Benzina e fiammiferi

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Raccolto tutto il mio coraggio, insieme a quello liquido conferitomi dall'alcool e sotto lo sguardo stupito delle mie amiche mi incammino verso il bancone del bar.

Elia è assorto in una conversazione con il suo accompagnatore quando li raggiungo. Sguscio a sedere sullo sgabello di fianco ad il suo e mi piego in avanti fino a far raggiungere alle mie labbra il suo orecchio.

"Volevi farci ubriacare soldato?". Indugio per un momento sul suo collo e lo sento fremere al suono delle mie parole, alla mia presenza.

Mi tiro indietro con un sorrisetto sulle labbra e lo osservo voltarsi verso di me.

Inizialmente è sorpreso poi riacquista tutta la sua spavalderia.

"Volevo l'attenzione di una certa Incognita". I suoi occhi scannerizzano il mio corpo e improvvisamente il vestito nero aderente che mi arriva a malapena sotto il sedere mi fa sentire incredibilmente nuda.

Alzo un sopracciglio curiosa. "Incognita?"

"Oh si". Si avvicina a me mettendosi una mano al lato della bocca per coprirla. "Da quando ti ho trovato a fare una passeggiata nella foresta, sei diventata la mia Incognita".

Il mio cuore si ferma saltando un battito e i miei occhi si allargano dalla sorpresa. Nella mente la parola "mia" continua a riecheggiare, come farebbe in una caverna con l'eco.

Elia si risiede sullo sgabello ma il suo corpo rimane proteso verso di me.

"Okay piccioncini. Io vi lascio la vostra privacy". Il suo amico si alza dal suo posto. "Credo proprio che andrò a intrattenere l'amica che avete lasciato sola al tavolo". Sparisce con il suo drink e si dirige al nostro tavolo, dove a quanto pare Elena era rimasta da sola.

"È un mio compagno d'armi. Si chiama Andrea".

"Non lo avevo chiesto".

"Oh, ma te lo stavi domandando". Beve un'altro sorso dal suo bicchiere sorridendo.

Faccio una faccia scettica. "E sentiamo soldato. Come sapevi che me lo stavo chiedendo?"

"Quando sei incuriosita da qualcosa aggrotti leggermente la fronte e storci un pò il viso". Elia passa la mano vicino al mio volto e questa volta sono io a fremere per il suo tocco, anche se solo accennato.

Faccio un respiro profondo. "Per esserci visti una sola volta, sei stato un bravo osservatore".

Il suo sorriso diventa accattivante. "Diciamo che quando il soggetto mi interessa, presto molta attenzione".

I suoi occhi sono due magneti per i miei, non riesco a staccarli da lui. Mi sento la bocca secca e passo la lingua sulle labbra, notando che lui ripercorre il sentiero che ha appena fatto quest'ultima con lo sguardo.

Cosa ero venuta a fare pure? Giusto, numero e bacio.

La scommessa che ho fatto con Rebecca mi sembra una cosa lontanissima adesso che sono qui insieme a lui.

"E tu credi che il soggetto in questione sia interessato a te invece?"

Si morde un labbro e scuote lievemente la testa senza interrompere mai il contatto visivo. "Dipende. Questo me lo devi dire tu". Appoggia la mano destra sul mio ginocchio. "Sei interessata?"

Sento che potrei andare in iper ventilazione in questo esatto istante.

"Il numero". Respiro pesantemente. "Dammi... dammi il tuo numero di telefono".

Le sue sopracciglia si alzano e lui si tira indietro colpito ridacchiando.

Chiede al barman una penna e un pezzo di carta e ci scarabocchia sopra delle cifre per poi allungarmelo.

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