Il terzo occhio

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Con un pò d'esitazione entro dentro alla camera. Mia nonna è lì che mi sta attendendo. Sapeva che sarei andata da lei in cerca di risposte.

È seduta sulla sedia a dondolo in legno, posta vicino alla finestra che da sul cortile. Sul suo grembo vi è appoggiato l'album da disegno, la chiave che ha costituito il mio alibi.

La camera è in penombra grazie alle tende bianche che filtrano la luce. Al centro della stanza è posto un letto a baldacchino, con un comodino al suo fianco, anch'esso in legno come la sedia a dondolo.

"Sapevo che saresti venuta cercarmi. Immagino vorrai delle risposte ai quesiti che ti affliggono".

Il suo sguardo è puntato fuori dalla finestra, tra lo spazio che le due tende lasciano incustodito. La mano destra compie movimenti lenti e circolari sopra l'album, il quale solo ora noto essere aperto su una pagina.

"Perché mi hai coperto? Tutte e due sappiamo benissimo che non c'è stata nessuna commissione".

Ho sempre avuto un rapporto complicato con mia nonna, soprattutto dopo l'episodio che l'ha portata a finire dentro le mura del Rock Institute. La sua presenza, anticipata sempre da un brivido lungo alla schiena, i suoi occhi su di me che mi hanno sempre scrutata come se vedessero al di là degli strati superficiali della mia persona fino ad arrivare alle viscere del mio essere interiore, mi hanno sempre lasciato un retrogusto di irrequietezza sulla lingua.

Ed erano stati questi molteplici motivi a tessere le ragioni che avevano portato le mie visite a scemare sempre di più nel tempo, fino a ridursi ad una sola volta la mese.

Il suo sguardo scivola via dalla finestra fino ad andarsi ad incastrare con il mio.

"Avresti preferito che dicessi la verità a tua madre?". I suoi occhi mi sondano, aspettano.

Mi torco le mani.

"Ed esattamente quale sarebbe la verità?". Le mie parole sono caute. Devo comprendere quanto sappia realmente di ciò che è accaduto la sera prima.

Sul suo viso si forma un sorriso furbo. La mano destra scivola via da sopra all'album e questo mi permette di vedere chiaramente il disegno che c'è sotto, e quello che colgo mi lascia sbigottita.

"Vieni a sederti vicino a me nipote". Fa un cenno con la testa in direzione del letto.

Prima ancora che il mio cervello finisca di elaborare la frase le mie gambe si sono già mosse e io mi ritrovo seduta sul materasso accanto a lei che mi porge l'album da disegno per poter osservare meglio ciò che è raffigurato sul foglio.

A primo impatto mi colpisce il verde acceso, quello degli alberi e dell'erba. In mezzo a questo verde vedo delle macerie, appartenenti ad un'enorme struttura sullo sfondo a destra che non riesco a identificare.

Su un'enorme masso, al centro del disegno c'è lei. I suoi capelli biondo platino, quasi bianchi che riflettono la luce della luna sono mossi, come se il vento li stesse accarezzando. I suoi occhi sembrano vivi, di un azzurro elettrico e mi perforano dall'interno. La sua espressione, il suo portamento sono fieri, domina il caos e la distruzione che le alberga intorno.

Ad accompagnarla, al suo fianco, si trova un'enorme tigre bianca. Gli occhi risplendono della stessa fiamma che vive in quelli della ragazza. Nel suo muso prende vita un ringhio, destinato probabilmente a ciò che le aspetterà.

Il mio sguardo vola sul foglio, i dettagli che vedo formano una risposta nella mia mente. Una risposta che dopo tutto parte di me già conosceva.

Ingoio il groppo di tensione che mi si è formato in gola. "Una tigre... è questo che sto diventando".

Cassandra tira via dalle mie mani il blocco da disegno e io lo lascio andare senza opporre resistenza.

Mi sento come se una parte di me stesse fluttuando fuori dal mio corpo.

Mi risveglio al rumore di un cassetto che si chiude. Mentre ero impegnata ad avere una crisi d'identità, mia nonna si era alzata ed era andata a recuperare, per qualche oscuro motivo, il suo mazzo di tarocchi da dentro il comodino.

Viene a sedersi alla testata del letto, vicino ai cuscini, perpendicolarmente a dove mi trovo io. Mescola le carte e alla fine, tirandone fuori dieci dal mazzo, compone una croce celtica.

"Bambina mia le radici della nostra famiglia affondano molto indietro nel passato e le nostre antenate hanno sempre ricoperto ruoli legati alla natura e alla vita stessa. Siamo state allevatrici, guaritrici e veggenti. Doni che si passano solo al nostro ramo femminile. Abbiamo sempre avuto un rapporto speciale con ciò che ci circondava, dalla natura da cui proveniamo".

La figura di una donna a cavallo di una scopa volante e con in testa un cappello a punta inizia a farsi spazio nella mia mente. La direzione dei miei pensieri deve trasparire dalla mia espressione, in quanto mia nonna si sbriga a prendere in mano le briglie sciolte della mia immaginazione.

"No Rose, non siamo streghe e non riceverai una lettera da Hogwarts. Alcune persone oggi ci definirebbero sensitive. E adesso incominciamo".

Non riesco a capire se dovrei essere più sbalordita perché Cassandra ha appena fatto una battuta su Harry Potter o più sconvolta perché sto per essere sottoposta ad una lettura dei tarocchi da parte sua.

"Avevo fatto le carte a tua madre già quando era incinta di te ed anche allora era venuto fuori più o meno il medesimo responso".

La carta della morte spicca sulle lenzuola, quasi come un monito.

"Stai affrontando una profonda trasformazione. La tua realtà verrà sconvolta. La ruota, stai andando incontro al tuo destino e ti ritroverai a dover compiere delle scelte importanti. L'appeso, compierai un sacrificio. Gli amanti, sarai posta di fronte ad un bivio, dovrai decidere chi vorrai essere, ti scontrerai con i tuoi desideri più profondi e ricordati, ogni decisione si porta dietro le sue conseguenze. Il carro, alla fine di tutto ne uscirai vittoriosa ma, non sarai più quella che eri prima".

Le sue parole rimbombano dentro di me, sembrano cantare una profezia, la incidono nel mio futuro.

Mentre esco dalla stanza di Cassandra rivolgo un'ultima occhiata alle mie spalle e noto appeso sopra il letto un quadro.

Una donna a mezzo busto con lunghi capelli neri. Tiene sollevato con la mano sinistra un pendolo. La sua espressione è neutra e aperta in mezzo alla sua fronte, si trova un'enorme farfalla grigia. Sopra alla figura della donna c'è un occhio, mentre al di sotto si trova una scritta << Il terzo occhio >>.

Finalmente chiudo la porta dietro di me.

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