Rivelazioni

53 6 8
                                    

Prima che tutto questo accadesse, prima di Astaroth e della mia mutazione, non ero mai stata quel tipo di persona che scoppiava e perdeva la pazienza con poco.

Ho sempre odiato i litigi e in qualche maniera mi sono sempre sentita superiore ad essi, quando una persona mi diceva cose stupide, influenti, con il solo scopo di iniziare una diatriba, a me veniva da sorridere.

Capivo la futilità dei suoi gesti e dove volessero andare a parare e sapevo che se avessi reagito l'avrei data vinta all'individuo davanti a me, avrei fatto il suo gioco.

Invece ora mi ritrovo a rifugiarmi in una foresta e a dare colpi alla corteccia di un'albero fino a farlo cadere, perché così almeno non mi potranno sbattere in prigione a vita per aver fatto a pezzi Cassidy.

Ho il fiatone, il mio cuore continua a battere come un tamburo da quando sono arrivata alla Spirit Ancestral Forest e, sradicare questo albero non ha calmato neanche di un millimetro il mio nervosismo.

Mi guardo le nocche delle mani, aspettandomi di vedere delle sbucciature sulla pelle, invece niente, solo un lieve rossore. Questo mi fa perdere ancora di più la pazienza, dimostra ancora una volta il mio stato di mutata.

Un gemito esce dalla mia gola e finisce con un ringhio, in esso sono mischiate la mia rabbia e frustrazione, la mia impotenza difronte a quello che mi sta succedendo.

Chissà se Cassidy a quest'ora avrà già detto a tutti dei miei occhi o se avrà pensato, di aver visto male. Troverò i militari ad aspettarmi a casa?

I pensieri non fanno altro che aumentare il calore che sento ribollirmi dentro.

Corro e corro ancora più veloce e lontano, butto il giubbotto di pelle per terra, arrivo ad un ruscello e senza pensarci neanche per un momento, salto.

Mi libro in aria per un istante e il secondo dopo sono sull'altra sponda, un ginocchio per terra, l'altro alzato, le mani sul terreno ai miei fianchi.

Tiro su la testa, un sentimento diverso oltre la rabbia inizia a sbocciare dentro di me: il divertimento, eccitazione, euforia, insomma chiamatela come volete.

Fino a questo istante mi sono sempre fermata di fronte agli aspetti negativi di ciò che mi stava accadendo ma, se ci fossero anche dei lati positivi che non ho ancora esplorato?

Un sorriso spunta sul mio volto, ricomincio a correre, vedo un'albero e salto, afferro un ramo in alto e mi isso su. Continuo ad arrampicarmi e poi passo all'albero più vicino, mi diverto, finalmente dopo un bel pò di tempo mi sento leggera, il peso della preoccupazione e delle bugie è svanito.

Vado avanti per un pò così, sentendo l'adrenalina pomparmi nelle vene, fino a quando il rumore di un ramo che si spezza cattura la mia attenzione.

I miei sensi vanno in stato di allerta, i muscoli sono tesi e pronti a scattare, gli occhi scrutano l'ambiente circostante alla ricerca della fonte del rumore.

Percepisco il suono di passi sul terreno... goffi passi.

"Sarà andata da questa parte vero? Caspita se corre veloce". Quella che mi giunge alle orecchie è la voce di Elena che si lamenta.

Sgrano gli occhi e la mia presa si stringe sul ramo dell'albero a cui sono accovacciata, sento la corteccia scricchiolare sotto le mie dita.

Che cosa ci fa lei qui? Mi ha seguita?

La sento incespicare sul terreno. "Cavolo! Penso di essermi storta una caviglia prima, mentre cercavo di non perderla di vista". Nella sua voce percepisco una punta di sofferenza, ed ecco attivarsi la mia innata apprensione nei confronti delle persone a cui tengo.

BEAST TRANSITIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora