Cap. 4 - Ma non fa un po' freddo con quel vestito?

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Al bar durante: Lou's pov

"Perché quella faccia?"- ridacchiò Lou, mentre sistemava un bouquet di rose rosse che decorava l'ambiente appositamente per quel giorno. Guardò l'amica con un sorriso furbo e si appoggiò alla parete con una spalla.
"Non sono io quella che è stata graffiata dalla ex, Miller."- ribattè Kia, sistemando su un tavolo il vassoio vuoto che teneva in mano.
"Ha. Ha. Come siamo simpatiche oggi."- rispose Lou, mettendo le braccia conserte. Il graffio le bruciava ancora un po'.
"C'è un coglione misogino fuori che parla solo per dare aria alla bocca. Si è lamentato per le sedie e mi ha perfino dato della gallina."- ridacchiò, sconcertata. Lou strabuzzò gli occhi.
"Ma chi è questo?"- chiese la bionda, esterrefatta.
"Un coglione!"- ripetè, divertita. "Si è reso ridicolo davanti a tutti i suoi amici. Pensa che la sua compagna non solo lo chiamato 'imbarazzante', ma lo ha pure convinto pure a scusarsi con me. È stato memorabile."- continuò Kia, facendo un cenno con il mento verso il tavolo a cui si riferiva.
"Chi è la sfortunata? La bionda o il fiorellino rosso?"- chiese Lou, allungando lo sguardo.
"Il fiorellino."- disse Kia, divertita da quella descrizione. Lou alzò le sopracciglia.
"Non fa un po' freddo per quel vestito?"-
"Lou..."-
"Non era una lamentela. Anzi."- ridacchiò la bionda, infilando le mani nelle tasche posteriori.
"D'accordo tigre, ora levati di torno. Giù le zampe dalle mie clienti."- fece Kia, che era la migliore amica di Lou da anni, e l'aveva seguita a New York subito dopo il suo trasferimento improvviso.
Erano cresciute insieme come due sorelle, Lou aveva visto Kia perdere e riconquistare la scintilla nei suoi occhi e Kia aveva visto Lou cedere pezzi della sua anima alle persone a lei più care, indipendentemente da quanto male le avessero fatto, e vacillare senza mai però perdere la sua forza vitale.
Lou era un esempio da seguire per Kia, lo era sempre stata.
"Le mie zampe sono in ordine, Kiki, lasciami almeno guardare!"- ridacchiò Lou, mentre l'altra la trascinava in ufficio.
Lou lavorava come organizzatrice di eventi, e spesso collaborava con il proprietario del bar in cui lavorava Kia, Dwight Bell, che possedeva anche lo Shivers e altri locali della zona.
Gli eventi lanciati da Lou erano i più gettonati e apprezzati della città, e nonostante la sua non fosse un'attività iniziata da molto, era riuscita a guadagnarsi in poco tempo numerosi ospiti e clienti fedeli, che regolarmente la seguivano in ogni suo party.
Quel giorno, quello della festa degli innamorati, avrebbe dato luogo ad un evento strepitoso proprio presso l'acquisto più recente del signor Bell: l'Heaven, una discoteca degli anni ottanta appena ristrutturata, ora un gioiellino.
"Allora, Miller. È tutto pronto per sta sera?"- chiese l'uomo, sentendo i passi di Lou dirigersi verso il suo piccolo ufficio. Tenne gli occhi su dei documenti inizialmente, poi la vide in volto e le sorrise cordialmente.
"Puoi contarci, Dwight. Ho mandato due dei miei ragazzi a occuparsi di tutto quanto, e mi hanno già avvisato che è tutto pronto."- Lou accennò un sorriso. "Abbiamo fatto il tutto esaurito anche questa volta."- annunciò, orgogliosa.
"Ottimo! Bene, bene, benissimo!"- ridacchiò il signor Bell. "Sarà un successone!"-
"Eccome!"- ridacchiò Lou. "Il DJ di sta sera è una bomba. Electra*- disse, con tono emozionato. "Hai presente, no? È appena rientrato dall'Europa, per il tour mondiale. Ci credi? Follia. Così giovane e già così di successo. Quel ragazzo ha tutta la mia stima."-  continuò la bionda, gesticolando per l'entusiasmo.
"Sì, so che va forte."- disse Dwight, accarezzandosi la barba. Lou appoggiò la schiena al muro e rimase in un ufficio per discutere della serata, degli ospiti e anche di eventuali problemi.
Quando il suo orologio suonò, allo scoccare delle sette, tirò un sospiro e gesticolò con le mani.
"Tempo che vada, Dwight. Meglio che mi diriga verso l'Heaven, voglio gustarmi ogni istante di questo evento, perciò vorrei essere la un po' prima."- disse Lou, facendogli un piccolo cenno con il mento. "Ti vedrò questa sera?"-
"No, Miller. È tutto nelle tue mani."- rispose Bell, sorridente.
"Allora sono ottime mani."- affermò la bionda, avviandosi verso l'uscita. Dwight ridacchiò in approvazione. "Ti dispiace se uso il bagno, due secondi, prima di andare?"-
"Fa' pure, Lou. Mi fai il pienone stasera. Il minimo che posso concederti è usare il bagno!"-
"Buona serata."- Lou mise le mani in tasca e si avviò verso la toilette, quando udì dei rumori disturbanti. Aprì la porta sulla difensiva.
E la scena in cui si imbatté le fece scattare i nervi dall'ira.

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