4. Non sapeva come guardarsi le spalle.

107 12 7
                                    

Nei giorni successivi all'imbranato tentativo di passare del tempo con Marta, Eva aveva fatto di tutto per non imbattersi nella ragazza.
Flirtare non era mai stato il suo forte, men che meno  con le ragazze, terreno ancora del tutto sconosciuto per lei, e, si era sentita una stupida per come aveva gestito la conversazione con la vicina di casa; chiaramente aveva toppato perché non le era chiaro se aveva ricevuto un rifiuto o, al contrario, se non era riuscita a recapitare il messaggio.

A Romina non aveva raccontato nulla  ed Eva escludeva che lo avrebbe fatto in tempi brevi. Da quando era tornata, infatti, si era dovuta occupare di riprendere in mano la sua vita e questo non le aveva lasciato molto spazio per pensare a come confessare all'amica che in Spagna aveva scoperto un lato inedito di sé.
Innanzitutto, aveva deciso di riprendere gli studi, perciò, nei primi giorni del suo rientro era stata costretta a barcamenarsi tra le questioni universitarie, incluso il dover convincere l'impiegata  del centro linguistico di ateneo che il certificato di spagnolo conseguito qualche mese prima era più che valido e che le spettavano eccome quattro crediti formativi. Inoltre, non voleva pesare interamente sulle finanze della famiglia, l'enorme bugia che aveva detto ai suoi aveva giocato un ruolo fondamentale in questo, e aveva trovato un lavoro: un ristorante vicino casa aveva bisogno di camerieri e lei avrebbe dato una mano qualche sera a settimana.
Quindi, continuava a tergiversare e rimandava la conversazione con Romina a quando si sarebbe abituata alla nuova routine.

A circa due settimane dal suo ritorno, Eva un pomeriggio si trovava alla facoltà di scienze politiche. Romina le aveva suggerito che per racimolare qualche euro in più, avrebbe potuto dare lezioni di spagnolo e, trovandola una buona idea, Eva aveva cominciato a farsi un po' di pubblicità sui social. Per non lasciare nulla di intentato, aveva, persino, preparato un annuncio da mettere in facoltà, ne aveva dato anche uno a Romina da mettere ad Ingegneria, e adesso stava cercando un posticino dove affiggere il suo timido foglietto di carta sull'enorme bacheca all'ingresso. Era rimasta piacevolmente sorpresa nello scoprire che, nell'epoca della rivoluzione digitale, c'era ancora qualcuno che si affidava a metodi più analogici. In particolare, la sua attenzione era stata attirata da un'accorata richiesta di un terzo coinquilino in una casa in cui era tassativamente vietato friggere, a causa di un non specificato incidente. Si stava chiedendo quale fosse la natura di quell'incidente, quando sentì qualcuno dire:
«Non cercherai mica una stanza?»
Eva sussulto e si voltò pronta ad attaccare, ma appena riconobbe Giorgia, con la quale aveva condiviso le poche lezioni che aveva frequentato l'anno prima, le sue intenzioni cambiarono.
«Ehi! Che bello vederti!» disse mentre si lanciava in un sincero abbraccio, che la collega stava ricambiando volentieri.
«Anche per me! Quando sei tornata?»
«Circa due settimane fa.»
«Ti sei riscritta al primo anno, quindi.»
«Esatto, mi tocca ricominciare da capo.»
«Per quel che vale, Eva, ho ammirato quello che hai fatto, partire così da un giorno all'altro: è stata una figata! Ti giuro che se non passo diritto privato alla prossima sessione, mollo tutto e faccio anche io la stessa cosa. O meglio ancora, mi trovo uno ricco da sposare!»
Eva sorrise divertita, non ce la vedeva la collega a fare la mantenuta.
«Ma non eri tu quella più secchiona tra noi due?»
«Secchiona mica tanto se mi sono portata diritto privato al secondo anno. A proposito fammi andare, un amico mi dà una mano a studiare e sono in ritardo. Ci becchiamo, però, promesso.»

Giorgia fece per andare via ma dopo un paio di passi si fermò.
«A proposito del mio amico. Fa giurisprudenza e mi ha parlato di una festa in un locale. Tu che fai stasera?»
Eva alzò le spalle.
«L'hanno organizzata dei suoi colleghi, » continuò la ragazza «ma si stanno imbucando tutti. Se tu e Romina volete venire....vivi sempre con lei, giusto?»
«Sì, dividiamo ancora casa.»
«Allora dillo anche a lei. Ti scrivo i dettagli più tardi e se vuoi venire fammelo sapere.»
Eva annuì e sorrise forzatamente e Giorgia dopo averle fatto un occhiolino, si allontanò a passo svelto.

Nelle mie bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora