Debbie si svegliò avvolta dal profumo di Lou, come un caldo abbraccio invisibile che riusciva a scaldare il suo cuore infreddolito.
Erano da poco passate le sei del mattino, il sole sarebbe sorto tra non molti minuti, ma il cielo era già chiaro. Le prime luci dell'alba dipingevano l'orizzonte di sfumature delicate, un ventaglio di colori che andava dal blu scuro della notte che svaniva lentamente al tenue rosa pallido che annunciava il nuovo giorno. Striature dorate si allungavano lungo le nuvole, creando un contrasto morbido e avvolgente con il celeste sempre più luminoso nel cielo.
Si raggomitolò sotto la giacca, respirando profondamente.
Lou... - un sorriso le si dipinse sulle labbra e una sensazione di leggerezza le solleticò la pelle.
Si alzò lentamente, avvolgendo la giacca di Lou attorno a sé, come se volesse portare con sé quel pezzo di Lou ancora per un po'. Mentre si stiracchiava, guardò fuori dalla finestra, ammirando lo spettacolo dell'alba che dipingeva il mondo di colori nuovi.
Si recò, poi, in cucina e in quel momento, vedendo i calici in ordine, realizzò di quella e delle altre accortezze di Lou, al che sorrise.
Caspita sei davvero Cenerentola, Miller - pensò divertita.
Dopo aver preparato una tazza di caffè, si appoggiò per un momento al tavolo della cucina e si godette i primi sorsi caldi mentre ripensava alla serata precedente. Il profumo del caffè si mescolava con quello della giacca di Lou, Debbie si sentì al sicuro.
Con la tazza tra le mani si recò nel suo studio, accese il computer, cliccò sul file del progetto e diede inizio alla sua giornata di lavoro.
L'edificio residenziale che stava progettando sarebbe stato costruito sulla costa occidentale, a Santa Barbara in California, probabilmente alla fine di quello stesso anno.
Era un grande progetto, quello, per Debbie. Il più importante degli ultimi anni, molto probabilmente.
Per la maggior parte della sua carriera Debbie era stata progettista, occupandosi perciò della progettazione architettonica degli edifici. La sua dote innata per il disegno le aveva permesso di guadagnare questa posizione senza troppa fatica, e fu proprio il suo bisogno di arricchirsi spiritualmente, di migliorarsi, di sfidarsi, a spingerla a non accontentarsi di ciò il suo talento le permetteva di fare.
Perché si sa, le anime perfezioniste sono da sempre la forza motrice che trasforma l'ordinario in straordinario. Che questa sia una virtù o un sacrilegio, però, dipende dal fatto che il perfezionista ricordi o dimentichi che anche le imperfezioni raccontano una storia.
Più di recente, comunque, aveva ripreso a studiare al fine di diventare anche project manager, e quindi occuparsi anche della costruzione del progetto stesso, coordinando team di architetti, ingegneri e costruttori, garantendo il rispetto dei tempi e costi previsti, oltre ad un'ottimale gestione delle risorse. Conseguiti gli studi, da allora, aveva saputo bilanciare i due ruoli, alternandoli a seconda delle esigenze della Inches' Way.
Il suo capo, Robert Inches, per questo la chiamava "Jolly Ocean", non che a lei quel nomignolo piacesse più di tanto, ma le faceva onore.
La novità del progetto costiero su cui stava lavorando, però, era che Debbie aveva assunto duplice responsabilità e perciò si sarebbe occupata sia dell'intera progettazione, dalle fasi iniziali di ideazione alla stesura dei piani dettagliati in qualità di architetto, che di supervisionare l'esecuzione del progetto stesso, come manager.
Era una grande sfida, ma secondo la filosofia di Debbie, 'ogni sfida è una nuova opportunità di crescita', e questo catturava il suo interesse, da sempre alla ricerca della perfezione.
Avere la possibilità di diventare la nuova Direttrice del Dipartimento di Architettura della Inches' Way, tra le aziende più rinomate d'America, non era qualcosa che succedeva tutti i giorni, e non era di certo un'occasione che aveva intenzione lasciarsi scappare. Non senza lottare.La mattina trascorse veloce, tra schizzi e piani di lavoro, mentre Debbie si perdeva nelle sue idee e nelle sfide che questo nuovo edificio residenziale le presentava. Con la vista dell'oceano in mente, cercava di integrare design moderni con elementi naturali, creando uno spazio che fosse al contempo elegante e in armonia con l'ambiente circostante.
Posò lo sguardo sulla rosa regalatole da Lou a San Valentino più volte, sull'angolo della scrivania, e seppur promise a sé stessa che non si sarebbe fatta distrarre, dei piccoli sorrisi non riuscì proprio a evitare di trattenerli.
Arrivarono presto le due di pomeriggio, quando il suo telefono vibrò sulla scrivania.
Tammy.
"Pronto, Tam?"-
"Ciao, dolcezza."- la voce di Tammy era squillante, come sempre. "Ti disturbo?"-
"No, figurati, anzi."- si alzò in piedi e sgranchì le gambe, "Mi fa piacere sentirti."-
"Stavi lavorando sul progetto?"- chiese l'amica.
