La tortura

4.2K 22 5
                                    

"Hai capito? Che stronzetta!"
Viola commenta così le avances interessate di Melania.
"Certo, ci ha provato con me solo perché voleva che tenessi la bocca chiusa..."
Io e Viola siamo appena tornate dalla lezione di bon ton. È una materia piuttosto noiosa, dove si imparano mille regole diverse su come comportarsi a tavola e alle feste. L'unica cosa positiva è che c'è sempre la cameriera a fare le dimostrazioni con piatti e bicchieri, ed è sempre senza reggiseno.
"Non deve passarla liscia! Non può violare le regole di castità così, senza pensieri!"
Ha ragione. Noi siamo sempre molto attente agli orari, alle indicazioni di Madame... E non facciamo sesso con un uomo da quattro mesi. Non che sia un problema per me, però...
"Stasera, prima di dormire. Mettiamo in atto la nostra punizione. La obbligheremo a guardarci fare sesso, visto che dice sempre che siamo delle sporche lesbiche. E lo farà con le mani legate, non vorrei che le venisse qualche strano istinto..." propongo.
"Pamela, sei un genio del male!" esclama Viola, e dunque il destino della nostra compagna è segnato.

Dopo una cena leggera proposta dalla nostra dietologa, ci ritiriamo nella nostra stanza. Melania indossa una sottoveste di seta verde, con dei decori di pizzo nero sulla scollatura. Senza degnarci di uno sguardo, si siede sulla poltrona vicino al suo letto, le cuffiette nelle orecchie. È la posizione ideale: senza fare rumore, io e Viola la afferriamo da dietro.
"Stupide! Cosa state facendo?!" urla lei, sorpresa, ma in pochi secondi la immobilizziamo, legandola mani e piedi con una corda che abbiamo trovato nel capanno del giardiniere.
"Liberatemi subito! Pamelaaa! Violaaa!"
Melania strilla, implorante, ma Viola per tutta risposta le chiude la bocca con del nastro adesivo.
"Adesso", dico io, "tu ci guarderai. Ti godrai lo spettacolo delle sporche lesbiche, come ci chiami tu."
Melania scuote la testa.
"No? Se non lo fai, diremo a Madame che ti sei scopata il professore. Questo per te equivale ad un'espulsione e lo sai! Quindi... Guardaci. E renditi conto che non c'è nulla di sporco o di brutto!"
Viola chiude così la spiegazione. Melania annuisce lievemente con la testa.
"Ah, dimenticavo... Se la cosa ti ecciterà, non potrai toccarti!" esclamo, sentendomi padrona della situazione.
La sensazione di potere mi esalta, così senza pensarci due volte, mi avvicino a Viola e le accarezzo i capelli. Siamo in piedi di fronte a Melania, spettatrice muta.
Viola si avvicina e mi bacia le labbra piano, quasi le sfiora. È come una scarica elettrica, per me. Dischiudo le labbra e cerco la sua lingua con la mia, finché il bacio non diventa più profondo. Viola abbassa le spalline del suo top intimo, ed io mi fiondo con la bocca sulle sue tette. Sono così grosse... Le lecco, le mordo, succhio un capezzolo, poi l'altro, in una spirale di passione. Viola ansima a bassa voce, mentre afferro a piene mani i suoi seni. Lei non resiste più e mi sfila il vestitino dalla testa, lasciandomi completamente nuda. Anche se i miei seni sono più piccoli, i capezzoli sono dritti come chiodi, e lei me li stimola con due dita. Melania ci guarda, con espressione apparentemente fredda, ma sul cuscino sul quale è seduta è comparsa una macchia umida.
Viola se n'è accorta e sorride, baciandomi di nuovo.
Per stare più comode, ci mettiamo sul letto di fronte. Viola è sopra di me, completamente nuda, adagiata sulle mie gambe che sono spalancate.
Mi lecca il collo, lentamente, poi disegna una linea sul mio seno, sul ventre, sul pube... Rabbrividisco quando la sua lingua tocca il mio clitoride. I suoi colpi delicati, ma decisi, mi mandano in estasi. Melania a pochi metri da noi sta osservando la scena. Le faccio l'occhiolino, ridendo.
Viola si solleva: "Proviamo una cosa nuova? Siediti e allarga bene le gambe..."
Faccio come mi chiede.
Lei fa altrettanto e mi fermo ad osservare il suo monte di Venere da cui spunta un ciuffo nero di peluria, il suo sesso esposto e luccicante.
Ci stringiamo finché i nostri clitoridi non si toccano, ed iniziamo un lento movimento, come un ballo, in cui ci strusciamo a vicenda, godendo.
Melania si dimena sulla sedia, si vede che non ce la fa più.
Io e Viola ci accarezziamo, ci guardiamo negli occhi, mugoliamo come due gattine.
Dopo un po', la sento urlare sommessamente, vinta dagli spasmi dell'orgasmo. La seguo, poco dopo, contagiata dal suo piacere.
"È così che fanno l'amore due donne?" mi domando. Non lo so. Quello che so, è che sono irrimediabilmente innamorata di Viola.

Ci alziamo, sudate e stravolte. Liberiamo Melania dalle corde che la tenevano prigioniera. Lei non dice nulla, non ci rivolge neanche uno sguardo. Corre in bagno e chiude a chiave la porta.

L'accademia del desiderioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora