Il casting

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Madame Valerie mi fa entrare in una stanza ampia, dove c'è una scrivania in rovere, due poltroncine e un divano contro la parete laterale. Tutto è ricoperto di velluto rosso, il pavimento è di marmo chiaro, e la finestra è ricoperta da tende in broccato. Tutto molto classico ed elegante.
"Signorina Pamela, si accomodi qui di fronte a me, prego."
Mi siedo sulla poltroncina di fronte a lei e mi sento tremare, ma cerco di fingermi calma.
"Dove pensa che ci troviamo?"
"Beh, dato che si tratta di un'accademia, posso ipotizzare che questa sia una scuola..."
"Mh-Mh"
La signora scrive qualcosa sul suo taccuino di pelle.
"Una scuola molto elegante e costosa, presumo. Forse state cercando una segretaria o un aiuto per i compiti?"
Madame Valerie emette un risolino.
"I compiti qui sono un po' particolari, vede, io chiamo questa scuola l'Accademia del Desiderio. Formiamo ragazze sociali, così le definisco io. Ragazze eleganti, che sanno muoversi nella società, sanno partecipare ad eventi di vario tipo e sono degne di accompagnarsi con uomini di una certa caratura. Mi spiego?"
Madame mi guarda apertamente in viso, attendendo una risposta.
"Ehm, non proprio!" Preferisco essere sincera.
"Conosce le geishe giapponesi, immagino. Ecco, questa accademia forma delle geishe moderne. Non c'è alcuna implicazione sessuale, le ragazze sociali vengono pagate solo per la loro presenza. Non è magnifico?"
Annuisco, anche se non sono molto convinta.
"Sto cercando tre ragazze da formare, nuove alunne dell'accademia. Per un anno rimarranno qui sotto le mie direttive, avranno vitto e alloggio, ed impareranno tutto quello che necessita per servire i nostri clienti. Lei potrebbe essere una di quelle, Pamela. Che ne pensa?"
Penso alla mia stanza in comunità, angusta e maleodorante. Penso ai pochi soldi che mi ha lasciato mia madre. Penso che se c'è qualcosa di bello a questo mondo, devo andare a prenderlo.
"Penso che sarebbe un'opportunità meravigliosa."
"Bene, iniziamo subito con qualche prova. Si spogli, per favore, e resti solo in biancheria intima!"
Arrossisco. "Ma non c'è niente di sessuale, lei ha appena detto..."
Madame mi interrompe alzando un dito. Ha le unghie dipinte di rosso.
"Alt. Una ragazza sociale deve avere sempre la biancheria in ordine, ed essere in generale curata dalla testa ai piedi."
Lentamente, lascio scivolare il tubino ai miei piedi.
Ho indossato un completino di cotone nero piuttosto semplice, con dei piccoli ricami sull'orlo delle mutandine.
"Apprezzo la sua essenzialità. Biancheria dello stesso colore del vestito, ottima scelta. Ora... Si spogli tutta."
Sto sudando freddo, ma ormai sono qui... Tanto vale andare fino in fondo.
Mi slaccio il reggiseno, poi abbasso la brasiliana; per fortuna mi sono depilata di recente.
"Depilazione intima non totale, ma accurata: anche questa è una scelta che approvo!"
Madame si alza in piedi e si avvicina a me, girandomi intorno per scrutarmi da ogni angolazione. Mi sento in imbarazzo e stranamente... Eccitata.
La signora si sporge verso di me e mi annusa il collo. "Porti un profumo floreale e leggero..." mormora, facendomi rabbrividire. Il suo respiro sul mio collo è elettrizzante.
"Non mi piacciono i profumi fastidiosi. Voglio che il mio profumo si avverta solo se qualcuno mi sta molto vicino..."
Dico qualcosa tanto per non sembrare stupida.
"Ottimo. Si rivesta per favore. Per oggi abbiamo finito... Ma penso la richiameremo presto."
Madame torna dietro la scrivania, immersa nella scrittura del suo taccuino.
Mi rivesto velocemente e saluto, con la voce un po' tremante.

Sull'autobus di ritorno non riesco a stare seduta: ho le mutandine fradice. Ma che potere ha quel posto?! E siamo solo all'inizio...

L'accademia del desiderioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora