Federico

1 1 0
                                    

Il compleanno di quest'anno era speciale, più di ogni altro. Flor aveva organizzato una festa a sorpresa, e quando sono entrato nel salotto illuminato a festa, circondato dai miei amici più cari, ho sentito un'ondata di calore e gratitudine. Andrés correva intorno al tavolo con un cappellino da festa, e Flor, con quel suo sorriso che riesce sempre a calmarmi, mi ha avvolto in un abbraccio forte.

"Hai visto, amore? Ho radunato tutta la banda per te," mi ha detto, con quella scintilla di complicità nei suoi occhi.

"E hai fatto un lavoro incredibile," le ho risposto, chinandomi per darle un bacio. "Non potevo chiedere di meglio."

La serata è trascorsa tra risate, brindisi e ricordi condivisi. I miei amici si sono dati alla pazza gioia, e c’era un’aria di spensieratezza che non provavo da tempo. Mi sentivo in pace, circondato dalle persone che amavo, con Flor accanto a me, che era diventata il mio punto di riferimento.

Verso la fine della serata, mentre alcuni dei miei amici erano già un po' brilli, ho notato che Luca, uno dei miei amici di vecchia data, si era avvicinato a Flor con un bicchiere in mano. Lui era sempre stato un tipo espansivo, ma non ci avevo mai visto nulla di male. Ho distolto lo sguardo per un momento, concentrandomi su un brindisi che Marco, un altro amico, stava improvvisando, ma non avevo idea di cosa stesse accadendo dall'altra parte della stanza.

**Flor** 
Stavo parlando con Luca, che mi stava raccontando una storia che onestamente avevo già sentito mille volte, quando ho sentito la sua mano appoggiarsi sul mio fianco, poi scendere rapidamente e, prima che potessi rendermene conto, mi ha toccato il sedere. È stato un gesto rapido, quasi impercettibile, ma il disagio che mi ha causato è stato immediato e profondo. Mi sono irrigidita, e ho fatto un passo indietro, cercando di mascherare la mia sorpresa e il mio fastidio con un sorriso forzato.

"Scusa, Flor," ha borbottato Luca, con un sorrisetto malizioso, "mi sa che ho bevuto un po' troppo."

Non sapevo come rispondere. Ero incredula, confusa, e sentivo il cuore battere più forte. Avrei voluto dire qualcosa, magari allontanarlo, ma temevo di rovinare la serata di Federico. Ho guardato nella sua direzione, ma lui era impegnato con Marco e sembrava non aver notato nulla.

"Non preoccuparti," ho risposto, con la voce più ferma che riuscivo a trovare, "ma magari è meglio che tu ti sieda un attimo, Luca."

Lui ha riso, forse non cogliendo il mio disagio, o forse scegliendo di ignorarlo. "Sì, sì, hai ragione. Troppo vino stasera!"

Ho annuito e mi sono allontanata con la scusa di prendere altro da bere. Mi sono rifugiata in cucina, cercando di calmarmi. Sentivo ancora il peso di quel tocco inopportuno, e la mia mente correva a mille all'ora. Dovevo dirlo a Federico? E se l'avesse saputo, come avrebbe reagito?

Ma poi mi sono ricordata di quanto fosse felice quella sera, di quanto avesse bisogno di quel momento di serenità con i suoi amici. Non volevo rovinarlo, non volevo che un momento così speciale per lui venisse macchiato da un gesto di cui, probabilmente, Luca si sarebbe pentito una volta sobrio.

Sono rimasta lì per qualche minuto, prendendo respiri profondi, cercando di farmi passare la sensazione di disagio. Quando mi sono sentita abbastanza forte, sono tornata in salotto, facendo il possibile per sembrare tranquilla e per godermi il resto della serata.

Federico mi ha lanciato uno sguardo e mi ha sorriso, avvicinandosi per stringermi la mano. "Tutto bene?" mi ha chiesto, il suo tono leggero ma con quella punta di preoccupazione che sapevo riconoscere.

"Tutto bene," ho risposto, forzando un sorriso rassicurante. "Stavo solo prendendo un po' d'acqua."

Lui mi ha baciata sulla fronte. "Grazie per aver reso questa serata così speciale. Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata."

Il mio cuore si è stretto un po', ma ho ricambiato il suo abbraccio. "Anche tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, Fede."

E così, la festa è continuata. Ho deciso di non dirgli nulla, almeno per quella notte. Forse il giorno dopo, con calma, avrei trovato il modo giusto per affrontare la questione. O forse no. Forse avrei lasciato cadere tutto, sperando che fosse solo un brutto episodio isolato.

Ma in quel momento, tutto ciò che volevo era vedere Federico felice. E anche se quel tocco mi aveva turbato, ho scelto di mettere la sua felicità davanti al mio disagio, almeno per quella notte.

Ferite Nascoste Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora