Lou era nel suo ufficio, immersa nella morbida penombra del tardo pomeriggio. Fuori, la città pulsava con il regolare ritmo frenetico Newyorkese, ma dentro quelle quattro pareti tutto sembrava più lento, quasi sospeso.
Il calendario sulla scrivania segnava i giorni mancanti al Winter Jam: il prossimo tra gli eventi in programma da lei organizzati.
Come ogni anno, Central Park, cuore pulsante della metropoli, sarebbe diventato una fiaba invernale... era solamente questione di pochi giorni.
Non era affatto scontato che Lou avesse questa possibilità. Il Winter Jam era un evento di portata colossale, un appuntamento atteso con fervore da tutta la città.
Ma non era stata ovviamente questione di fortuna. Lou si era guadagnata questa opportunità sacrificando molto di sé, soprattutto nell'ultimo anno, da quando era arrivata a New York.
Era stato un percorso tortuoso, quasi estenuante, ma più di tutto, gratificante.
Dopotutto si sa, più grande è la fatica, più gustosa è la soddisfazione.
Nell'ultimo anno Lou aveva dimostrato professionalità, creatività e una dedizione incontrollabile. Ogni dettaglio era sempre curato con precisione, ogni problema risolta con prontezza ed efficacia. Lou sapeva bene che l'affidabilità era la chiave del successo in quel mondo frenetico, e il suo nome era ormai sinonimo di eccellenza.
Che gli alti dirigenti avessero scelto lei come organizzatrice del Winter Jam era un gran trampolino di lancio per Lou. Quel singolo evento avrebbe potuto definire una carriera intera. Non erano perciò ammessi errori.
Ogni singolo aspetto, infatti, era stato meticolosamente pianificato: le luci scintillanti, le piste di pattinaggio sul ghiaccio, i falò serali, poi la musica e la zona bar che avrebbero ubriacato di allegria il cuore delle persone... ne se preoccupava di uno, in particolare.
Il pensiero di lei le alleggeriva la mente come una melodia silenziosa che dissolve il rumore del mondo.
Il suo profumo, i suoi capelli, il suo corpo...-
Giocò con una penna, mordendosi intanto il labbro inferiore. Le sue labbra...-
Fortunatamente o no, la mente di Lou era allenata ad oscillare tra mille pensieri diversi, e che Debbie li decorasse con un po' di leggerezza non la rallentò affatto, ed anzi: la sua giornata lavorativa fu più che redditizia.
Un leggero bussare alla porta la riportò alla realtà dell'ufficio.
"Avanti."-
"Permesso."- la porta si aprì lentamente. Era Kia, come sempre sorridente, anche se visibilmente stanca. "Buonasera, capo."
"Ciao, Kiki."- Lou le rivolse un sorriso. "Mi stavo chiedendo dove fossi finita. Cominciavo a preoccuparmi."
"Dwight."- rispose, lasciando cadere la testa di lato.
"Bell ti ha trattenuta più del previsto?"-
"Esattamente."- Kia sospirò. "E se non avessi detto nulla probabilmente sarei ancora lì. Ai tavoli, in cassa o a chissà fare cosa."- Kia scosse la testa. "Vado avanti e indietro per i suoi locali da sta mattina, Lou. È da dieci ore che non mi fermo un attimo."-
"Ma è assurdo."- Lou guardò l'orologio. "Vuoi che ci parli?"-
"Oh, ci ho già parlato io, credimi."- Lou alzò le sopracciglia.
"Hai sbottato?"-
"Un pochino."- ammise Kia, Lou fece una smorfia.
"Hai fatto bene."- disse. "Non può farti fare orari simili. C'è un limite a tutto."- Kia prese posto sulla sedia di fronte a quella di Lou e sospirò rumorosamente.
"Il fatto è che credo non si renda proprio conto dell'enorme quantità di lavoro che c'è dietro le quinte. O comunque che se ne accorga quando ormai siamo già tutti sfiniti. Non sembra, ma sa essere davvero meschino."-
"Bell non è un uomo cattivo, lo sai, ma per sua scongiura è un uomo d'affari."- Lou posò la penna sulla scrivania.
"Gli uomini d'affari non si rendono conto di sovraccaricare i loro dipendenti?"-
"Io penso che lo sapesse che tu fossi stanca... dentro di loro lo sanno sempre, i datori di lavoro come lui. Ma fanno così... fingono di non vedere e sfruttano ogni opportunità perché la loro attività ne tragga beneficio."- Lou aggrottò le sopracciglia. "Tu gli dai il dito, loro si prendono in braccio, le gambe e tutto quello che riescono. È sempre così, appena abbassi la guardia. Sono accecati dai profitti, Kiki, e tu sei fin troppo buona."-
"È orribile. E triste."- il suo tono era deluso.
"Lo so."- ribatté Lou, adagiandosi sullo schienale. "Ha visto che sei versatile e disponibile, ha fatto la sanguisuga."- si passò una mano tra i capelli. "Ma sai cosa? È fondamentale che tu abbia fatto sentire la tua voce. Bell sa benissimo che non troverebbe con facilità una persona in grado di sostituirti, ed è importante che lo tenga bene a mente, che sei cruciale per le sue attività."- Lou si mise in piedi. "In queste situazioni, se non parli sai già per certo non cambierà mai assolutamente nulla. Se non glie li fai aprire tu gli occhi, a convenienza, quelli fingono di essere ciechi."-
"Sì, hai completamente ragione."- disse Kia, che poi alzò le spalle. "E tu? Come sei messa con il Winter Jam?"-
"Ho organizzato tutto quanto."- lo disse con soddisfazione, all'amica venne spontaneo sorridere. "Ho già ingaggiato chi di dovere ed entro dopodomani tutte le preparazioni saranno sul posto. Sarà una favola."- Lou guardò fuori dalla finestra mentre le si avvicinava. Il cielo oltre il vetro era un mare di nuvole che si tuffavano nel tramonto, trasformando i riflessi d'oro e rosa in una tavolozza vivida e mutevole. La città sottostante si preparava per la notte, luci si accendevano una dopo l'altra, creando un mosaico urbano che Lou conosceva bene, ma non falliva mai nel lasciarla senza fiato. "Le piacerà da matti."- mormorò, senza pensare troppo.
La risata di Kia la riportò alla realtà, così Lou si ricompose e si voltò verso l'amica giocando con il colletto della camicia.
"Com'è andata ieri sera, Romeo?"- la stuzzicò Kia.
"Sei proprio una rompi palle."- Lou alzò gli occhi al cielo, leggermente arrossita.
"Allora?"- la moretta si allungò in avanti con un sorrisetto. "Vi siete scambiate promesse d'amore eterno?"-
"Vaffanculo, Kia."- rise Lou, mettendo le braccia conserte.
"Allora dimmi!"- insistette l'amica, genuinamente curiosa. "Avete fatto pace definitivamente?"-
Esitò qualche secondo a parlare, poi però l'accontentò.
"Direi di sì."- rispose piano Lou, che non poté trattenere un sorriso.
"E?"-
"Ma che cavolo vuoi sapere?"- ridacchiò la bionda. "Abbiamo passato una bellissima serata. Abbiamo bevuto vino, ascoltato musica..."- Lou incrociò lo sguardo insistente di Kia, allora sospirò. "No, Kiki, se è quello che vuoi sapere, non abbiamo fatto sesso."-
Kia lasciò cadere la mascella, e intanto alzò le sopracciglia.
"Oh Dio."- mormorò, sorpresa.
"Kia..."-
"Ecco perché quest'inverno è così dannatamente caldo. È colpa tua!"- ridacchiò, Lou gesticolò di abbassare la voce, ma Kia non le badò. "Stai destabilizzando il fragile equilibrio dell'universo! Miller!"- Kia si alzò in piedi. "Vi rivedrete?"-
"La pianti di urlare?!"- Lou sgranò gli occhi, mentre soffocava una risata.
"Scusa."- si coprì la bocca. "Vi rivedrete?"- ora sussurrò, la bionda guardò altrove.
"Se Debbie vuole, certamente."-
Kia squittì.
"Andiamo, ora piantala."-
"No, piantala tu!"- rise l'amica, prendendole le mani, che strinse nelle sue. Sorrise sinceramente e la guardò con orgoglio.
Era la prima volta, da Beca, che Lou si interessava genuinamente a qualcuna indipendentemente dal sesso. Vedere quella scintilla nei suoi occhi, che si erano convinti di non vedere più la luce, era come assistere alla rinascita di un'anima. Forse era presto per dirlo, ma Kia aveva imparato che per essere felici non bisogna mai dimenticare di sperare, e che Lou facesse pace con sé stessa era uno dei suoi desideri più sinceri.
La sua mente vagava tra i ricordi e tutte sfumature del tormento di Lou. Le lunghe notti passate a consolarla, ascoltando i suoi singhiozzi soffocati, le grida di rabbia e dolore. Le giornate in cui cercava di distrarla, di farla sorridere, di ricordarle che c'era ancora tanto da vivere, tanto da amare.
Ma "l'amore è distruzione"- le rispondeva disperata Lou, che aveva amato tanto, si era consumata per la sua donna e poi aveva ripudiato l'amore con la stessa intensità.
Ma forse, in fin dei conti, non è mai troppo tardi per ricominciare a vivere e accantonare le proprie paure.
"Tu non te ne rendi conto di cosa stai facendo. Ma io lo vedo, e sono fiera di te, Miller."- disse piano.
"Non so di cosa tu stia parlando."- Lou deglutì, e senza accorgersene si aggrappò alle mani abbronzate di Kia.
"Sì... sotto sotto lo sai. Non sei fatta per essere una semplice comparsa nella vita di qualcuno."- Lou abbassò lo sguardo.
"Non farti strane idee. Non so bene cosa sto facendo. Non so come comportarmi, cosa devo fare, se ha senso farlo, se ne vale la pena. Non so niente."-
"Nessuno sa niente, Lou."- lo sguardo di Kia era dolce. "È la prima volta che si vive per ognuno di noi. Per te, per me, per Debbie, per tutti."-
Lou pensò tra sé in silenzio. Si chiese se anche Debbie sentisse lo stesso, se anche lei cercasse risposte nelle piccole cose, nelle persone vicine.
"Pensi che lei mi capisca?"- chiese Lou, alzando finalmente lo sguardo verso Kia.
"Debbie?"- Kia rifletté un attimo, poi annuì. "Credo di sì. Ma non è questo che conta davvero, Lou. Conta cosa senti tu, cosa desideri tu. Ascoltati una volta tanto."-
"E se desiderassi qualcosa di sbagliato? E se stessi solo inseguendo un'illusione?"-
Kia le accarezzò il dorso della mano. "Non esistono desideri sbagliati, solo strade da percorrere. E ogni strada ci insegna qualcosa, anche quando sembra quella sbagliata."-
"Ho una paura fottuta che mi si ritorcerà contro, Kia. Ho il terrore che succeda di nuovo."- Lou scosse leggermente la testa. "Non potrei sopportarlo. Non ce la farei questa volta, ad abbandonare la città, la mia quotidianità per cui ho lottato tanto e lasciarmi tutto quanto alle spalle. Non ne avrei la forza."-
"Lou."- Kia si fece seria. "Non pensare a scappare dal passato, insegui il futuro, invece! Quello che stai provando, ti rendi conto di quanto sia prezioso, o da quanto tempo tu non lo provassi più?"- Kia piegò la testa di lato. "Quante volte hai cercato di allontanarlo e sopprimerlo? Mh?"-
"Sempre."-
"Sì, sempre, Lou."- ripeté l'amica. "E tu sei testarda forte, la persona più cocciuta che conosca e ci sei riuscita per tanto tempo. Dopo lei non ti sei più permessa di amare nessuna. Ma questa volta... questa volta in cui senti che forse vale la pena rischiare, che nel tuo cuore l'emozione è così forte, così sincera e profonda, Lou, lasciati andare. Ti prometto che le tue paure svaniranno proprio nel momento in cui proverai a vivere davvero. Devi solo provare."- Kia aspettò che Lou parlasse, ma si limitò a chiudere gli occhi e fare un grande respiro.
"Vedremo."- disse dopo qualche istante. Si coprì il viso e poi fece scorrere le dita tra i capelli, la frangia si scompigliò un po'. "Possibile che ogni volta che conversiamo finiamo sempre col parlare dei miei sentimenti? Perché non parliamo dei tuoi?!"- Lou si concesse una risata stanca.
"Non sarebbe così divertente, se fosse così."- la moretta le fece l'occhiolino.
"Divertente, eh? Avrei da ridire, a riguardo."-
"Hai bisogno di qualcuno che ti faccia ammettere ad alta voce ciò che ti ronza in quella testolina. Quindi non c'è di che."- Kia si sistemò il maglioncino. "Ceniamo insieme?"-
Lou annuì.
"Certo. In quale locale di Bell vuoi andare?"- la punzecchiò la bionda.
"Simpatica, Miller, proprio simpatica."- Kia scosse la testa ma sorrise, Lou ridacchiò.
"Aspettami giù, all'entrata. Faccio una chiamata veloce e poi andiamo a mangiare in centro, ok?"-
Kia la guardò con una smorfia e si avvicinò piano verso la porta.
"Ti aspetto giù, tigre. Salutami Debbie."-
"Fila via!"- Lou rise e aspettò che chiudesse la porta. Con calma apparente, si morse il labbro inferiore, lasciando trasparire a sé stessa solo un pizzico di impazienza, allora sfilò fuori dalla tasca dei jeans il telefono e la chiamò. Mentre squillava, Lou si perse ancora tra le luci della sera. In lontananza, i grattacieli scintillavano come guardiani silenziosi della notte, il cielo era gia puntellato di stelle timide, le nuvole...
"Pronto?"-
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Valentine's curse
Storie d'amoreSono due donne indipendenti, attraenti, un po' tormentate e single. Saranno una la salvezza dell'altra o, come dice Lou, "l'amore è distruzione"? Nel tentativo di rompere la maledizione di San Valentino che tormenta Debbie, lei e Lou impareranno ch...