LA VERITÀ

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JAKE

"Dannazione!" grido mentre prendo a calci le sbarre di questa cella. La marina tiene delle prigioni anche sulle loro navi.

"Ambra... Ambra" sussurro mentre stringo forte le sbarre e ci poggio la fronte. Non può sposare quel maledetto. Non posso permetterlo. Lei è la mia donna.

"Jake" la voce di Ansel mi fa alzare lo sguardo e lo vedo davanti a me.

"Che cosa vuoi da me? Ringrazia il cielo che sono dietro le sbarre, maledetto" gli dico con rabbia.

"Ti avevo detto di venire da me. Ma non avrei mai creduto che arrivassi a rapire mia figlia. Né tanto meno che vi sareste innamorati" mi dice.

"Che cosa significa?" gli chiedo confuso

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"Che cosa significa?" gli chiedo confuso.

"Guardami bene. Non mi riconosci? Ragazzo" mi dice mentre si avvicina.

"Certo che ti riconosco. Sei l'uomo che ha fatto condannare mio padre" gli dico con odio.

"È vero. Ma poi? Ricorda... Ricorda" mi dice serio.

"Io...." mi concentro e torno con la mente a ventidue anni fa, quando morì mio padre.

" mi concentro e torno con la mente a ventidue anni fa, quando morì mio padre

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22 ANNI PRIMA

"CORRETE!" ci urlano gli uomini di mio padre mentre uno di loro porta mia madre svenuta tra le sue braccia.

"Papà?" mi dice piangendo il mio fratellino. Lui ha tre anni. Io sei, sono il maggiore e devo essere forte.

"Papà è andato in cielo. Dobbiamo correre, corri, Kai" gli dico mentre aumento il passo e lo sento gridare.

Mi volto di scatto e lo vedo per terra ed un uomo della marina lo sta per prendere.

"Lascia stare mio fratello!" prendo un bastone per terra e corro da lui.

"Piccolo bastardo. Farete la fine di..." non finisce la frase che cade a terra.

Un uomo con mantello e cappuccio nero ci ha appena aiutati.

"Grazie, Signore..." resto senza parole appena si toglie il cappuccio e vedo il suo volto. I suoi occhi nocciola ed i suoi capelli neri.

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