La terrazza

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Dopo la tortura, Melania si è definitivamente distaccata da noi. A malapena ci saluta. Lei sa di aver sbagliato con il professore di ginnastica, e sa che la teniamo in pugno: potremmo denunciarla e farla espellere dalla scuola. Nei giorni a seguire tiene un atteggiamento educato, ma freddo. A me e Viola non importa più di tanto: abbiamo tante lezioni da seguire e una nuova serata di lavoro da preparare.

"Ragazze, siete state così brave nella serata con Luca e Paolo, perciò domani vi aspetta un nuovo lavoro. Paolo, il dirigente dell'azienda aeronautica, torna in città per affari. Questa volta, sarà seguito da una persona della sua sede francese. Un cliente particolare a cui io tengo molto. Vi raccomando, come al solito, eleganza e sobrietà."

L'appuntamento è nell'hotel più esclusivo della città, il Princess Athena. Un palazzo austero, risalente al 1800, in cui dicono ci siano delle suite mozzafiato.
Viola ed io ci prepariamo insieme, scegliendo accuratamente tra alcuni abiti che ci ha proposto Madame.
La serata prevede un aperitivo sulla terrazza e poi una cena nel raffinato ristorante dell'albergo.
Indossiamo entrambe un abito lungo, con uno spacco vertiginoso che lascia scoperta la coscia. Quello di Viola è color porpora, accollato sul davanti, con la schiena coperta da un intreccio di nastri di seta porpora e oro. Il mio abito invece è azzurro carta da zucchero, con dei decori di strass sulla scollatura, richiamati lungo lo spacco. Come al solito, indossiamo tacchi e gioielli abbinati.
"Sei stupenda..." mormoro, accarezzando il braccio di Viola. Lei mi sorride mentre si mette il rossetto, le sue labbra carnose che luccicano di gloss.

Arriviamo all'hotel in taxi. È una serata autunnale ma fa ancora molto caldo. Il portiere ci indica un ascensore che porta all'ultimo piano: sulla terrazza i clienti sono già pronti ad accoglierci. Le porte dell'ascensore si chiudono e dico: "Un piccolo rito di buona fortuna?"
Viola sa cosa intendo. Mi dà un bacio leggero per non rovinare il rossetto e ci strizziamo i seni a vicenda, ridendo. Siamo euforiche ma anche un po' tese, perché non conosciamo il cliente che Paolo ha portato.

Ed eccoli lì, Paolo, seduto al tavolo più bello della terrazza: camicia azzurra e giacca blu, molto distinto, i capelli brizzolati freschi di parrucchiere. È un uomo piacente ma in là con l'età. Si alza per salutarci, sorridendo affabilmente.
Accanto a lui, c'è una persona che si alza a sua volta. Il famoso cliente speciale di Madame. Cerco di nascondere lo stupore: è una donna. Alta quasi 1 metro e 80 con i tacchi, pelle d'ebano, capelli mossi lunghi fino alle spalle, occhi nocciola, labbra carnose dipinte di rosa.
È una bellezza prorompente, anche se si nasconde dentro un tailleur grigio.
"Vi presento la signora Cristal Mbaye, amministratore delegato della nostra sede francese. Parla molto bene italiano."
"Buonasera, chiamatemi pure Cristal, diamoci del tu!"
Ha una voce melodiosa, profonda, con uno spiccato accento francese.
Io e Viola ci presentiamo, stringendo la sua mano dalle lunghe dita affusolate, dipinte di rosa. Lo smalto a contrasto con la sua pelle scura è d'impatto.
Ordiniamo una bottiglia di prosecco, mentre i camerieri ci portano degli stuzzichini. La conversazione verte sulla situazione economica italiana e sul nuovo presidente francese appena eletto. Madame ci fa leggere i quotidiani, ci fa discutere di attualità, dunque siamo preparate.
"Che caldo, le bollicine mi danno alla testa!" esclama ad un certo punto Cristal, togliendosi la giacca. La camicia bianca è tagliata a mo' di canotta, per cui rimane con le braccia nude. Si slaccia anche due bottoni, lasciando intravedere il pizzo bianco del reggiseno a balconcino. Cerco di non guardarla, mi lascio trasportare dalle discussioni e dal vino.
"Pamela, per cortesia, mi accompagneresti in bagno prima della cena? Ho bisogno di qualcuno che tenga la mia valigetta." Cristal mi fa questa richiesta, guardandomi dritta negli occhi. Ha uno sguardo magnetico.
"Ma certo, con piacere!"
Ci avviamo verso la toilette, mentre Viola resta a parlare con Paolo. Lui le ha appoggiato una mano sul ginocchio e ride di gusto, tracannando le bollicine. Provo una fitta di gelosia, ma la scaccio subito.
In bagno, Cristal mi porge un biglietto. "Sarò in città per tutto il weekend. Questo è il mio contatto diretto. Lo so come funziona con Madame... Ma ogni tanto uno strappo alla regola si può fare, no?"
Afferro il bigliettino con mano tremante e lo ficco in borsa.
"Grazie. Mi lusinga molto."
Cristal mi sorride, squadrandomi dalla testa ai piedi. Sento che sto arrossendo, sento il suo sguardo su di me, nella stretta anticamera del bagno.
"Pensaci su. Possiamo fare shopping o stare nella mia suite. Ho la piscina privata e un servizio in camera eccezionale."
Mi fa l'occhiolino e poi scaraventa la sua valigetta e la sua giacca tra le mie braccia.
"Adesso muoviamoci, tieni la mia roba e poi andiamo a cena con gli altri due!"

La vedo chiudersi la porta del bagno alle spalle. Quando cammina sui tacchi sembra che galleggi. È sexy, esotica, così adulta... Come farò a dirle di no?

L'accademia del desiderioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora