrisetto sulle labbra.
"Che fine vuoi che abbia fatto?"- ridacchiò Debbie.
"È stata proprio un tesoro."-
"Pensa a guidare."- disse Debbie, scuotendo la testa, divertita. Tammy rise e fece come le disse la mora. In una decina di minuti arrivarono all'Heaven, che straripava di persone. "Dio, quanta gente."-
"Andiamo, brontolona."- l'ammonì Tammy, prendendola per mano. La bionda si fece strada tra la folla e riuscì ad arrivare all'ingresso trascinando Debbie dietro di sé.
L'uomo addetto ai biglietti chiese loro la prevendita.
"Siamo amiche di Lou."- disse Tammy, a voce alta per via della musica.
"Quindi niente biglietto?"- ribatté lui, scuotendo la testa.
"No, ma Lou ci ha detto che potevamo venire. Siamo Lange e Ocean."- indicò Debbie, dietro di lei.
"Datemi un minuto."- rispose l'uomo, che contattò una collega. Tammy guardò l'amica spazientita. Debbie invece era tranquilla, ed anzi, divertita dalla situazione.
"Sta' a vedere che non ci lasciano nemmeno entrare."- ridacchiò la mora.
"Non lo dire nemmeno. E se è così incolperò te e tutte le tue maledizioni di San Valenti-"-
"Ehi!"- un viso familiare le sorprese piacevolmente. Debbie sorrise. "Sì, John, falle passare. Scusate ragazze, sta sera è proprio un casino."- la moretta le invitò ad entrare. "Venite! Lou vi stava aspettando!"-
"Oh!"- Tammy fu improvvisamente entusiasta. "Sei Kia, giusto?"-
"Oh, sì. Sì, Kia. È un piacere."- fece un cenno prima a una e poi l'altra, mormorando prima il nome di Tammy e poi quello di Debbie, come se chiedesse conferma. "Ci siamo viste al bar prima, sono amica di Lou, la aiuto con gli eventi."- disse Kia, porgendo loro dei bracciali di plastica giallo fosforescente. "Questi sono per l'open bar e la sala lounge. Lou ci teneva che li aveste."-
"Debbie, cavolo, l'hai proprio conquistata!"-
"Tam!"- Debbie arrossì. Kia alzò le spalle, ma non disse niente, e si limitò a ridacchiare. "Grazie, Kia."-
"Dovreste vederla in giro, forse al banco dei drink, ma non sono sicura."-
"Fantastico!"- fece squillante Tammy.
"Se avete bisogno di me mi trovate nella seconda pista, dall'altro lato del locale."- indicò la direzione. "A mezzanotte poi ci saranno i fuochi d'artificio. Il ritrovo è sulla terrazza."- meditò qualche secondo tra sé. "E questo penso sia tutto, a meno che non abbiate domande."-
"Sei stata chiarissima, tesoro."- disse Tammy.
"Sì, grazie mille."- seguì Debbie.
"E mi raccomando, divertitevi!"- Kia fece un piccolo cenno con il mento alla mora, poi si allontanò, così Tammy e Debbie si immersero tra la folla.
L'atmosfera era surreale: il locale era stato decorato da mille brillanti, che giocavano magici effetti con la luce ed erano centinaia le rose che addobbavano le pareti.
Ti piacciono proprie le rose, Lou - pensò Debbie.
La musica era coinvolgente, ed Electra, il giovane DJ, stava regalando momenti indimenticabili a tutto il suo pubblico, nessuno escluso.
I drink, poi, erano, come li definì Tammy, vertiginosamente spaziali. Debbie impazzì per il Daiquiri con le fragole ghiacciate, che non aveva mai provato prima.
Le due amiche si lasciarono trasportare dai potenti bassi, e ballarono come se il locale fosse vuoto, cullate dalla dolcezza dei drink.
"Tam! Guarda! C'è Lou!"- gridò la mora, passandosi una mano tra i capelli.

Valentine's curseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora