17. I hope you like it

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*Sophia

A scuola

"Non fare rumore Soph, non è ancora il momento per rivelarlo a tutti."
La sua mano dalle dita affusolate tiene con fermezza il mio collo fino a quando stampa le sua labbra come velluto sulle mie.
Sono in pace, con I sensi e la mente.
Sto baciando l'unica persona al mondo che non mi vede solo come 'La cugina di Edward', ma Sophia, solo Sophia'.
È pesante il fatto che nessuno si ricordi mai il tuo nome, semplicemente, ti collegano ad Edward ed ecco che stranamente esisti.
Come se senza di lui non fossi niente, lo amo da morire, il mio cuginetto, però restare alla sua ombra mi pesa.
"Ti vedo distante Soph, non qui, con me."
Mi faccio cullare dal suo intenso profumo fruttato ed i pensieri vengono scacciati dalla sua singola presenza , casa.
Fa presa sul mio fianco e mi avvicina sempre di più alla sua figura.
I nostri petti si sfiorano ed il mio basso ventre inizia a pulsare.
Il suono della campanella mi da una bella svegliata.
Si stacca, quasi come l'effetto fosse quello di una scottatura.
"Non dirlo a nessuno, sei niente senza di me , lo sai Sophia..."
Le sue parole mi feriscono e proprio per questo mi allontano facendo per tornare in corridoio.
Mi ferma, trattenendomi per il polso.
Non ho intenzione di ascoltarla.
"Oh Lola, non cambierai mai, vero?"
Sbuffa infastidita.
"Nala, solo e soltanto Nala per te."
Mi sorpassa ed esce dalla porta ed io non posso fare nient'altro se non reprimere le lacrime.
Nala.

22, Marzo
*Lavinia

Aspetto che la notte passi  , sdraiata fuori, in giardino guardando le stelle.
Trovo conforto guardandole , spero che JJ le stia guardando con me; se guardiamo la stessa stella non saremo lontani.
Mi manca da morire.
Non sopporterei di perdere anche lui, che è ciò che di buono c'è nel mondo.
Ricordo il suo sorriso radioso, il nasino all'insù , gli occhi verdi come smeraldi.
Mi alzo ed abbracciandomi le ginocchia osservo.
Casa nostra è nel silenzio più avvolgente, mentre fuori la città Esplode.
Musica, auto, Miami è viva più di quantomi senta io al momento.
Un rumore mi fa voltare.
È casa Hudson, qualcuno ha appena aperto le persiane e sta salendo sul balcone.
Edward.
Si siede e per fortuna non mi nota.
Lo vedo fumare con lo sguardo rivolto al cielo.
Fissa perso le stelle, come se avesse troppi pensieri che gli vorticano in testa.
Faccio per alzarmi ed andarmene, ma quando mi muovo faccio inevitabilmente rumore e come un felino si volta nella mia direzione,beccandomi a fissarlo.
Faccio per andarmene, ma l'idea di rientrare in casa non è invitante.
Così decido di avvicinarmi al muretto che separa le nostre due ville e mi siedo per terra, senza staccare mai gli occhi dai suoi.
"Ci pensi mai a quanto siamo insignificanti per le stelle?"
Questa volta è lui a parlare ed io mio faccio cullare dal suono armonioso della sua voce cupa.
"Sinceramente no, insomma,l'ho sempre saputo di essere insignificante per il cielo e tutto ciò che ci circonda."
Edward ora mi fissa.
"Non sei insignificante Lavinia,  non tu."
Sorrido alle sue parole, seppur io non mi senta tutta questa importanza.
"Non io? Chi lo dice questo scusami."
Edward ridacchia come un bambino per poi voltarsi e scaltro scendere giù dal balcone .
Trattengo il respiro sperando in cuor mio chenon si faccia male.
"Da quando ho Batman come vicino di casa?"
Mi sorride per poi avvicinarsi.
" Se te lo dice Batman, che non sei insignificante ci crederesti di più?"
Fingo un aria perplessa per poi sorridere.
"Forse."
Edward sembra uscire di testa, come se avesse visto qualcosa di meraviglioso.
"Mi piace il tuo sorriso Lavinia."
Arrossisco immediatamente.
"Da quando siamo così gentili?"
Il suo viso ora si fa più buio come se stesse realizzando qualcosa.
Si allontana da me ed io sento il respiro venirmi meno, torna da me.
"Non è gentilezza Circe, è la pura verità. "
Detto questo si volta e fa per andarsene.
"Va a dormire, che domani poi sembri uno zombie."
Sorrido alle sue parole.
Per quanto non conosca Edward, e per quanto mi possa dare fastidio.
Questa notte mi addormento con un sorriso stampato sul volto, Edward.

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