"Sei bella finchè resti rara
finchè conservi i tuoi modi
i tuoi ideali
e porti gli altri nei tuoi mondi.
Sei bella finchè non rinunci a chi sei
e credi in sogni
che non ti fanno dormire."13, Marzo
LAVINIA
La gente, il suonare della campanella, il personale scolastico; tutto Ha un sapore strano, non avrei mai pensato di varcare più quella soglia, eppure, eccomi qua, sul orlo del precipizio, tra battibecchi e risatine.
Ho paura, paura di sbagliare.
Quando mia madre mi Ha dato la notizia ero al settimo cielo, non vedevo l’ora di tornare a scuola; “La Miami Accademy ti ha presa, tra poco ricomincerai a frequentare gli studi!” Sono al quinto anno di liceo, né i bulli, né le persone mi spaventano, più o meno, a terrorizzarmi è il dover riprendere a correre pure dopo una brutta storta, anzi dopo la rottura del piede…
Avanzai intimorita, la gonna mi fa sentire spoglia è a quadri , per non parlare della camicia.
Mamma ha insistito per accompagnarmi, la vedo come si mordicchia le pellicine quando scendo dall'auto.
Attraverso il cortile abbastamza spaesata, questa scusa è immensa... mia madre mi ha portato ad Hogwarts?
Ha accennato al fatto che fosse una scuola prestigiosa, ma dai questa è una reggia.
Mi sento persa tra la folla e la marea di gente.
Entrare a far parte di una classe dopo quattro anni quasi cinque è un vero incubo poi.
Legami, rapporti, amicizie, fanno paura; chi sono io in confronto a un compagno di classe storico? Cinque anni o un giorno?
Gli sguardi sono taglienti, non me ne importa più di tanto; d’altronde la scuola è una marmaglia di ragazzi in piena crisi adolescenziale… lo intravedo nella folla.
Il suo metro e novanta non passava inosservato, è un concentrato di muscoli, tanto da dare l’aria di essere scolpito.
È perfetto.
Le labbra carnose e rosee, gli occhi come spilli taglienti e una cicatrice sul sopracciglio.
“I dettagli Lavinia” Diceva Papà, cogli i dettagli…
Eppure di dettagli non ne vedevo, è solamente divino. Niente imperfezioni adornano la sua bella pelle ambrata, forse solo un neo sulla mandibola e il taglio sul sopracciglio; nient’altro.
Lo vedo a suo agio circondato da ragazze che lo mangiano con gli occhi, all'improvviso scoppiano tutti a ridere.
Perdo un battito quando si volta verso di me.
Mi costringo ad abbassare lo sguardo e indietreggiare, mi ha beccato a fissarlo...che imbarazzo.
La bocca dello stomaco brucia.
Mi decido a dargli un'ultima occhiata e
Indietreggio senza mai smettere di fissarlo.
Fu l’istante più brutto della giornata.
Caddi addosso a un ragazzo.
Ero troppo concentrata a osservare Edward che mi sono inciampata in quel poveretto. Mi giro di scatto, il mio unico pensiero è altro che poveretto! Un bestione di gran lunga più alto di me mi fissa corrucciato, quasi come se volesse maledirmi.
Quando però Le sue iridi incontrarono le mie si addolcisce.
Ha gli occhi di un verde brillante e i capelli biondi rasati credo sia decolorazione però.
“Ti sei fatta male?” Mi chiede, sono in imbarazzo, le guance si tinsero di rosso e trattenendo il balbettio mimai “scusa”. Sorride divertito, porgendomi la mano da gentiluomo e sogghignando si presentò “Piacere, Gregory” Arrossii il doppio; si stava presentando, a me!
Stremata ricambiai il gesto e con una timidezza impressionante strinsi la sua mano “Lavinia” Indietreggiai, mi feci forza e domandai ulteriormente “Sai dove posso trovare l’armadietto 136?” Il sorriso gli si affievolì
Edificio B, ultima navata… oh ma quindi sto girando intorno da mezz’ora.
Sorrisi per poi girarmi, e senza salutare Gregory mi incamminai verso l’edificio B.
Potevo sentire il suo sguardo sulla schiena.
Mi volto all'Indietro per salutarlo.
Niente più verde, Gregory è sparito, al suo posto il buio… Edward.
