La sveglia suonò puntuale, e Flor, come sempre, si alzò subito per prepararsi. La luce del mattino filtrava attraverso le tende, illuminando il nostro piccolo rifugio. La guardavo mentre si muoveva con agilità tra l'armadio e il bagno, ogni gesto un riflesso della sua disciplina e determinazione. Nonostante la fretta, trovò il tempo per avvicinarsi al letto e posare un bacio leggero sulla mia fronte, seguito da uno sulla testa di Andres, che dormiva ancora profondamente accanto a me.
"Buona giornata, amore mio," sussurrò, il suo respiro caldo contro la mia pelle.
"Anche a te," risposi con un sorriso assonnato, ricambiando il bacio con dolcezza.
Quando uscì di casa, il suono della porta che si chiudeva alle sue spalle lasciò dietro di sé un silenzio che mi parve subito pesante. Mi girai nel letto, cercando di convincermi che potevo dormire ancora un po', ma il pensiero di ciò che mi aspettava fuori dal comfort delle lenzuola iniziò a tormentarmi.
Alzarmi e iniziare la giornata con Andres è sempre un piacere. Anche se è solo un bambino, il suo entusiasmo e la sua innocenza riescono a infondermi una dose di energia che neanche il miglior caffè potrebbe darmi. Preparai la colazione, e mentre lui divorava i suoi cereali, io osservavo i suoi movimenti, la sua gioia pura e semplice nel fare anche le cose più banali. Era un ricordo costante del perché ogni sacrificio valesse la pena.
Dopo averlo portato al parco per un po', decisi che sarebbe stato bene lasciarlo dai nonni per il resto della giornata. Sapevo che avrebbe passato un bel tempo con loro, e io avrei avuto qualche ora per riflettere in solitudine.
Indossai le mie scarpe da corsa e mi diressi verso il mare. Il lungomare era sempre stato il mio posto per pensare, un luogo dove il caos della vita sembrava svanire di fronte all'immensità dell'oceano. Correre mi dava un senso di libertà, un modo per liberare la mente dalle preoccupazioni quotidiane e ritrovare la chiarezza.
Mentre i miei piedi battevano ritmicamente sul marciapiede, il vento marino accarezzava il mio viso, portando con sé un profumo salmastro che mi era sempre stato caro. Ma anche la bellezza di quel momento non riusciva a spegnere l'inquietudine che avevo dentro. I pensieri si rincorrevano nella mia testa: cosa avrei dovuto fare con la situazione di Giulia? E cosa avrei dovuto fare della mia vita, ora che ogni giorno sembrava diventare più complesso e carico di scelte difficili?
Mi fermai, guardando l'orizzonte. L'oceano era calmo, quasi immobile, e per un attimo, provai invidia per quella tranquillità. Mi chiedevo se avrei mai trovato quella pace dentro di me, o se avrei continuato a essere tormentato da dubbi e incertezze.
Tornai a casa con la testa ancora piena di pensieri. Appena misi piede sul pianerottolo, notai subito un piccolo pacchetto sullo zerbino. Il cuore mi saltò un battito quando riconobbi la calligrafia di Giulia sull'etichetta. Presi il pacchetto tra le mani, esaminandolo con una certa apprensione. La mia mente corse immediatamente alle peggiori possibilità. Cosa c'era dentro? Perché me lo aveva lasciato?
Decisi che non volevo aprirlo. Non in quel momento, e forse mai. Lo posai sul tavolo all'ingresso, cercando di ignorarlo come se non esistesse. Ma anche mentre mi dirigevo verso il bagno per una doccia, sentivo il peso emotivo di quel pacchetto che incombeva su di me, come una nuvola scura pronta a scatenare una tempesta.
L'acqua calda della doccia lavava via il sudore della corsa, ma non riusciva a purificare i miei pensieri. Sapevo che quel pacchetto rappresentava qualcosa di più di un semplice oggetto: era un segnale che qualcosa nella mia vita stava sfuggendo al controllo, e che avrei dovuto affrontarlo prima o poi.
Dopo essermi rivestito, era già tempo di andare a prendere Andres dai nonni. Cercai di focalizzarmi su di lui, su come fosse cresciuto e diventato sempre più curioso del mondo che lo circondava. Ma anche mentre giocavamo insieme, il pensiero di quel pacchetto rimaneva lì, un'ombra che non potevo scacciare.
Una volta tornati a casa, mi sforzai di sembrare spensierato, di far finta che tutto andasse bene. Preparai la cena per Andres, lo aiutai a fare il bagnetto e lo misi a letto con il suo orsacchiotto preferito. Eppure, anche mentre gli leggevo la sua storia della buonanotte, sentivo il peso di quel pacchetto lasciato sull'ingresso.
Flor rientrò dal lavoro poco dopo. Si tolse le scarpe e mi raggiunse in cucina, dove stavo lavando i piatti. Il suo sorriso, sempre così genuino, mi ricordò quanto fossi fortunato ad avere una donna come lei al mio fianco. Ma sapevo che il segreto che stavo tenendo poteva distruggere tutto, e non riuscivo a liberarmi di quella paura.
"Ciao, amore," disse, posando un bacio sulla mia guancia. "Come è andata oggi?"
"Tutto bene," risposi, cercando di mascherare la tensione nella mia voce. "Andres si è divertito dai nonni. Io sono andato a correre un po' al mare."
Lei annuì, apparentemente soddisfatta della mia risposta. Ma mentre mi allontanavo per andare a prendere il pacchetto dall'ingresso, Flor mi fermò, prendendomi per mano.
"Federico," disse dolcemente, guardandomi negli occhi. "C'è qualcosa che non va? Sei stato strano tutto il giorno."
Esitai, sentendo la pressione della sua domanda. Il pacchetto di Giulia era ancora lì, a pochi passi da noi, come un testimone silenzioso del mio dilemma. Avrei potuto dirle tutto in quel momento, confessare le mie preoccupazioni e le mie paure. Ma invece, scossi la testa e le sorrisi.
"Niente di cui preoccuparsi," mentii. "Solo un po' stanco, forse."
Flor mi guardò per un istante più lungo del solito, come se cercasse di leggere i miei pensieri. Poi, con un lieve sospiro, mi lasciò andare.
"Va bene," disse, anche se il suo tono tradiva un leggero dubbio. "Ma sai che puoi parlarmi di qualsiasi cosa, vero?"
"Lo so," risposi, baciandola con affetto. "Grazie, amore."
Ci preparammo per andare a letto, ma io sapevo che quella notte non avrei dormito serenamente. Quel pacchetto, ancora intatto, rappresentava una scelta che avrei dovuto fare, e sapevo che il tempo stava per scadere.
STAI LEGGENDO
Ferite Nascoste
Teen FictionDescrizione della storia Flor, una giovane ragazza di 17 anni, vive con i suoi genitori iperprotettivi che le impediscono di uscire e fare esperienze come i suoi coetanei. Stanca di vivere come in una prigione dorata, una notte decide di fuggire di...