"Buongiorno, Miller."- John le fece un cenno con la testa mentre andava verso di lei, Lou accennò un sorriso. "Come andiamo? Pronta per oggi?"-
L'alba si stava facendo lentamente strada tra i grattacieli e le prime luci del mattino tingevano la città di una sfumatura leggermente dorata. Un velo sottile accarezzava Central Park, trasformando la brina che ricopriva le strade in un tappeto scintillante. L'aria era pungente, il respiro si trasformava in piccole nuvole che si sarebbero dissolte presto nel silenzio del mattino.
Il parco si stava risvegliando, e l'energia del Winter Jam vibrava sottile nell'aria. L'evento sarebbe iniziato in poco meno di quattro ore, e gli ultimi preparativi erano in corso di rifinitura. Gruppi di lavoratori, ingaggiati da Lou, vestiti di giacche pesanti e guanti si muovevano tra gli alberi spogli, assicurandosi che tutto fosse pronto: le piste di sci, le aree per il pattinaggio e gli spazi per gli stand, che presto avrebbero riempito l'intero parco.
Il sole ancora timido si rifletteva sulla neve, quell'anno per lo più artificiale per via delle insolite temperature, e illuminava i volti dei lavoratori, che operavano con dedizione e un certo senso di eccitazione. Sorrisi scambiati in fretta, mani che si scaldavano tra le tazze di caffè fumante, e quell'attesa condivisa della magia che stava per accadere. Gli alberi, spogli e maestosi, si ergevano come guardiani silenziosi dell'evento, mentre il cuore pulsante di New York si percepiva poco lontano, oltre il parco.
In sottofondo l'eco lontana delle auto e il lieve rombo della città che si svegliava, ma a Central Park tutto sembrava ancora sospeso. C'era qualcosa in quell'attesa di romantico, come se il parco, coperto di bianco luminoso, stesse trattenendo il respiro insieme alla città.
"Sì. Pronta."- rispose Lou, aggiustando il colletto del suo giubbotto di pelle rosso. Il freddo pungente le pizzicava la pelle del viso, ma la sua espressione era serena, determinata, gli occhi azzurro ghiaccio che brillavano di un entusiasmo trattenuto. "Prontissima."- ripetè, guardando John, che sorrideva sotto la sciarpa.
"Non ti fermi mai, eh?"- le disse lui, sistemandosi i guanti. "È il tuo grande giorno, ammettilo."-
Lou rise, un suono breve e deciso che sembrò dissolversi nell'aria cristallina.
"Ogni evento che organizzo è il mio grande giorno, John. Ma sì, ammetto che c'è qualcosa di speciale nell'aria di sta mattina."- I suoi occhi vagarono per il parco. John mise le braccia conserte e guardò la bionda.
"Sarà forse che è da quando ti conosco che aspetti di organizzare un Winter Jam?"- Lou sorrise, ma non disse nulla. "Questo evento può aprirti tante porte, capo. Ti è concesso essere nervosa. Non che serva."-
"Non sono nervosa."-
"Non ho detto che lo sei. Ho detto che ti è concesso esserlo."-
"Non credo che essere nervosi serva a qualcosa."-
"Sì, ho detto anche questo."- ridacchiò John, scuotendo la testa.
La verità era che non c'era spazio per il nervosismo, solo una concentrazione feroce, quella di chi sa che quel momento potrebbe spalancare porte che aveva sognato di varcare per tanto tempo, anche se relativamente.
In effetti era vero che non fossero molti anni che Lou svolgesse quel lavoro o avesse quella posizione, ma l'impegno e la dedizione che ci aveva investito le facevano sembrare che quel traguardo fosse il frutto di un'attesa ben più lunga. Lo aveva desiderato tanto che il tempo sembrava essersi dilatato, come accade quando si sogna qualcosa per una vita intera. D'altronde così si dice: "non è la quantità a farne la qualità" , anche e soprattutto quando si parla di tempo.
Lou aveva passato gli ultimi tempi a pianificare ogni dettaglio, a immaginare quel giorno come l'inizio di qualcosa di grande. Era molto più di un semplice evento per lei, era una dichiarazione, la sua possibilità di dimostrare al mondo, forse al suo vecchio mondo e a chi ne aveva fatto parte, che era molto più di un'anima irrequieta senza posto nel mondo.
Lou aveva visione, aveva senno e aveva coraggio, e adesso, quei valori dovevano trovare riflesso tra la neve e i volti sorridenti della città.
John infilò le mani nelle tasche. "Che hai intenzione di fare, oggi? Ti butterai nella folla o controllerai tutto da lontano?"- chiese, un sorriso complice.
"Credo che mi perderò tra la folla. Voglio sentire la gente, respirare la loro energia. È lì che capisco se ho fatto un buon lavoro."- fece una pausa, poi aggiunse con tono più leggero: "E dopo, magari, posso accompagnare una persona sulle piste."-
John lesse lo sguardo di Lou, che oltre a capo, era prima di tutto una cara amica.
"Quando dici 'persona', stiamo parlando di Debbie? La moretta di San Valentino?"-
Lou scoppiò a ridere.
"Dio!"- schioccò le labbra, un po' in imbarazzo. "Ma che ne sai tu di Debbie?"-
Anche John rise.
"Non so nulla."- disse, "Ho solo tirato a indovinare."- continuò, alzando le spalle.
Lou annuì, tornando ad osservare l'orizzonte di cui era artefice. Ciò che aveva creato era incredibilmente bello, finalmente riusciva a vederlo prendere forma.
"Comunque, parlo di Debbie, sì."-
"Carina."- la punzecchiò John, che riuscì a percepire gli occhi di Lou su di sé senza nemmeno ricambiare lo sguardo.
Lou si bagnò le labbra.
"Non dovresti essere da qualche altra parte?"- domandò Lou, facendolo sorridere.
"Tranquilla, tigre."- le diede un colpetto con la spalla, poi fece un passo indietro. "Voglio solo dirti, Lou, che c'è una cosa che ammiro molto in te."- tirò le mani fuori dalle tasche, "Non hai mai avuto paura di prendere la strada più difficile, quella che nessuno vedeva finché non l'hai tracciata tu. Stai facendo esattamente quello che avevi promesso a te stessa quando ti ho conosciuta. Sei... forte."-
Lou si voltò leggermente verso di lui.
"Sei ancora qui?"-
John rise.
"Ciao, Lou."- abbassò lo sguardo in un sorriso e fece per incamminarsi verso gli stand.
Lou esitò un istante, poi alzò gli occhi al cielo.
"John."- lo chiamò improvvisamente, girandosi di più.
"Mh?"- lui alzò lo sguardo.
"Grazie."- disse piano la bionda, con sguardo amichevole. "Salvataggio notevole."-
John le fece un cenno con la mano, e sorridendo si allontanò.
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Valentine's curse
RomanceSono due donne indipendenti, attraenti, un po' tormentate e single. Saranno una la salvezza dell'altra o, come dice Lou, "l'amore è distruzione"? Nel tentativo di rompere la maledizione di San Valentino che tormenta Debbie, lei e Lou impareranno ch...