Prendiamo una corda e andiamo alla festa

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Dopo la conversazione avuta con Elena una scheggia di tristezza e consapevolezza si è radicata in profondità nel mio cuore e non viene via. Passiamo le restanti due ore di lezione, prima della pausa pranzo, come in una bolla. Presenti, eppure estraniate dal mondo.

Esco dalla classe, mi volto verso Elena per chiederle di andare in mensa insieme, ma lei mi anticipa.

"Ci vediamo dopo Rose". Senza aggiungere altro se ne va lungo il corridoio scolastico.

Non potevo non aspettarmi un qualche tipo di reazione da parte sua. Per il momento devo lasciarla in pace, se la solitudine è quello di cui ha bisogno per riflettere e venire a patto con l'idea che un giorno, non si sa quanto lontano, il mio segreto sarà di dominio pubblico, devo accettarlo.

Mi incammino verso il piano inferiore per passare a prendere Rebecca prima di andare in mensa. Il cellulare mi vibra nella tasca anteriore dei pantaloni, lo tiro fuori e guardo a chi appartenga il messaggio.

«Ti aspetto direttamente in mensa. La scuola oggi è in fibrillazione per la foto che è stata pubblicata sul giornale scolastico. Non volevo morire in mezzo ad un branco di ragazzi famelici ed eccitati e sono andata a prendere prima i posti a sedere».

Quella maledetta foto, l'avevo già detto che era maledetta?

Mi infilo una mano tra i capelli e sbuffo. Se, teoricamente parlando, andassi al club di fotografia e strozzassi Matthew Jefferson, sarebbe un problema vero?

Appena arrivo in mensa, noto mia cugina sbracciarsi per farsi notare e un sorriso mi nasce sulle labbra, la scheggia che fino ad adesso mi ha fatto sanguinare il cuore, diventa un pò più piccola. Adoro come quella piccola Pulce abbia il potere di rendere più belle le mie giornate.

Passo prima a prendere qualcosa da mangiare e poi mi dirigo verso il tavolo.

La mensa è una struttura gigantesca, scollegata dall'edificio principale dell'istituto. In passato la nostra scuola era un convento, che poi negli anni è stato deciso di trasformare in un'istituto superiore di educazione scolastica. In questa sezione un tempo c'era il refettorio della suore. È la parte che più di tutte è rimasta immutata durante la ristrutturazione.

Le vetrate sono composte dall'unione di vetri colorati, riportano scene di episodi biblici. Angeli con grandi spade infuocati che troneggiano al di sopra di demoni sconfitti, figure di santi. Tutte le volte che alzo gli occhi e le vedo, vengo sommersa da un sentimento di solennità.

Appoggio il vassoio al tavolo.

"Elena non c'è?", domanda Rebecca curiosa.

"No Pulce, aveva qualcos'altro da fare". Mi si stringe per un secondo il cuore.

"È incredibile, vero? La foto di una mutata in prima pagina", dice emozionata con gli occhi che le brillano.

Alzo lo sguardo al cielo e mangio una patatine fritta dal mio piatto. "Si, incredibile". Il mio tono è ironico.

"Dai musona. Insomma guardala, sembra una figura eterea". Punta il dito sul giornale aperto.

Non ci posso credere, questa foto mi perseguita.

"Se la guardi bene". Strizza gli occhi e gira un pò il viso. "Hey, potresti essere tu".

La patatina che stavo mangiando mi va di traverso e inizio a tossire. Mi colpisco il petto cercando di non morire soffocata.

"Ma cosa stai dicendo?! Io? Bella battuta". Sdrammatizzo ridendo.

Quando parte il volo per il polo Nord? Adesso? Bene, prenoto un biglietto.

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