Non so, se dovrei sentirmi offesa o meno dalle parole di Elena ma decido di sorvolare la questione.
"Non guardarmi con quell'espressione Rose. Sarebbe potuta finire molto male per te ieri mattina. Avresti potuto essere portata direttamente alla loro base militare con tutti gli altri mutati."
Inizio a guardare male Elena, incrocio le braccia al petto e mi metto in posizione difensiva. "Sai, quando mi sono quasi buttata sotto la macchina di quel tizio non è che sapessi propriamente che lui fosse un militare. Sulla targa davanti della macchina non c'era scritto Forze dell'ordine", dico facendo le virgolette con le dita sulle ultime parole.
"Il nome?"
"Perché vuoi sapere il suo nome? Hai intenzione di hackerare il database militare per andare a cercare informazioni su di lui?", dico ironica.
Elena fa su e giù con le sopracciglia come se ciò che ho appena domandato fosse la cosa più ovvia al mondo.
"Stai scherzando spero! Qui non si tratta di hackerare il database scolastico per conto di Ade e Nicola e fargli passare la materia di matematica. Stiamo parlando del governo Elena, quello con la G maiuscola. Lo stesso governo che se scoprisse che sono una mutata mi porterebbe Dio sa solo dove portano tutti gli altri infetti".
Cerco di far comprendere la gravità delle azioni che vuole intraprendere alla mia amica.
"Esatto e io voglio scoprire se questo ragazzo ha detto qualcosa, se quella mattina ha capito qualcosa. Così almeno sapremmo come muoverci".
Nel tono della sua voce sento una nota di disperazione, è preoccupata per me e vuole fare tutto quello che è in suo potere per proteggermi.
Le mani mi scivolano lungo il corpo, guardo per un'attimo il cielo sopra di me e lascio andare un sospiro.
"Elia. Il suo nome è Elia Vaccari".
Elena emette uno squittio di vittoria e le si illuminano gli occhi. Prende il cellulare dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni e inizia a digitare furiosamente sullo schermo. Passano alcuni minuti prima che lei dica di nuovo qualcosa.
"Nel suo rapporto sulla perlustrazione avvenuta ieri non c'è nessun accenno del tuo nome". Rilascia un sospiro di sollievo e le sue membra si rilassano.
Stranamente anche il mio corpo si distende, probabilmente per tutto questo tempo anche io dentro di me avevo covato il timore che Elia avesse potuto sospettare qualcosa.
"Adesso che abbiamo finalmente sancito che non verrò trascinata via dalle forze governative, possiamo tornare a casa? Non so te, ma io sono sicura che ad aspettarmi al mio rientro ci sarà Rebecca che mi chiederà cosa è successo in mensa e non avrei voglia di alimentare il Cerbero che è in lei".
Sento il cellulare vibrarmi in tasca mentre finisco la frase. Lo tiro fuori dalla della gonna e noto con piacere che il mio telefono, non si sa attraverso quale miracolo, nonostante la mia corsa e la mia esperienza da scimmia che si arrampica sugli alberi non sia caduto.
Guardo lo schermo e noto di aver appena ricevuto un messaggio da Nicola.
«Vuoi farti perdonare per essere sparita l'altro giorno? Vieni alla mia partita di basket la prossima settimana e dopo alla festa che danno in città con me».
Emetto un gemito di frustrazione leggendo il messaggio.
"Chi è?", mi domanda Elena curiosa.
"Nicola. Ha detto che se voglio farmi perdonare della mia assenza barra sparizione dell'altro giorno devo andare alla sua partita di basket della prossima settimana e dopo alla festa che si dà in città con lui". L'esasperazione e il conflitto che sento dentro trasudano nella mia voce.
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BEAST TRANSITION
Fantasy"Una volta la mia vita era monotona, per certi versi noiosa, probabilmente se qualcuno mi avesse chiesto di imbarcarmi in un'avventura avrei risposto immediatamente di si. Di sicuro non mi aspettavo che nel giro di qualche mese tutto ciò in cui cred...