Il buio mi circonda.

Non riconosco nulla intorno a me. Solo uno strano odore. Cannella.

Mi giro di scatto.

Un ragazzo mi rincorre. Edward.

Inizio a scappare ma i miei passi si fanno lenti quasi non riuscissi più a camminare.

In pochi secondi lui mi raggiunge.

Si butta sopra di me. Mi mette le mani addosso. Mi bacia il collo per poi passare allo stomaco e poi va sulle mie labbra.
Infila le sue luride mani nei miei capelli strattonandoli con forza.

Il fiato mi abbandona i polmoni e urlo. Urlo con tutta la forza che ho in gola.

L' immagine cambia.

Mi trovo in un cimitero.

Poco lontana da me si trova una bambina di circa 5 anni.
Un adulto la maltratta e lei urla il mio nome disperata.

Mi avvicino ma l' adulto mi butta a terra con una forza soprannaturale.

I capelli della bambina si riempiono di sangue e la vita abbandona il suo corpo.

A quel punto urlo di nuovo.

Mi sveglio e mi alzo di colpo.

Il fiato si fa pesante e annaspo per respirare.

Dopo un paio di secondi mi calmo e mi riappoggio sopra il cuscino.

Quando sogno capisco sempre che non è la realtà oppure che è solo un ricordo del passato ma questa volta era diverso. Tutto sembrava così vero. Eppure non ho mai visto quella bambina in vita mia.
Aveva i miei stessi occhi.

" Ines Hunt ma com'è combinata questa stanza? E poi perché non sei ancora preparata ? "

Non mi ero neanche accorta che mia madre fosse entrata dentro la mia stanza. Mi scrutava con istinto omicida

La scorsa sera mi aveva scoperta e per questo dovevo lavare i piatti per una settimana. ' Che palle ! '

Mi alzo dal letto e prendo i primi vestiti che mi capitano tra le mani.

Esco dalla stanza senza degnarla di uno sguardo e mi intrufolo nel bagno.
Da dietro la porta sento mia madre gridarmi contro per farsi sentire.

" E dal paese da cui provengo si risponde! " Dice sarcastica.

Sbuffo.

Infilo i vestiti e mi sistemo i capelli in una crocchia spettinata.

Ritorno nella mia stanza, metto orecchini, collana e bracciali e scendo le scale per andare in cucina.

" Buongiorno Ines. " Fa mio padre.

" Buongiorno papà. "

Questa mattina decido di non mangiare nulla. In questi giorni non mi sono sentita molto bene.

Vado nel salotto e mi metto lo zaino sulla spalla.

" Io vado a scuola. " Poi esco di casa.

                                  *

" Tu non puoi capire ! " Tiffany è più elettrizzata del solito.

" Mi ha baciata, io gli piaccio! Capisci ?? "

" Si, capisco Tiff ma non puoi buttarmi il succo alla fragola sui Jens solo perché sei emozionata! " Mi metto a ridere.

" Scusaa! " Segue la mia risata con la sua.

Quando mi giro vedo passare vicino a noi Ryan con il suo gruppetto di amici. Tiffany si irrigidisce subito.

Porto gli occhi al cielo ma quando gli occhi di Sharp cadono su di me un brivido mi trapassa la schiena.

" Hey Mulan. "

Tutti i presenti in corridoio si voltano verso di me.
Sul suo labbro c'è ancora il segno che gli avevo fatto l' altra sera.

" Hey Sapp! Cosa ti sei fatto al labbro? " Dico ridendo.

I suoi amici lo guardano straniti.

Lui con una forza incredibile mi prende il polso facendomi sussultare e mi trascina verso un' aula vicina a noi.

Appena dentro chiude la porta e mi sbatte al muro.

" Forse non ti è chiaro. " Comincia.

" Tu non sei nessuno e non lo sarai mai "

" E forse non ti è chiaro che io non mi sottomettero' mai a te ! " Dico con arroganza.

" E forse non ti è nemmeno chiaro che non mi devi toccare! "

Strattono il polso liberandomi dalla sua presa ma ci metto un po' troppa forza perché cado all' indietro e sbatto contro un banco.

Noto un rivolo di sangue scendere dal polso. Non riesco a muoverlo. Lui sembra accorgersene e mi prende il polso tra le sue mani.

Cerco di liberarmi ma fa troppo male.

Il respiro mi si fa pesante e mi scappa un piccolo urlo di dolore quando prova a muoverlo.

" Oddio. " Dice preoccupato. " Penso sia rotto. "

Esce dalla stanza e mi trascina con lui dal polso intatto.

Ci troviamo davanti all' infermeria. Apre la porta ed entriamo.

" Dottoressa ! " Urla Ryan.

Un infermiera sbuca da dietro delle tende.

" Cos'è successo Ryan? Un' altra rissa ? " Dice lei portando gli occhi al cielo.

" No, stavolta no. "

Lo sguardo dell' infermiera cade sulla mia figura e sul mio polso.

" Come si è fatta male? " Si avvicina e mi fa cenno di seguirla.

Ci sediamo su delle sedie e lei mi prende il polso e lo scruta bene.

" È rotto. Devo fasciarlo. "

Prende l' occorrente e inizia il suo lavoro.

Io stringo i denti cercando di sopportare il dolore ma risulta un po' difficile perché un altro gemito scappa dalle mie labbra.

Ryan mi guarda preoccupato. Sa che quello che è successo è colpa sua anche se sono stata io a provocarlo.

Quando qualche ragazzo mi tocca perdo il controllo. Non riesco più a tornare in me. La sensazione è più forte ogni giorno che passa e non riesco a calmarmi.

La dottoressa prende una forbice e taglia la bende rimanente.

Dopo che mi dice di non fare movimenti per un po' di tempo la ringrazio e usciamo dall' infermeria.

" Mi dispiace. " Dice Ryan con la testa rivolta verso il pavimento.

" Ti dispiace per avermi fatto rompere il polso oppure ti dispiace per esserti comportato da schifo con me ? " Ribatto acida.

" Un po' per entrambe le cose ma per la seconda non mi pento molto. " Ammette con tranquillità.

" Come sarebbe, scusa ? "

" Sei stata tu a provocarmi, rompicoglioni. "

" Ah, adesso sarei anche una rompicoglioni? "

Non ci posso credere. Dopo tutto quello che è successo ha pure il coraggio di insultarmi in questa maniera !

" Si, lo sei sempre stata. "

" Sapp, senti. È meglio se torniamo ognuno nelle nostre classi prima che la preside ci trovi per i corridoi a battibeccare come due bambini deficienti! "

" L' unica bambina deficiente qui sei tu Hunti. "

" Ancora che continui ! "

Ormai stiamo urlando , quindi gli volto le spalle e prima che lui potesse dire altro lo lascio in mezzo al corridoio a guardarmi andare via.

Look Into My EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora