12.

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"Non credo nelle favole, credo negli occhi che luccicano e nelle mani che tremano"
Cit.


Era la mattina del compleanno di Isabelle, era ormai diventata una venticinquenne.
Thomas si era svegliato  prima di lei e aveva fatto preparare a Consuelo un'abbondante colazione da portarle a letto alla festeggiata.
Aveva organizzato tutto per la grande festa, anche il regalo da darle, o meglio i regali.
Con dei leggeri baci di Thomas, Isabelle si svegliò «Auguri amore mio» le sussurrò il suo uomo baciandole la tempia. Isabelle lentamente, prendendo conoscenza gli sorrise e gli carezzò la guancia pigramente. «Ho una sorpresa per te» Le fece vedere la colazione e le si illuminare gli occhi «Una colazione reale per una regina» Isabelle senza dire niente e fregandosene dell'alito pesante gli baciò le labbra e si abbuffò col cibo lasciando il vassoio completamente vuoto.

«Sazia?» le chiese accarezzandole la testa come se fosse una bambina piccola, a lei piacevano quelle attenzioni, e se le voleva godere  tutte dato che quello era il giorno del suo compleanno. Cavolo come stava divenando vecchia, in più incinta. La vita gioca strani scherzi, pensò tra se e se.
«Vieni con me» Thomas le prese la mano e la trascinò in bagno. Aprì la porta e si portò una mano alla bocca.
Il bagno era ricoperto di candele rosse e sul pavimento c'erano i petali che formavano un enorme cuore. La vasca era piena di bollicine e proprio accanto alla vasca c'era una bottiglia di vetro, senza ombra di dubbio non era alcol. In men che non si dica Isabelle saltò addosso a Thomas, baciandolo con veemenza e scompigliandogli i capelli.
«Sai che ti amo così tanto?» continuò a baciarlo, allacciò le gambe alla sua vita e Thomas la sbatté al muro, la desiderava con tutto se stesso. In men che non si dica, la camicia da notte della ragazza fu levata lasciandola in reggiseno. Thomas le baciò l'incavatura del seno facendola gemere «T-Thomas...»
La baciò ovunque, le morse le spalle e le leccò l'orecchio ma subito dopo si staccò. La adagiò al suolo e le tolse delicatamente il resto dei vestiti per poi levarsi i suoi. Isabelle nel frattempo entrò nella vasca in attesa di Thomas.
Isabelle si poggiò sul lato destro della vasca e Thomas su quello sinistro, le prese i piedi e cominciò a massaggiarli e a baciarli.
«Ah... non sai quanto mi facevano male... sono gonfi» disse Isabelle con voce rauca.
Thomas continuò a baciarglieli e a massaggiarglieli.

