Quella notte, mi svegliai di soprassalto, il cuore che batteva furiosamente nel petto. Avevo fatto un incubo terribile. Nel sogno, ero sola a casa con mio figlio Andrés, che aveva solo quattro settimane. La notte era scura, il vento ululava fuori dalle finestre e la casa sembrava più silenziosa del solito, quasi sinistra.
Improvvisamente, sentii dei passi pesanti avvicinarsi alla porta d'ingresso. Il terrore mi paralizzò. Cercai di muovermi, di prendere Andrés e nascondermi, ma era come se fossi incatenata al pavimento. La porta si aprì con un cigolio inquietante e due figure scure entrarono nella stanza.
Gli uomini erano alti, con cappucci che nascondevano i loro volti. Uno di loro si avvicinò a me, mentre l'altro afferrò Andrés dalla sua culla. Urlai disperata, cercando di raggiungere il mio bambino, ma l'uomo che mi stava di fronte mi bloccò con una forza brutale. Mi costrinse a sedermi su una sedia e mi legò i polsi dietro la schiena.
"Mamma!" il pianto di Andrés mi strappava il cuore. L'uomo che lo teneva rideva in modo sinistro mentre si avvicinava alla porta, portandolo via. "No, per favore!" gridai, ma la mia voce era soffocata dalla paura e dal dolore.
Mi svegliai con un sussulto, il corpo coperto di sudore freddo. La stanza era buia, ma il suono rassicurante del respiro di Federico accanto a me mi calmò un po'. Mi voltai e vidi Andrés che dormiva tranquillo nella sua culla. Le lacrime mi riempirono gli occhi, un misto di sollievo e angoscia.
Federico si svegliò e si accorse immediatamente del mio stato. "Cosa c'è, amore?" mi chiese preoccupato, accendendo la lampada sul comodino.
"Ho fatto un incubo terribile," risposi, ancora scossa. "Eravamo io e Andrés... ci hanno rapiti... è stato orribile."
Federico mi abbracciò forte, cercando di calmarmi. "È solo un sogno, Flor. Siamo al sicuro. Io sono qui e non permetterò che niente di male accada a te o a Andrés."
Mi strinsi a lui, trovando conforto nel suo calore e nella sua presenza rassicurante. "Lo so," sussurrai, cercando di calmare il battito accelerato del mio cuore. "Ma era così reale."
Passarono alcuni giorni senza incidenti, e lentamente iniziai a dimenticare quell'incubo terribile. Una sera, Federico doveva lavorare tardi e io ero sola a casa con Andrés. Dopo averlo messo a letto, mi sedetti sul divano, cercando di rilassarmi con un libro.
Improvvisamente, sentii dei passi pesanti avvicinarsi alla porta d'ingresso, proprio come nel sogno. Il terrore mi paralizzò di nuovo. La porta si aprì con un cigolio inquietante e due figure scure entrarono nella stanza.
Gli uomini erano alti, con cappucci che nascondevano i loro volti, esattamente come nel mio incubo. Uno di loro si avvicinò a me, mentre l'altro si diresse verso la culla di Andrés. Urlai disperata, cercando di raggiungere il mio bambino, ma l'uomo che mi stava di fronte mi bloccò con una forza brutale. Mi costrinse a sedermi su una sedia e mi legò i polsi dietro la schiena.
il pianto di Andrés mi strappava il cuore. L'uomo che lo teneva rideva in modo sinistro mentre si avvicinava alla porta, portandolo via. "No, per favore!" gridai, ma la mia voce era soffocata dalla paura e dal dolore.
Proprio in quel momento, sentii la porta d'ingresso spalancarsi di nuovo con un fragore. Era Federico, tornato prima del previsto. Con una forza e una determinazione che non avevo mai visto, si lanciò sugli uomini, lottando per liberare Andrés.
Nel caos che ne seguì, uno degli uomini mi colpì duramente, facendomi perdere i sensi. Quando mi risvegliai, ero a terra, dolorante e confusa. Federico stava sopra di me, il volto preoccupato ma sollevato. "Sei al sicuro ora," mi disse, aiutandomi a sedermi.
Andrés era tra le sue braccia, piangendo ma sano e salvo. Gli uomini erano stati fermati e la polizia era arrivata. Mi strinsi a Federico e a Andrés, le lacrime di sollievo scendendo lungo le mie guance. "Grazie," sussurrai, la voce rotta dall'emozione. "Non so cosa avrei fatto senza di te."
Federico mi abbracciò forte, promettendomi che avrebbe fatto di tutto per proteggerci sempre. E mentre guardavo il nostro bambino, sapevo che, nonostante l'orrore vissuto, eravamo ancora insieme e avremmo affrontato qualunque cosa, insieme.
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Ferite Nascoste
Teen FictionDescrizione della storia Flor, una giovane ragazza di 17 anni, vive con i suoi genitori iperprotettivi che le impediscono di uscire e fare esperienze come i suoi coetanei. Stanca di vivere come in una prigione dorata, una notte decide di fuggire di...