*
La scuola è enorme, suddivisa in due edifici ognuno da due piani.
C’è da perdersi tra tutti quegli armadietti, tra tutte quelle porte, tra tutti quei pregiudizi.
“Trovato!” sono al settimo cielo, dopo mezz’ora di continue ricerche e girovaghi per la scuola avevo trovato l’armadietto n.136.
Il mio armadietto.
Le ricerche mi hanno dato alla testa, per circa 20 minuti avevo girato in tondo per l’edificio A, percorrendo insistentemente le 3 navate per poi venire a scoprire che si trovava nel edificio B.
Il B era caratterizzato da armadietti solo ed esclusivamente a numeri pari [Già qui mi sento sciocca] di un acceso color blu elettrico, che creava distacco con le pareti di un giallo squallido, mi sento sollevata e allo stesso tempo infastidita.
Sospirai quando l’armadietto si aprì, c'erano due ripiani e un piccolo specchio sull’anta.
8:30.
Sono in ritardo per le lezioni.
Corsi, in quel momento il regolamento scolastico era il mio ultimo problema.
“Signorina!! Non si corre nei corridoi, vada in presidenza e si rischiari le idee.” Cazzo! Odio imprecare spudoratamente, eppure in
Certi casi è davvero necessario.
La presidenza mi da l’aria di essere una prigione.
Ben distaccata dai colori sgargianti, sebbene un po’ scadenti, dei corridoi.
Qualche pianta grassa rendeva l’atmosfera meno grigia, tutto falso.
La porta si spalancò, d’impeto alzai lo sguardo verso l’entrata, rimasi esterrefatta. Lui era lì.
Quel bisbetico viziato [con un corpo da sogno] Ha appena fatto irruzione. Catturò l’attenzione dei pochi presenti, compresa la mia.
Avrei dovuto pensare al mio malfatto; eppure l’unica colpa a cui il mio cervello rispondeva era venerare quel maleducato.
Sentii il sangue raggelare quando la preside garbata com'era uscii dallo studio sbattendosi la porta alle spalle.
Portò con sé Edward e lo vidi scomparire.
I muri di cartongesso mi permisero di ascoltare la conversazione.
Ha picchiato un ragazzo.
Un brivido mi percosse.
Edward Uscito dalla stanza torna sedersi, per poi puntare il suo sguardo su di me.Non lo vedo turbato, manco la preside fosse la sua migliore amica.
“Lavinia Mellier” il mio nome rimbombò nell’aria.
Tremando mi recai nel buio.
La preside si è trattenuta.
La ramanzina certo, c’era stata, ma nulla di serio.
*
Mi recai verso il mio armadietto appena uscita nel tentativo di andare a seguire le lezioni senza ulteriori sgridate.
Edward mi sta realmente seguendo?.
Si appoggia all’anta del armadietto 138. Tremai involotariamenere.
“La smetti di seguirmi” sussurro infastidita.
Edward apre l’anta, prende i libri richiudendola poi con un potente strattone. Avanza verso di me, per poi torreggiarmi in tutta la sua maestosità. Le spalle larghe e il fisico slanciato.
Niente via di fuga.
Solo il suo profumo.
Il suo petto ampio.
La sua superbia.
“Seguirti?” le distanze diminuivano sempre di più “Perché dovrei seguirti mocciosa?” Fu un colpo al cuore.
Sgattaiolò via fiero di sé stesso, proprio come un felino dopo aver preso il topo.
L'ho accusato.
L'ho accusato per essere andato al suo armadietto.
Seriamente, perchè non posso contare fino a dieci prima di parlare?
Entrai nell'aula con una paura folle firmando la mia condanna.
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PRIMO GIORNO DI SCUOLA!!😍
Lavi morditi la lingua prima di parlare e conta fino a dieci💗💞
CI VEDIAMO NEL CAPITOLO 7💜🦋
see you soon stelline
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Romance👉STARS👈 💧Si piange ma che domande, ovvio ⭐ceo of:" Lo sai che ascoltare le conversazioni altrui è da maleducati Circe?" ☀️Milly, Vivi, vi', Lavi... CIRCE❤ 🍪Edward e le mani sui fianchi>>> 💜🌟Lavinia ed Edward 🔥-" Se anche fosse stato necessari...