***

«Wow, questo ristorante è bellissimo..» disse Isabelle guardandosi intorno. Thomas per pranzo aveva deciso di portarla in un rinomato ristorante di Gordon Ramsey sulla trentaseiesima.
Ordinarono le specialità della casa e dopo un'abbondante pranzo, Thomas decise di portare la sua donna a vedere la Statua della Libertà col traghetto passando sotto il Ponte di Brooklyn .
«Thomas non so neanche come ringraziarti, è tutto stupendo» disse Isabelle asciugandosi le lacrime. «Ssh. Tutto per te» le disse prima di lasciarle un lieve bacio sulle labbra.
Salirono fino alla corona della statua, ammirarono il panorama dell'isoletta e il ponte di Brooklyn in lontananza. «Ehi guarda» le disse Thomas puntando in cielo. Notò un aeroplano che si rigirava intorno fino a svelare una frase che fece tremare il cuore ad Isabelle.
"Auguri amore mio. Ti amo. Tuo T"
«Thom..» Isabelle lo abbracciò così forte da stritulargli le ossa.
«Sei l'unico uomo che amerò per sempre» gli soffiò sulle labbra prima di posarle sopra le sue. «Ti amo» replicò Thomas.
Dopo due ore nella Statua della Libertà, tornarono sulla terra ferma e Thomas portò Isabelle in una boutique di una signora.
«Thomaa, benvenuto!» disse un'anziana signora abbracciando il ragazzo.
«Sharon, ti ringrazio.» replicò Thomas ricambiando l'abbraccio. «E questa signorina?» chiese Sharon sorridendo ad Isabelle. «È la mia fidanzata» disse il ragazzo stringendo la vita ad Isabelle che ricambiò il sorriso un po' in imbarazzo.
«Che bella ragazza, come ti chiami tesoro?» chiese la donna accarezzandole il viso «Isabelle. Isabelle Johnson» disse la ragazza. «Johnson? Della famiglia di William Johnson?» chiese shoccata Sharon e Isabelle non capendo aggrottò la fronte. «Sei figlia dell'avvocato William Johnson?» chiese sconvolta «Più o meno» borbottò nervosa «Sei la piccola Cappuccetto Rosso!» Isabelle sbarrò gli occhi, solo i suoi fratelli la chiamavano così quando aveva cinque anni e una signora.. la chiamavano Mamma Chioccia... era come una seconda mamma per Isabelle e i suoi fratelli.. «Mamma Chioccia?» chiese sconvolta e in quel momento i ricordi le tornarono alla mente.
«Come ti chiami bella bimba?» le chiese una giovane donna dai capello color sabbia «Principessa guerriera!» esclamò la piccola bimba di cinque anni.
«Uh che piacere principessa guerriera, io sono Mamma Chioccia» disse la donna regalandole un sorriso affettuoso. «Che brutto nome..» Isabelle arricciò il naso e tornò a raccogliere i suoi fiori.
«Raccogli i fiori come Cappuccetto Rosso?» le chiese la donna «No! Cappuccetto Rosso è brutta! Io li raccolgo come una principessa per usarli per sconfiggere i cattivi»
«Anche Cappuccetto Rosso era una guerriera, ha sconfitto il lupo!» disse con sicurezza la donna «Davvero? Allora da oggi in poi, sarò Cappuccetto Rosso.»

«Isabelle tutt'okay?» chiese preoccupato Thomas «Eh? Si ero soprappensiero... Tu sei Nonna Chioccia..  Pensavo te ne fossi andata in India con Berry!» le disse la ragazza sconvolta. Quant'era invecchiata, bassa con una marea di rughe che le segnavano il viso ma quegli occhi. Erano sempre gli stessi, allegri e spensierati come quelli di un tempo.

«Sì. Ho vissuto in India per un anno ma poi Berry ci ha lasciati e io non riuscivo più a restare lì» Sharon si rabbuiò in volto. L'uomo della sua vita era morto. Il vecchio B non c'era più «Mi spiace..» sussurrò Isabelle. Voleva bene a quella vecchia calzetta.
«È passato tanto tempo. Allora, com'è qui?» chiese l'anziana donna «Volevo un vestito per lei, da sera. Color acqua marina, lungo fino al pavimento. Deve essere stretto che renda giustizia alle sue fantastiche curve ma non eccessivo» disse Thomas sicuro di se da far restare Isabelle senza parole. E dopo circa tre ore un lungo abito bellissimo color acqua marina, era pronto «Semplicemente perfetto» disse Thomas ammirando l'abito

***

Erano le otto e Thomas e Isabelle stavano andando a casa. La ragazza aggrottò la fronte, Thomas le aveva detto di aver scordato il pass per un importante locale ma non ci credeva tanto.
Una volta arrivati, Thomas le aprì la porta e la fece scendere, si avvicinarono alla porta e Thomas l'aprì con la chiave. Isabelle lo precedette ad entrare, era tutto buio. Probabilmente Consuelo e Sarah avevano la serata libera.
Ad un tratto un enorme "sorpresa" riecheggiò nell'aria e tutti gli amici più cari di Isabelle erano lì tutti eleganti con un sorriso stampato sul volto.
Ad un tratto un velo, ricoprì gli occhi della ragazza «Ho una sorpresa..» le sussurrò Thomas.
Isabelle sentì dei tacchi fare rumore sul pavimento, ad un tratto questo rumore si fermò e gli occhi le furono scoperti.
Si ritrovò davanti i suoi migliori amici ovvero: Francesca, Rebeca, Amedeo e Flavio.
Li abbracciò forte forte e scoppiò a piangere per poi buttarsi tra le braccia del suo uomo «Grazie» gli sussurrò prima di stringerlo ancora di più. Ispirò il suo odore di pino, così selvaggio, così uomo, così suo...

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