"Sì. Ma ne approfitto per fare una piccola pausa, ne ho proprio bisogno."-
Si aggiornarono l'un l'altra sui rispettivi lavori, Debbie parlò del progetto sulla costa e Tammy di alcuni ospiti dell'hotel in cui lavorava come receptionist, poi la bionda andò dritta al punto.
"Com'è andata la serata con la tua fidanzatina?"-chiese Tammy, curiosa.
"Tam, Lou non è..."- ridacchiò, "Non è la mia fidanzata."-
"Non ancora, hai ragione."- la punzecchiò l'amica. "Beh? È stato magico come speravi?"-
Debbie raccolse i suoi pensieri in silenzio, un sorriso le dipinse spontaneamente il viso.
"Di più, Tam."- mormorò, alzando gli occhi al cielo. "Non riesco nemmeno a descriverla."-
"La serata o Lou?"- domandò Tammy, nel tentativo di far ammettere a Debbie i suoi sentimenti, cosi come trasparivano limpidi dalla sua voce.
La mora se la cavò con una risata.
"E successo qualcosa di interessante, tra te e la tua non-fidanzata?"-
"Tam! Piantala!"- le sfuggì una risatina.
"Dio, Ocean, sei cotta stra cotta!"-
"Non sono cotta!"- si fece più seria. "L'ho vista tre volte in tutto, Tammy."-
"E quindi?"-
"E quindi è troppo presto!"- Debbie rimase in silenzio per un attimo. "Non sono quel genere di persona che si innamora dopo due appuntamenti del primo che capita."-
"Quindi Lou è il primo che capita?"-
"Ma che dici? No che non lo è."-
"Esattamente."- Debbie riuscì ad immaginare la smorfia soddisfatta di Tammy. "Quindi se non lo è, beh, in questo caso la tua affermazione non ha senso, amica mia."- Rimasero entrambe per un momento senza dire una parola. "Dov'è il problema se ha iniziato ad interessarti, diciamo così, così in fretta?"-
"Che non è da me."-
"Oh, Debbie..."- Tammy sospirò. "Sei così occupata ad etichettare quello che è o non è da te fare o sentire che ti stai dimenticando quanto è bella la tua spontaneità. Non ridurti ad una convinzione, credimi, è peggio di una gabbia. Sii tu a sorprendere la vita, e non viceversa."-
Eccola lì, da uno Shakespeare all'altro. -
"Grazie, Tam, per il consiglio."- Debbie piegò la testa di lato. "Cercherò di non dettarmi regole, d'accordo?"-
L'amica schioccò la lingua.
"Come faresti senza di me?"-
"Non lo so proprio."- disse Debbie, sincera. "Forse potrei comprarmi uno di quei libretti di poesie motivazionali."- Tammy rise. "Potrei scambiarle tranquillamente per parole tue."-
"Lo prenderò come un complimento."-
"Lo è!"- rispose Debbie. "Sarei davvero persa senza di te Tam, lo sai."-
"Ehi, ehi, vacci piano! Non sei il tipo di persona che si innamora troppo velocemente!"- scherzò la bionda.
"Direi che vent'anni non sono proprio pochi."- ribatté Debbie, scuotendo la testa.
"Accidenti, ci conosciamo da così tanto tempo? Siamo così vecchie?"-
"Ho deciso di non etichettarmi più, perciò non so di cosa parli."-
"Sei proprio un'idiota, Ocean."- ridacchiò Tammy, la risata di Debbie in sottofondo. "Lou sa in che situazione si sta mettendo?"-
"Penso di no."- giocò.
"Non cambiare mai, Deb."- disse l'amica, con riguardo.
"Neanche tu."- rispose, accennando un sorriso. Tammy aspettò a parlare.
"Ci vediamo, uno di questi giorni?"-
"Certo."- Debbie si appoggiò al tavolo. "Venerdì?"-
"Dimenticavo, tranne venerdì. Sono con Rick."- quasi squittì. "Giuro che tutti gli altri giorni sono libera."
"E poi sono io quella cotta..."-
"Io sono consapevolmente cotta di Rick, mia cara."- Debbie cercò di controbattere, ma Tammy continuò, "Ma tornando a noi, che ne pensi di sabato?"-
Debbie rifletté.
"Penso che è perfetto."- disse. "Ora credo che mi preparerò il pranzo, ti posso lasciare?"-
"Cristo, Ocean, sono quasi le tre di pomeriggio!"-
"Ciao Tam! Ti voglio bene!"- tagliò corto la mora.
"Ciao... riguardati."-
Terminarono la chiamata.
Debbie si preparò un piatto di pasta alle verdure e dopo aver mangiato, decise di uscire per una passeggiata. Era una giornata splendida, o forse era solo il profumo di Lou a rendere tutto più piacevole.
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Valentine's curse
RomanceSono due donne indipendenti, attraenti, un po' tormentate e single. Saranno una la salvezza dell'altra o, come dice Lou, "l'amore è distruzione"? Nel tentativo di rompere la maledizione di San Valentino che tormenta Debbie, lei e Lou impareranno ch...