Il palazzo dell'Accademia

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Arrivo in anticipo di quindici minuti all'indirizzo che mi ha fornito la segretaria di Madame Valerie. È un luogo alla periferia della nostra cittadina, una zona residenziale tranquilla che ho raggiunto grazie all'autobus. Pensavo di trovarmi di fronte ad un'azienda, o un palazzo di uffici, ma rimango stupita: si tratta di un edificio antico, elegantemente restaurato, con un piccolo giardino antistante. Sul cancello di ferro battuto si legge: "Accademia di Madame Valerie". Forse dovrò fare la segretaria in questa scuola?
Mi annuncio al citofono e vengo fatta entrare. Il portone viene aperto dalla segretaria che mi ha telefonato ieri e, wow, ci ho quasi preso con la mia previsione! È giovane, rossa di capelli, molto carina, avvolta da un tailleur grigio chiaro sartoriale. La gonna non è inguinale, ma corta quanto basta per sfoggiare le sue gambe toniche.
"Prego, signorina Pamela, si accomodi qui. Madame la riceverà presto."
L'ingresso è sontuoso, con marmi e poltrone di velluto. La segretaria si riaccomoda dietro un bancone di legno scuro e ricomincia a battere sulla tastiera del PC.
Non c'è nessun altro qui. Mi guardo in giro finché da una porta laterale non compare un'altra ragazza. Avrà la mia età, circa. Ha i capelli a caschetto neri e indossa una divisa da cameriera. Ecco, questa si che è striminzita: gonna nera cortissima, scarpe con tacchetto, camicia bianca con un paio di bottoni aperti. Porta un vassoio con sopra un bicchiere d'acqua e limone.
"Prego signorina, gradisce una bevanda rinfrescante?"
Annuisco.
La cameriera si sporge in avanti per porgere il bicchiere e non faccio a meno di notare che non porta il reggiseno. Dalla scollatura spuntano due seni bianchissimi e sodi, con due capezzoli a punta deliziosi. Distolgo lo sguardo, imbarazzata. Ma che diavolo mi prende?!
Mi sono sempre piaciuti i ragazzi, almeno credo...
Mi sorprendo a guardare la cameriera allontanarsi, che ancheggia muovendo il suo culetto rotondo da una parte all'altra.
C'è qualcosa in questo posto che emana sensualità e bellezza, non so come spiegarlo altrimenti.
Ne ho la conferma quando dalla stessa porta compare una donna, sicuramente più matura di me, fasciata in una minigonna di seta nera, abbinata ad una blusa bianca trasparente. Ha i capelli castani raccolti in uno chignon, ed è sapientemente truccata. Denti perfetti, labbra carnose, occhi verdi contornati da eyeliner. I suoi tacchi producono un ritmo preciso sul pavimento, mentre si avvicina a me. La guardo dal basso della mia poltrona, con le mie perle finte e il mio tubino liso. Mi sento una schifezza in confronto a lei, anche quando inizia a parlare con un lieve accento francese.
"Buongiorno signorina Pamela, io sono Madame Valerie. Mi segua. Il casting avrà inizio tra poco."
Non so dove stia andando questa donna, ma so che voglio andarci anche io.

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