il giorno prima della festa

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Un paio di giorni fa, il pancione aveva iniziato a farsi notare. Mancavano solo due giorni alla festa, e Federico e io decidemmo di trascorrere il primo giorno insieme. Era una giornata serena, perfetta per una passeggiata nel parco e per godersi il tempo insieme, parlando del futuro e dei nostri sogni per il bambino.

Il secondo giorno, invece, lo dedicammo a visitare i miei parenti. C'era un'atmosfera di gioia e di curiosità, tutti volevano sapere come stavo e come procedeva la gravidanza. Tra i presenti c'era anche il mio ex professore delle medie, il professor Bianchi. Era un uomo di mezza età, con capelli grigi ben curati e un sorriso sempre gentile. Aveva un modo di parlare calmo e rassicurante, che mi aveva sempre messo a mio agio durante le lezioni.

Accanto a lui, c'erano le mie amiche di vecchia data, Giulia e Sofia. Giulia, con i suoi capelli castani corti e gli occhi vivaci, era sempre pronta a ridere e a fare battute. Sofia, invece, era più riservata, con lunghi capelli biondi e un sorriso dolce. Erano entrambe entusiaste di vedermi e di sapere tutte le novità.

Federico ed io eravamo impazienti di condividere la nostra grande notizia. A un certo punto, Giulia e Sofia si avvicinarono a noi, curiosissime. "Dobbiamo dirvi una cosa," dissi, sentendo il cuore battere forte.

"Oggi ci dici cosa c'è?" chiese Sofia, con un sorriso intrigante.

Annuii, prendendo dalla borsa un piccolo pacchetto che avevo preparato. Lo misi sul tavolo davanti a loro, con dentro il test di gravidanza e l'ecografia. Le ragazze si guardarono un attimo, poi con mani tremanti aprirono il pacchetto. Quando videro il contenuto, gli occhi si spalancarono.

"Sei incinta! Sei incinta!" gridarono increduli, abbracciandomi subito dopo. Sentivo la loro gioia e la loro eccitazione, e fu un momento di pura felicità.

Proprio in quel momento, la madre di Sofia, la signora Rosa, entrò nella stanza. Vide il test di gravidanza sul tavolo e, fraintendendo la situazione, si rivolse alla moglie del professore. "Congratulazioni!"

La moglie del professore rise dolcemente. "Guardate che non è mio. È di Flor."

La signora Rosa mi guardò con un'espressione mista di sorpresa e preoccupazione. "Ma sei troppo giovane per tenere un bambino. Non puoi farlo."

Mi sentii gelare, ma risposi con calma. "Questo è il mio bambino e questa è la mia vita. Farò ciò che ritengo giusto per noi."

"Ma potresti... potresti considerare l'adozione," suggerì Rosa, cercando di convincermi. "Ci sono tante famiglie che vorrebbero un bambino."

Federico mi prese la mano, il suo supporto mi dava forza. "Preferisco abortire piuttosto che dare il mio bambino a qualcun altro," dissi fermamente. "Questo bambino è mio, e nessuno può decidere per me."

Ci fu un momento di silenzio, poi Giulia e Sofia mi abbracciarono di nuovo. "Siamo con te, Flor," disse Giulia. "Qualsiasi cosa decidi, noi ti sosterremo."

Federico mi strinse più forte. "Siamo una famiglia," disse, guardandomi negli occhi. "E insieme possiamo superare tutto."

Quel giorno, nonostante le opinioni diverse e le preoccupazioni, capii che con l'amore e il sostegno delle persone care, avrei potuto affrontare qualsiasi sfida. Ero pronta per il futuro, pronta a proteggere e amare il mio bambino con tutta me stessa.

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